Secondo molti “esperti” e “grandi scrittori” del web, l’editing del romanzo non è per forza necessario. Basta il proprio incredibile talento per poter scrivere un testo bellissimo che, però, nessun editore (grande o piccolo che sia), vuole pubblicare.
Sono il primo a dire che l’intero sistema editoriale sta marcendo, che è uno zombie imputridito che vaga senza meta, ma a tutto c’è un limite. Se il tuo romanzo è così eccezionale da non aver bisogno dell’occhio esperto di un editor, significa che almeno la peggiore delle molte agenzie letterarie se ne renderà conto!
Ma non accade, il testo rimane nel cassetto finché non ci si decide a lanciarsi nel self-publishing dove emergono romanzi di qualità ma anche una marea di schifezze illeggibili. Il self diventa l’isola dove chiunque può scrivere, assurgere a fenomeno della penna e prendersela con il sistema editoriale che non ha capitolo il suo infinito talento.
Così facendo ci si mescola anche con gli autori seri che scrivono bene e che hanno deciso di muoversi per conto loro (di solito guadagnando di più rispetto all’editoria classica). Chi ce la fa, eccetto alcuni casi, oltre ad essere una buona penna ha anche la lungimiranza di pagare un editor di fiducia e una serie di esperti di settore.
Il trend della moderna editoria
L’editoria italiana ha gravi problemi di divisione del rischio imprenditoriale, di organizzazione e soprattutto di innovazione del modello di business. Vendono i romanzi con le stesse tecniche di marketing usate agli inizi del secolo scorso.
Gli editori guardano con meraviglia a “casi” con quello di Erin Doom che, grazie al web, ha incrementato esponenzialmente le vendite del suo romanzo. La parola giusta non è “copiare”, ma “innovare”.
Solo cinque anni fa gli agenti letterari avevano una forza contrattuale maggiore, potendo quindi spingere testi che loro ritenevano validi ma che le CE osteggiavano per non ben definite ragioni. Nell’ultimo periodo i rapporti di forza si sono ribaltati, gli editori chiedono libri con caratteristiche ben specifiche (romantasy con i vampiri o storici con personaggi realmente esistiti ma fuori di testa ecc.).
Non basta aver scritto una buona storia, la competizione è serrata con decine di migliaia di aspiranti scrittori e per emergere è necessario proporre un manoscritto pronto.
L’editing del romanzo non è una banale correzione degli errori d’ortografia, non è un make-up fatto con i pastelli a cera. Per come la vedo io è un lavoro intenso e faticoso necessario per mostrare al lettore il meglio del testo e farne emergere i caratteri unici che lo rendono speciale.
Affidarsi è la parola chiave
L’editing del romanzo è necessario per correggere i problemi del testo. Non ho scritto “eventuali”, perché qualsiasi romanzo ha sempre criticità che devono essere risolte. Chi scrive non è mai in grado di scovare i problemi che potrebbero riguardare:
- incipit,
- modo di scrivere,
- voce dell’autore,
- caratterizzazione dei personaggi,
- errori nei dialoghi,
- struttura,
- trama,
- montaggio delle scene,
- mancanza, assenza o anche eccesso di cliffhanger,
- problemi di suspense,
- world building,
- …e molti altri errori di scrittura
Nella lista non ho inserito il refuso, che merita una spiegazione a parte. Si tratta di errori di digitazione o disattenzione che non sono quasi mai causa di rifiuto da parte di un editore.
Non dovrebbero esserci, ma è inevitabile che qualsiasi romanzo ne abbia, tanto che si scovano anche in quelli pubblicati. Un editor bravo migliora l’intero manoscritto.
Un editor non fa miracoli
Durante l’editing del romanzo si lavora, come detto, su molteplici aspetti e alla fine del lavoro, almeno per nostra esperienza, il romanzo è sempre migliore di prima. Ma cosa aspettarsi? Che tipo di risultato avrai facendo editare il tuo romanzo?
Un testo migliore, questo è chiaro. Ma il tutto dipende da una serie di elementi:
- dal testo di base, alcuni romanzi sono brutti e noiosi. Se hai scritto qualcosa di questo tipo (immagino che nessuno lo ammetterà mai), è certo che si riesca a renderlo più interessante, ma di quanto dipende di solito dal punto di partenza.
- dal potenziale. Anni fa non le CE cercavano autori, adesso – la maggior parte – vogliono prodotti finiti. Scartano romanzi con potenziale perché non fanno più scouting né tantomeno editing e lavoro sull’autore. Così, per pigrizia/comodo/incompetenza/furbizia, accettano solo testi quasi pronti per la pubblicazione. Di conseguenza gli autori devono fare un salto di qualità da soli, oppure affidandosi ad agenzie di editing serie.
- dalla sana umiltà dell’autore. Molti sono così presuntuosi che non è possibile editarne i testi, sono convinti di sapere tutto loro sulla scrittura perché al liceo prendevano voti alti nei temi. Noi di PennaRigata, durante i primi colloqui conoscitivi con gli autori, diamo molta importanza a questo aspetto. Se sei convinto di essere King, per noi puoi anche andare per i monti a pascolare le pecore!
Se hai scritto un testo e vuoi renderlo migliore, editing del romanzo è ciò che ti serve ma solo se sei disposto ad affidarti a professionisti che fanno questo mestiere da anni.
L’editing del romanzo è essenziale
Se vuoi diventare uno scrittore, devi fare l’editing del romanzo. Per quanto possa sembrare una forzatura è in realtà una necessità, come vedremo in questo esaustivo articolo.
In Italia si pubblicano ogni anno migliaia e migliaia di libri insulsi che non vendono nulla, a volte solo qualche decina comprata da parenti e amici, perché?
Tu hai scritto un romanzo, e vorresti proporlo a qualche Editore serio con la speranza di essere pubblicato. Hai messo un punto al testo ma non sai che strada intraprendere.
Un editore medio riceve, ogni anno, anche 4.000 manoscritti. Una mole incredibile e nel mare magnum della mediocrità è necessario distinguersi.
Di solito, nelle case editrici, si leggono la sinossi e l’incipit o il primo capitolo (se piace si va avanti), valutando da subito la commerciabilità e il valore del testo.
La politica di editing degli editori?
I problemi dell’editoria sono moltissimi, ma in questo articolo vorrei parlare di quello che, a mio avviso, è il più grave: non viene fatto alcun editing di qualità.
Le case editrici stesse (eccetto alcune, per fortuna), tra le più importanti, stanno mettendo in pratica una politica di editing che va a scapito dei libri facendo pesare l’onere di questo servizio su agenti letterari e scrittori.
Editori che eseguono ormai solo una correzione bozze, che spacciano per editing, fatta da qualche stagista a cottimo che al massimo riesce a individuare un refuso o una frase un po’ contorta.
Sia chiaro da subito che se si desidera pubblicare, che sia con CE o in self publishing è obbligatorio il lavoro di una terza persona capace di riordinare il romanzo, facendo emergere potenziali punti di forza ed eliminando incongruenze.
Differenza tra editing del romanzo e correzione bozze
Correggere la bozza è un lavoro tedioso, ma necessario. Si tratta di eliminare errori di varia natura, dai refusi a quelli di grammatica nonché riordinare e correggere la punteggiatura.
Di per sé editare include anche una forma di correzione del testo, ma solo per quanto riguarda le criticità più evidenti.
L’editing è molto più complesso e profondo, obbliga l’editor a capire il significato reale del romanzo e cosa l’autore desidera comunicare e trasmettere. Un lavoro nel quale:
- si rimodula la struttura
- e rimontano le scene per dare coerenza logica o migliorare la trama stessa,
- si valorizzano dei personaggi o i dialoghi,
- viene curata la struttura della storia,
- si lavora sul registro narrante,
- c’è anche un lavoro sul testo per aiutare l’autore a “trovare il suo stile”
- e molto altro ancora.
Per esperienza ho visto autori crescere molto lavorando con un editor professionista. Farsi editare un romanzo è un’avventura che, oltre a offrire un servizio – portando il manoscritto a un livello superiore -, insegna più di un “corso di scrittura creativa”.
Come deve essere un editing di qualità?
Credo che un romanzo non debba essere snaturato dall’editor, quanto invece messo “in ordine” proprio per esprimere in maniera più chiara e precisa quanto l’autore vuole dire.
Il problema dell’editing moderno è proprio che si tende a seguire un’unica scuola di pensiero che appiattisce i romanzi, togliendo loro quell’unicità che è proprio il motivo per cui si scrive e si legge.
Ormai è normale, sugli scaffali delle librerie, sfogliarne di uguali, anche se diversi. Testi di generi agli antipodi che però hanno qualcosa di simile tra di loro che ci rende assuefatti a uno standard culturale molto basso.
Ma il problema non è solo di cultura, ma anche di “vendibilità”. Prodotti tanto omogenei sono facilmente intercambiabili, per cui se non leggo Tizio, posso comprare un romanzo di Caio, tanto la differenza è minima.
Se vai in libreria per comprare Pavese, sei disposto ad accontentarti di qualche scribacchino da blockbuster?
Non segue le mode, ma le conosce
Un buon editor non segue “la massa”, pur tenendo un occhio anche cosa desidera il mercato. Ma la scelta finale spetta all’autore che indica cosa desidera.
Se ad esempio vuole che il suo lavoro sia più facile e fruibile, quindi per certi versi commerciale, starà al professionista saper indirizzare il testo, apportando una serie di migliorie (valide in generale per ogni testo editato):
- Eliminando frasi, concetti o paragrafi ridondanti.
- Cassando impietosamente gli infodump.
- Dando centralità ai momenti di climax più importanti.
- Rendendo il linguaggio omogeneo al tipo di romanzo/periodo storico/narrazione.
- Correggendo errori di coerenza, capita spesso di trovare personaggi con tratti fisici differenti senza alcuna ragione (es. colore dei capelli che varia da un capitolo all’altro), oppure anche caratteriali degli stessi.
- Aiutando nella crescita o involuzione dei personaggi che dovrebbe essere graduale oppure repentina in base agli accadimenti che vive.
Anche le scelte stilistiche possono essere oggetto di editing. Usare determinati vocaboli può essere fuori luogo, o poco incisivo, portando il lettore a uscire dal “pathos” nel quale era stato sapientemente portato.
Ad esempio usare termini polverosi, desueti, come “rimembrare” in un romanzo giovanile o un romance ambientato ai giorni nostri in cui i social possono essere protagonisti è, in linea di massima, da evitare.
Allo stesso tempo “rimembrare” potrebbe andar bene per un romanzo storico che si svolge in un’abazia medievale (cit.).
Le parole vanno scelte con cura
Negli ultimi anni di vita, Hermann Hesse, passava ore intere passeggiando per i boschi che tanto amava, alla ricerca della parola giusta da utilizzare in una determinata frase.
Inserire in un romanzo vocaboli scelti a caso, senza ragionarci su, è normale se si è alle prime armi. Sta proprio a un bravo editor aiutare nelle scelte stilistiche.
Uno degli errori che le case editrici notano, in romanzi validi, è la mancanza di uno stile narrativo che affondi le sue basi nelle parole.
La difficoltà per un autore sta proprio nel rileggersi e trovare tali criticità e correggerle. Potresti considerare un periodo chiaro e logico, oppure il pensiero di un personaggio coerente con il suo modo di essere, o ancora potresti aver inserito in un Thriller un indizio chiarissimo.
Potresti aver fatto tutto ciò, senza che arrivi al lettore. Scrivendo mi è capitato di elaborare pensieri che, pur essendo corretti, potevano esprimere significati diversi. Editare un romanzo serve a capire quando deve accadere e quando no.
Come viene fatto un editing letterario
Devo dirtelo da subito: farsi editare non è facile per il proprio ego.
Se ho imparato una cosa in moltissimi anni di lavoro è che puoi criticare qualcuno su ogni aspetto della sua professione (con modi educati, ovvio) e lui affronterà la cosa quasi sempre con serenità, e forse anche distacco.
Ma se dici a qualcuno che non “sa scrivere”, allora puoi star certo di esserti fatto un nemico per la vita neanche fosse il Professor Moriarty con Sherlock Holmes!
Quindi prima di tuffarti in questa avventura è opportuno che tu faccia una sorta di training autogeno e ti prepari a venir massacrato, criticato e corretto come quando stavi alle elementari.
Le regole dell’editing del romanzo
Alcune regole per far sì che l’editing sia una crescita e non un martirio:
- Sei tu a decidere cosa cambiare, l’editor propone e basta. Il libro è tuo.
- Elimina l’ego dall’equazione, non sei tu a venir giudicato ed eventualmente corretto, ma il tuo lavoro.
- Tu non sei il tuo lavoro.
- Esprimi tutto quello che pensi, dubbi, frustrazioni o qualsiasi cosa ritieni funzionale al progetto.
- L’editor non è tuo amico, ma soprattutto non è un tuo nemico.
- Educazione, sempre. Lui è a tua disposizione, ma hai pagato per la sua professionalità, non per essere a disposizione H24.
- Abbi fiducia nell’editor ma con giudizio critico.
Il punto .7 è il più difficile ma anche il più importante. Se lo hai scelto è perché hai compreso che ti serve (punto .2), ma se non ti affidi a lui è un po’ come andare dal dentista e spiegargli come fare un provvisorio!
L’editor, di scrittura, ne sa per forza di cose più di te perché è il suo mestiere. Ha studiato, si è messo in gioco e fatto anche tanta pratica. Tu sarai più bravo in altre cose, magari sei un avvocato, non si può pretendere di sapere tutto e di avere sempre ragione.
E ricorda sempre, comunque, il punto .1.
Le tipologie di editing
Alcuni provano a proporre questo servizio “al chilo”, proponendo un editing leggero, medio o pesante. Personalmente ritengo che siano solo dei modi per differenziare il prezzo e andare a toccare le tasche di più possibili clienti.
Non ho ancora ben capito come si possa far un editing leggero piuttosto che pesante. Non puoi andare da un avvocato e chiedere una consulenza “pesante” per una causa civile!
La differenza di costo tra due avvocati non è tanto l’attenzione che ci mettono per farti vincere, quanto la loro bravura, il loro modo di porsi, anche di vendersi.
L’attenzione da dare a un testo, almeno la vedo così, deve essere sempre massima.
Se si vuole editare bene si deve avere rispetto del lavoro altrui. Da scrittore so quanta fatica costi affrontare la dannata pagina bianca, passare il proprio tempo libero a fare ricerche e poi scrivere. E scrivere.
Lavorare centinaia di pagine presi da una forza che noi stessi non sappiamo identificare, che da una parte ci gratifica, dall’altra ci prende energie e tempo che potremmo dedicare ad altro.
Rispettare un romanzo, affrontarlo con l’umiltà giusta e lavorarlo di concerto con l’autore è qualcosa che si deve fare sempre profondendo il massimo impegno, per cui, se mi chiedi quanti tipi di editing dovrebbero esistere, ti dico uno soltanto: il migliore possibile.
Differenti tipologie di lavoro
L’impegno profuso deve essere sempre il massimo, non si può editare part-time. Però ci sono anche modi di lavorare diversi tra di loro ugualmente validi, dipende da cosa un autore cerca e di cosa ha bisogno.
- Editing sul testo finito.
- Editing durante la stesura.
In questo caso non c’è un modo migliore. Di sicuro il primo tipo ha costi leggermente più contenuti, almeno in linea di massima.
C’è anche chi vende differenti tipologie di servizio, editing leggero o pesante ad esempio. A noi sembra un modo per fare quella che in economia viene chiamata differenziazione di prodotto. Quindi è solo una strategia commerciale per “vendere, vendere e vendere”.
Altrimenti sembra che se un testo, dei problemi elencati all’inizio dell’articolo, ne ha diciamo 5, se fai un editing leggero te ne correggeranno 3! E gli altri?
Un romanzo è un gigantesco meccanismo che deve essere perfetto in tutte le sue componenti, o le criticità non corrette lo faranno crollare su sé stesso. Testi lavorati in questi modi fantasiosi, di rado trovano una collocazione editoriale perché gli editori (o altri addetti ai lavori), se ne renderanno conto
1. Editing sul testo finito
Di base, la maggior parte, lavorano in questo modo. L’autore consegna il romanzo completo che viene lavorato. Alcuni editor inviano un numero preciso di capitoli o pagine a scadenza precisa, altri invece senza seguire schemi predeterminati.
Eviterei chi consegna il testo totalmente editato. Infatti lavorare insieme all’editor è la parte più difficile e faticosa ma anche la più utile, sia per la propria crescita artistica che del romanzo.
Si ha un maggior controllo sull’elaborazione, potendo discutere su determinati passaggi, capirli e spiegarli in modo da non lasciare dubbi a nessuno dei due.
2. Editing durante la stesura
Siamo di fronte a una tipologia di servizio che potremmo definire “avanzato”.
In generale solo autori affermati ne usufruiscono, trovando utile il confronto con l’editor che sarà qualcosa di più, una sorta di consulente creativo, la cui influenza nel romanzo sarà maggiore.
Non è un metodo migliore o peggiore, semplicemente diverso che sottostà alle medesime regole elencate prima sull’editing. Ha un senso se si ha un’idea precisa su cosa scrivere e anche molto più tempo da dedicare alla scrittura.
In generale l’autore invia una parte del suo lavoro, appena scritto, che viene valutato dall’editor. Quando sono pronti alcuni capitoli c’è un confronto tra i due in cui vengono posti quesiti, dubbi e criticità che, come al solito, sta all’autore accettare o meno (anche se di solito lo fa).
Farsi editare durante la stesura del manoscritto ha, per forza di cose, costi molto superiori. Se sei un autore alle prime armi, oppure un minimo esperto ma non al livello di Valerio Massimo Manfredi (che ho intervistato poco tempo fa), ti sconsiglierei tale tipologia.
Come si fa fisicamente un editing del romanzo
Esistono varie scuole di lavoro, in generale si lavora direttamente sul testo:
Stupiti e frastornati il prete e l’assassino si guardarono per un istante negli occhi, entrambi sorpresi dalla reazione tanto repentina e sicura risoluta della strega.
In questo caso le parti con la linea sono quelle che andrebbero eliminate mentre, quelle in rosso, sono le aggiunte.
Personalmente ritengo questa la via più incisiva che mette in risalto, direttamente sul testo, le criticità. Nell’esempio ci sono solo un paio di imprecisioni che, una volta corrette, rendono la frase più scorrevole. Come si evince non siamo di fronte a delle modifiche sostanziali.
In generale perfino il manoscritto più preciso necessita di correzioni su molte frasi andando a mostrare, anche dal punto di vista grafico, la realtà senza che questa venga filtrata da parole di conforto: meglio la dura verità.
Altri, invece, preferiscono lasciare di lato un commento nel quale indicare gli eventuali errori e mostrando come questi potrebbero essere corretti.
Preferisco, come detto, il primo metodo perché lo ritengo molto più incisivo e preciso però aggiungendo, dove necessario, note a margine come nel secondo per indicare criticità/punti di debolezza/forza.
Quali sono i costi per l’editing del romanzo?
Le agenzie solitamente richiedono compensi molto elevati, dai 3.000 euro in su. Di certo hanno costi di gestione e fissi, portare avanti una struttura aziendale è dispendioso, ma davvero così utile per un autore che vuole solo il servizio di editing?
Si possono trovare anche editor che chiedono (per ogni cartella editoriale) 1 euro come 8, fare uno standard è impossibile. In generale prezzi troppo bassi indicano una cura non eccelsa perché devono lavorare molti manoscritti al mese per avere un guadagno sufficiente.
Editare un romanzo di circa 200 pagine è un lavoro a tempo pieno in cui si impiegano almeno sei settimane, di solito di più.
Come può una persona, facendosi pagare 1 euro a cartella (per cartella editoriale si intende una pagina contenente 2.000 caratteri, spazi inclusi), sopravvivere se in un mese può fare al massimo 3 forse 4 editing?
Guadagnerebbe circa 600 euro.
Per esempio, per lavorare bene noi non prendo in carico più di 2 manoscritti al mese, a volte anche uno solo se si tratta di un testo molto più lungo e complesso.
Perché per fare un lavoro di qualità, rapportandosi con l’autore, serve tempo oltre alle competenze.
Una bella descrizione dell’editing. Ne prenderò nota pur rimanendo nel dubbio di chi possa permettersi di pagare tremila euro per farsi editare il libro.
Se il testo è di 500 cartelle e c’è molto da cambiare e correggere, 3.000 euro è una cifra commisurata al lavoro fatto (di circa due mesi). Lei, per il suo lavoro (di 8 ore al giorno), troverebbe giusto farsi pagare 1.500 euro al mese, su cui vanno anche pagate le tasse?
Purtroppo è sbagliata l’ottica di sminuire l’editing perché non lo si conosce né capisce e si pensa che solo chi scrive male ne abbia bisogno e, in caso, è solo una mera correzione bozze.
Buongiorno. Il vostro Blog è davvero interessante e dà un’ ottima spiegazione di cosa sia l’ editing, tanto da convincermi ad affidarmi a voi. Vorrei solo capire quali sono i vostri prezzi. Grazie.
Buongiorno Roberta, prima di tutto la ringraziamo per i complimenti. Può inviarci via email – info@pennarigata.it – le prime 20 pagine (in word) + sinossi del suo romanzo. Trova i prezzi “medi” a questo link: https://pennarigata.it/editing/. Prendiamo in carico solo testi che, a nostro avviso, hanno possibilità di pubblicazione e preferiamo conoscere l’autrice/autore facendo una chiacchierata telefonica.
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