Agenzie Letterarie: i segreti per scegliere quella giusta

Ecco alcuni esempi di come le agenzie letterarie rispondono agli autori che hanno la sola colpa di voler pubblicare (giustamente) un loro romanzo:

  1. anziché scrivere dovresti fare la casalinga,
  2. ti immagino che picchi forte sulla tastiera,
  3. bel libro, scritto bene ma non so a chi darlo,
  4. non ci interessa.

La numero 1. è stata inviata come risposta a un’autrice che ho editato e che è arrivata terza al Premio Arcimago 2023.

Si può inviare un romanzo meraviglioso o uno bruttissimo e l’agente letterario può dare qualsiasi risposta purché sia educata e rispettosa. Nella maggior parte dei casi il testo non è adatto per quel tipo di agenzia per una serie di ragioni più o meno logiche.

Però sono gli autori che fanno girare il sistema editoriale, non di certo le agenzie il cui unico fine è di mettere in contatto gli autori con editori. Se scomparissero? L’editoria italiana sarebbe più rapida e con meno sprechi di denaro che, simili a profonde ferite, la stanno dissanguando.

Le agenzie letterarie italiane non fanno vero scouting (visto che si fanno pagare dagli stessi autori). I loro introiti potrebbero essere usati per pagare di più gli autori (scopri quanto guadagna uno scrittore), gli editori che avrebbero più fondi per fare comunicazione e pubblicità.

La numero 4. non è una parte del testo, ma è la email completa di maiuscole e punteggiatura (assenti). 

Una linea guida di base

Scegliere tra le molte (direi troppe), agenzie letterarie è diventato molto difficile anche per gli addetti ai lavori. Ci sono realtà sane che offrono servizi di qualità, purtroppo però ne sono comparse altre che hanno il solo scopo di lucro.

Sia ben chiaro, ogni agente lavora per guadagnare e non per la gloria (almeno non solo). Però chi sceglie questo mestiere, a nostro parere personale, dovrebbe avere un qualcosa in più che potremmo definire semplicemente come passione.

Scrivere è arte, e mercificarla la squalifica creando una serie di storture. Si tenderà a scrivere testi facili che abbiano molte possibilità di vendita, si farà editing del romanzo sempre più standardizzato andando a creare libri tutti uguali.

A questo aggiungiamo il fatto che non si insegna più a scrivere, ma si preferiscono autori già pronti. Un tempo erano i grandi (non tanto in senso dimensionale) editori a fare da mecenati. Per un breve lasso di tempo lo sono stati gli agenti che, a oggi, hanno smesso di cercare talenti e sono più focalizzati a trovare merce da vendere.

Le principali Agenzie Letterarie

Quella di seguito è solo una lista sommaria delle più note  (e non). Non sono inserite per merito e da parte nostra, almeno in questo articolo, non daremo alcun giudizio di valore. Per esperienza diretta e indiretta (degli autori che abbiamo editato), un agente può essere per qualcuno ottimo, per un altro pessimo.

Potete indicarci altre agenzie nei commenti oppure alla nostra email: info@pennarigata.it

Peggio dei funghi e delle muffe

Negli ultimi dieci anni le agenzie letterarie, in Italia e nel Mondo, sono proliferate come i funghi nella borsa della palestra che non svuoti da due settimane!

Perché è accaduto?

Molti nel settore editoriale ti potrebbero dare una sequela di pseudo-risposte preconfezionate sull’importanza di essere rappresentati che, di per sé, non è sbagliato. Il problema è trovare agenzie capaci!

Il meccanismo che si è generato è dovuto a un problema grave: si legge sempre meno. Quindi i ricavi delle Case Editrici (CE), si sono assottigliati. E il manuale del buon imprenditore dice che se diminuiscono i ricavi stessa cosa deve accadere con i costi, così da mantenere l’utile invariato.

Bella stupidaggine.

Questa è economia da fine ‘800 che non andrebbe bene neanche per un banco del pesce al mercato. Si evince come alcune (non tutte) CE, abbiamo preso la decisione di abbattere i costi e, il modo più rapido per farlo senza modificare la propria struttura aziendale, è scaricarli sugli anelli deboli della catena del valore.

Le agenzie erano l’anello debole, o forse no…

In Italia esistevano alcune agenzie che hanno subìto la pressione delle CE. Queste ultime, per minimizzare i costi, hanno “comunicato” delle nuove linee guida sulla valutazione dei romanzi, dicendo che questi dovevano essere di qualità superiore (in pratica già editati).

Le case editrici hanno smesso di fare scouting, diminuendo i costi del personale, che sono ricaduti sulle Agenzie che, a loro volta, li hanno scaricati sull’ultima ruota del carro: lo scrittore, tu!

Questa breve disanima non è esaustiva, ma serve per farti aprire gli occhi sul mondo editoriale che, seppure affascinante, ha i suoi spazi d’ombra dove è meglio non aggirarsi.

Esistono ormai centinaia di Agenzie Letterarie, grandi e piccole, che operano nel mercato italiano. Alcune sono serie, poche secondo noi. A nostro avviso ci si dovrebbe confrontare solo con chi non chiede soldi per leggere un romanzo, anche se più avanti vedremo meglio questo punto controverso.

Cosa sono le Agenzie Letterarie

Dare una definizione univoca è tanto difficile quanto inutile: sono comunque delle società (quindi a scopo di lucro), che offrono agli autori una serie di servizi. Il principale è quello di rappresentanza in cui, l’agente, con in mano il tuo libro, cerca di venderlo a qualche casa editrice.

Già qui c’è una nota dolente: il 99% chiede soldi o per leggerlo o per editarlo (che in realtà è una scusa per guadagnare). In generale usano, come detto alcune non tutte, la scusa della rappresentanza editoriale per vendere servizi.

Noi stessi vendiamo il  servizio di editing, ma siamo un’agenzia editoriale, non letteraria e quindi siamo chiari e diretti su cosa facciamo. Invece alcune AL abbordano poveri sprovveduti nel mare dell’editoria con la scusa del “potenziale” ma che, però, è inespresso e per pubblicare è essenziale un editing ad hoc.

I passaggi però sono molti, prima di arrivare alla rappresentanza di un testo:

  1. Lettura del libro, o della sinossi.
  2. Valutazione.
  3. Altri servizi aggiuntivi (es. editing, correzione bozze).
  4. Contratto tra l’autore e l’agenzia.
  5. Ricerca di una CE.

In linea di massima questo è l’iter che dovrai seguire per usufruire dei servizi di una Agenzia Letteraria. Vediamo i singoli passaggi.

1.  Lettura del libro, o della sinossi

La sinossi è un riassunto rapido e incisivo del manoscritto. Di solito non dovrebbe superare la pagina (per romanzi più corposi può essere poco più lunga). 

In essa si racconta, dall’inizio alla fine, la trama, finale compreso. Deve dare al lettore l’idea precisa del tipo di romanzo, di come si sviluppa,  lo deve catturare e incuriosire.  La sinossi è uno strumento di marketing (suona male, ma è così).

Le Agenzie Letterarie chiedono quasi sempre prima la sinossi, se il testo è potenzialmente di loro gradimento anche il romanzo (oppure richiedono che vengano inviati entrambi nella medesima email). Sta di fatto che la sinossi è il primo elemento valutato, per cui è essenziale scriverla bene, in modo corretto evitando ogni singolo refuso ed errori di altra natura.

La maggior parte delle Agenzie richiedono un corrispettivo per la lettura (vogliono essere pagati in base al numero di cartelle del manoscritto). Di solito, per un romanzo di circa 250 cartelle la cifra è tra i 200 e i 400 euro, ma può variare terribilmente.

A questo punto dobbiamo fare un’ennesima suddivisione:

  1. Agenzie che fanno una scheda di valutazione.
  2. Agenzie che si fanno pagare per un sì/no.

Le prime offrono un servizio, più che altro lo impongono perché se vuoi avere una possibilità di entrare nella loro scuderia devi prima pagare per essere letto. Il dubbio è: io scrivo, e io pago? Qualcosa ston

Imprenditoria di base

In economia si chiama “rischio imprenditoriale”. Il tuo è aver investito tanto tempo nella stesura del romanzo. Quello delle agenzie? Investire del tempo nella lettura del tuo romanzo. Sta di fatto che, se paghi per essere letto, il loro rischio d’impresa ricade su di te.

Facile fare l’imprenditore in questo modo, cosa rischi? Noi di PennaRigata, che non siamo una agenzia letteraria, offriamo un servizio gratuito di lettura delle prime 20 pagine + sinossi (in Word).

Non facciamo schede, diciamo solo cosa pensiamo del testo:

  1. Il testo ha bisogno solo di una correzione di bozze (lo 0,1% dei casi), di solito si tratta di romanzi buoni ma con alcune piccole criticità da risolvere.
  2. Da cestinare (70% dei casi), sì, siamo cattivi ma meglio non illudere nessuno.
  3. Serve un editing.

Per chi lavora da 15 anni nell’editoria, 20 pagine sono più che sufficienti. Spesso basterebbero poche righe, ma preferiamo avere fiducia e andare avanti anche per i testi che da subito non ci convincono. Non è il miglior modello di business al mondo, ma a noi piace così.

2.  La Valutazione

Diciamo che la discriminante vera è la scheda di valutazione. Ne ho lette alcune, di differenti agenzie, e sono quasi tutte abbastanza striminzite, qualche riga che evidenzia punti di forza/debolezza e quasi sempre il consiglio di farsi editare per avere maggiori chance di pubblicazione.

Ecco il meccanismo: tu chiedi un servizio (la rappresentanza) e loro te ne offrono un altro (l’editing). Mi sembra che il famoso “rischio imprenditoriale”, che dovrebbe gravare sull’Agenzia, viene scaricato su di te e addirittura trasformato in una opportunità di marketing (sempre per loro).

In rarissimi casi l’agenzia offre una scheda valida, ben strutturata che permette all’autore di crescere, e non è detto che spingano poi per altri servizi oltre alla rappresentanza. 

Abbiamo letto molte schede di valutazione fatte dalle varie agenzie, qualcosa di utile c’è quasi sempre, ma a nostro parere il costo è spesso eccessivo. Ci rendiamo conto del tempo necessario che comporta leggere un testo di 300 pagine e fare la scheda, ma il problema è il beneficio che viene dato al cliente: minimo, non commisurato all’esborso.

3.  Altri servizi aggiuntivi delle “agenzie letterarie”

Una volta che ti hanno preso all’amo, difficilmente le Agenzie (quelle non serie), ti lasceranno andare. Le più truffaldine, senza neanche leggere quanto hai scritto, ti invieranno una scheda di valutazione farcita di banalità prese da qualche manuale di scrittura creativa per poi dirti che ci sono potenzialità, ma il testo necessita di un lavoro ulteriore.

Ed ecco che arriva la mazzata: editing da svariate migliaia di euro. Se il lavoro è fatto bene, determinate cifre avrebbero pure un senso, ma come ci si può fidare di una Agenzia Letteraria che per fare cassa si è messa a editare.

Perché il punto sta tutto qui: a ognuno il suo mestiere. Mischiare lavoro di agenzia ed editing è un modo di fare che trovo molto pericoloso e pieno di conflitti di interesse. Un editor deve editare, un agenzia rappresentare. 

Se fai entrambe le cose vinci sempre, non rischi mai, mi spiego meglio.

In un Mondo perfetto: un autore invia un romanzo a una agenzia letteraria per essere rappresentato. Un’agenzia seria lo legge e lo valuta a proprie spese (sì, perché è un’azienda), se trova il manoscritto valido o l’autore promettente decide di investire su di lui proponendo un contratto di agenzia. Cerca una CE editrice adatta a quel tipo di libro e guadagna in percentuale alle vendite (e all’anticipo). 

Come funziona davvero il rapporto con le agenzie letterarie

Come funziona davvero: un autore invia un romanzo a una agenzia letteraria per essere rappresentato. L’agenzia lo legge e per ammortizzare i costi di gestione invia una scheda (a pagamento) oppure una semplice email nella quale indica che il testo necessita di un editing. L’autore paga per il servizio, l’agenzia guadagna. Sempre e comunque. Se poi il manoscritto è valido lo propone alle CE.

Nel primo caso l’autore rischia, investendo tempo e fatica per scrivere. L’Agenzia rischia sull’autore.

Nel secondo caso rischia solo l’autore.

Per cui, come ci si può fidare di una azienda che si comporta in tale modo, che si vende come Agente ma in realtà è solo un metodo per farsi conoscere e creare aspettative solo per vendere servizi molto costosi che potrebbero anche non servirti?

Poco tempo fa ho contattato una “Agenzia”, così c’era scritto sul loro sito e sulla pubblicità che facevano su Facebook, per capire se fossero interessati a rappresentarmi (considerando il fatto che sono già autore per una nota CE), lo scambio di email con il titolare fu qualcosa di delirante – i fondatori di tale Agenzia sono scrittori, ma si sa “pecunia non olet“.

Riassumendo, mi dissero che non facevano il servizio di rappresentanza, ma allora che agenzia sono!? 

Definirsi agenzia è solo un modo truffaldino per farsi notare, per spingere gli autori a contattarli per poi proporre altri servizi. Diffidate di questi soggetti, il loro scopo è “solo” guadagnare.

4.  Contratto tra autore e agenzia

Se arrivi fin qui, che sia perché hai pagato la scheda, l’editing o altro ormai poco importa. Ti consiglio a questo punto di spendere qualche centinaio di euro per una consulenza legale e capire se è un accordo valido, e cosa cambiare.

Se all’interno del contratto ci sono obblighi, clausole che ti spingono a dover usufruire dei loro servizi aggiuntivi a un costo, forse è il caso pensarci su prima di firmare.

5. La ricerca di una CE

Se alla fine hai firmato, è il momento che il tuo agente si muova. Fatti mandare tutte le email che invia alle CE, insieme a lui pianifica una strategia, è il suo lavoro ma riguarda te e lo stai pagando (di solito con una percentuale che può variare dal 10 al 15% dei tuoi guadagni).

Sii rompiscatole, ma sempre educato. Proponi CE nelle quali ti piacerebbe entrare perché hanno romanzi simili a quelli che scrivi tu, è inutile inviare alla Urania un romanzo di formazione!

Vantaggi nell’avere un agente

Di sicuro, dopo questo articolo ti sarà venuto almeno qualche dubbio sull’utilità o meno di far parte di una agenzia. E ne sono contento. Il settore editoriale ha molti problemi, ma all’interno ci sono ancora persone serie che lavorano con passione (ed è giusto che guadagnino, ci mancherebbe).

Se quindi hai la fortuna di incontrare queste “pecore nere“, puoi trarre vantaggio da un rapporto di rappresentanza.

Vediamo i servizi che sono (o dovrebbero) essere parte del contratto con un agente:

  1. Lui cerca le CE, conosce il settore, ha contatti e conoscenze ai quali tu non potresti mai arrivare.
  2. Sa gestire le trattative, spesso permettendoti di ottenere contratti più vantaggiosi.
  3. Gestisce la parte burocratica (pagamenti, royalties, liberatorie, rapporti con editori esteri ecc).
  4. Ti dà supporto nella stesura del romanzo leggendolo mentre lo scrivi e dandoti consigli.
  5. Si sorbisce le tue paranoie (avere una valvola di sfogo quando si aspettano mesi per una risposta è utilissimo).
  6. In generale, conoscendo il mercato e la scrittura, ti può insegnare molto – se sei abbastanza furbo da imparare.

Per tutto questo chiedono una percentuale sui tuoi guadagni (se supera il 20% c’è qualcosa che non va). Quindi se vendi 10.000 copie, sulle quali guadagni diciamo l’8% – su 10 euro di prezzo di copertina – il tuo ritorno sarà di 8000 euro.

L’agenzia percepirà la sua percentuale sui tuoi 8.000 euro.

Se tutto andasse così, senza intoppi e con tali risultati di vendita, la scelta di una Agenzia Letteraria sarebbe stata vincente.

Svantaggi nell’avere un agente

Come detto se le cose funzionano un agente è davvero un ottimo aiuto, non solo per proporre il tuo romanzo ma anche per alleggerirti da pesanti incombenze burocratiche.

Purtroppo alcuni di questi sono personaggi davvero poco professionali, arroganti e convinti che ti stiano facendo un favore, quando invece sei TU a pagarli.

Per evitare sorprese fai mettere nel contratto – sempre – una clausola per rescinderlo (di solito si deve inviare una raccomanda con ricevuta di ritorno) che ha solitamente effetto da a “n” mesi dalla ricezione della stessa.

Alcuni svantaggi:

  • Prendono una percentuale dei tuoi guadagni, quindi sono un costo che nei casi peggiori può essere anche del 20% (la media è il 15%).
  • Sono sfuggenti e questo crea problemi per tutte quelle incombenze che per te sono urgenti.
  • Per lui/lei sei solo uno dei tanti.
  • Se sono in un periodo di recessione, i furbetti, ti propongono altri servizi sostenendo che non riescono a vendere il tuo romanzo perché va migliorato/editato/corretto.
  • Potrebbero farti pressioni su cosa scrivere, seguendo il mercato più che le tue attitudini. 
  • In casi estremi capita, dato che è consuetudine (ma non un obbligo) che la CE paghi loro, e che poi diano all’autore i proventi delle vendite con mesi di ritardo.

Agenzie letterarie: costi e ricavi…

La realtà è complessa. Nella mia personale esperienza la maggior parte delle Agenzie sono ormai focalizzate in modo maniacale solo sul guadagno, a scapito dell’autore mettendo in atto comportamenti scorretti.

Ci sta che debbano avere un’occhio ai costi e ai ricavi, e che offrano differenti servizi, ma farsi pagare solo per leggere un romanzo e dire sì o no, o proponendo un editing come porta d’ingresso per venir poi rappresentati non è un modo corretto di porsi.

Se hai iniziato a scrivere e vuoi pubblicare non ti dimenticare che le case editrici, come vedremo in altri articoli, hanno 3 canali per scovare i nuovi talenti:

  1. Le agenzie (o gli amici degli amici).
  2. L’invio spontaneo.
  3. Il Self publishing.

Quest’ultimo ha delle criticità importanti ma, oltre a dare anche soddisfazioni economiche, ti permette di farti vedere. E se riesci a fare buone vendite, è un buon biglietto da visita sia che tu voglia andare da una CE o passare prima per le Agenzie Letterarie.

Come scegliere tra le varie agenzie letterarie?

Con molta attenzione. Se chiedono soldi solo per leggere un tuo lavoro, eliminala. Se chiede tanti soldi per una scheda di valutazione, eliminala.

Controlla sul sito gli autori che hanno e le CE a cui appartengono per capire:

  1. Il livello dell’agenzia.
  2. Se hanno contatti in linea con il tuo libro.

Se hanno pochi autori o piccole realtà editoriali, e sei alle prime armi, potrebbero essere una alternativa valida. Troppi hanno la convinzione di essere dei geni, di aver scritto il prossimo best seller: non è mai così. Quella di scrittore è una carriera vera e propria, non puoi giocare in Serie A senza aver fatto la gavetta (le serie inferiori o le giovanili).

Se poi si decide di voler investire allora è giusto contattare le grandi Agenzie Letterarie e accollarsi dei costi ingenti anche se difficilmente servirà a qualcosa.

Lo posso affermare perché ho visto alcuni autori investire con le grandi agenzie senza ottenere nulla e, poi, ricevere contratti da case editrici serie (non attraverso le agenzie, sia chiaro). Pubblicare è difficile, anche se hai tra le mani un ottimo testo, e da una parte potrebbe essere anche un bene perché si evita che libri pessimi vedano la luce (non sempre).

Lo scopo delle agenzie dovrebbe essere di fare da filtro e permettere solo ai testi di qualità, e che hanno mercato, di arrivare nei pc degli editor in CE. Ma agli editori non converrebbe formare e pagare una persona per fare lo stesso lavoro?

Certo, ma se così fosse si fermerebbe il “sanguinamento” di risorse che finiscono guarda caso nelle tasche delle agenzie letterarie. Soldi che altrimenti, il sistema editoriale, non saprebbe come sfilare legalmente alle persone che hanno la passione per la scrittura e il sogno di voler pubblicare.

Come lavoriamo noi di PennaRigata: i nostri successi

Come detto più volte, noi non siamo una delle innumerevoli agenzie letterarie, siamo un’agenzia di editing, ma non solo.

I testi che scegliamo di editare devono avere, a nostro parere, un potenziale editoriale. Una volta lavorato il manoscritto lo inviamo, previa autorizzazione, ai nostri contatti PERSONALI nelle case editrici.

Chiedete soldi?

No!

Dopo l’editing seguiamo l’autore e gli diamo supporto al meglio delle nostre possibilità, ma solo per passione. Lo aiutiamo a scrivere una sinossi come si deve, una email di presentazione che non lo faccia cestinare all’istante, forniamo anche consulenze di base sui contratti.

Ogni anno molti nostri autori pubblicano con case editrici serie – quindi non a pagamento – e alcuni decidono la strada del self publishing con ottimi risultati. Per vederli vai alla pagina: gli ultimi nati (sono inseriti solo i più recenti).

Credo che il primo passo, dopo aver scritto un romanzo, non sia venir rappresentati, ma migliorarlo rileggendolo più e più volte e mettendosi in discussione. Lo strumento migliore non sono le schede di valutazione (abbastanza inutili), ma è il farsi editare da un professionista serio.

Per qualsiasi dubbio scrivici:

info@pennarigata.it

Spero di essere stato chiaro ed esaustivo in merito a un meccanismo che trovo, nel 99% dei casi, malefico e che fa leva sui sogni delle persone. Anziché sprecare 300 euro per una scheda di valutazione potresti fare una cosa più saggia: comprare 20 romanzi, perché leggere fa bene.

Come lavorano le agenzie letterarie estere

Intendiamo soprattutto le agenzie di lingua anglosassone che di solito hanno un approccio più professionale, rispettoso e moderno verso gli autori. Tentiamo di capire cosa richiedono (di media):

  • Di solito c’è un’indicazione molto precisa dei generi che accettano.
  • Lettera di presentazione (sembra banale ma è utile per farsi un’idea sulla personalità di chi scrive).
  • Biografia.
  • Concept del romanzo.
  • Pitch.
  • Sinossi.
  • Se è stata usata la I.A.  per l’elaborazione del testo.
  • Romanzi precedenti e vendite.
  • Libri simili a quello presentato.
  • Il potenziale target.
  • “N” pagine del romanzo (di solito varia dalle 5 alle 50, di media 10).

NON obbligano a fare le meravigliose schede a prezzi iperbolici. Il loro servizio di valutazione è gratuito (si tratta di libri in lingua inglese, sia chiaro) a patto che si seguano le loro indicazioni in modo preciso.

Come si nota è simile, per certi aspetti, al Premio Arcimago e soprattutto, le più grandi agenzie letterarie del mondo riescono a valutare un romanzo anche da sole 5 pagine! 

36 commenti su “Agenzie Letterarie: i segreti per scegliere quella giusta”

  1. ho scritto un romanzo, credo sia valido, non essendo nel settore non so bene come muovermi. Ho letto che probabilmente avrei bisogno di un agente letterario serio, in modo che mi possa quantomeno indirizzare sulla giusta strada. accetto consigli da esperti, grazie a chi risponderà.

    Rispondi
  2. Grazie, molto interessante…spero disinteressato. A me però rimane il dubbio su come trovare un’ agenzia seria perché ormai la serietà non vedo più sia corrispondenza dell’ etica e della deontologia ma soprattutto come trovare un agente nel marasma virtuale di informazioni. Grazie a chi volesse darmi risposta. Luca Errico

    Rispondi
    • L’unico modo è contattarle, parlarci e vedere che servizi offrono. Se chiedono soldi, da subito, per fare agenzia allora non sono agenti. Il concetto è semplice: l’autore firma un contratto (procurato dall’agenzia stessa), l’agenzia guadagna in percentuale. Tutto il resto non è agenzia.

      Rispondi
    • Salve, illustro brevemente la mia situazione. Ho pubblicato tre libri con una casa editrice indipendente locale ma a fronte dei soldi spesi mi sono sempre dovuto fare in quattro per la promozione, la vendita e così via. Ho appena terminato un -ahimé, non sapevo cosa m’aspettasse!- una spystory da ben 745 cartelle (Dio solo sa quanto abbia limato, ma ogni rigo sembra essenziale!) e ho deciso di cambiare letteralmente “aria”, ma è come districarsi in una giungla: non so che fare e quel che è più drammatico, pur volendo destinare alla mia creatura tutti i miei risparmi, credo (a giudicare dai prezzi in giro e le richieste di pagamenti anticipati, schede di valutazione che so già cosa conterranno: testo troppo lungo! Tagliare! Come? Da dove? È un thriller, è tutto a catena, se potevo l’avrei già fatto e via dicendo) che non basteranno mai per accontentare un’agenzia letteraria e una (eventuale) casa editrice.
      Insomma, da nessuno in cerca di un “editore appena passabile” (come disse Klaus Maria Brandauer in un bellissimo film), più cerco più ho timore di confondermi le idee. Ma voglio arrivare alla fine del tunnel, voglio spendere ciò che ho per l’unico amore della mia vita ma ho terrore d’essere sfruttato e di non avere più “forze” per un qualunque eventuale contratto con una CE.
      Se vuole può anche rispondermi privatamente oppure lasciare pubblicamente il suo commento ma ho bisogno di un consiglio guida, qualcuno che mi dica francamente “datti all’ippica!” oppure “fa così…”.
      La ringrazio di cuore e la saluto.

      Rispondi
      • Non sta a me dire a una persona cosa fare della sua vita. L’editoria è una giungla e non ci sono scorciatoie o trucchi (come molti credono), se il testo fosse buono, non avrebbe bisogno di un editing per essere preso in considerazione da una CE. Sul fatto di “tagliare”, da editor e autore, so di per certo che gli scrittori si innamorano malamente dei loro testi e non hanno la capacità di sfrondarli, perché credono – loro – che tutto sia essenziale. In più, anche se fosse editato da un professionista, non avrebbe nessuna certezza di pubblicare, la realtà è che una persona debba credere in sé stessa e rischiare. Ho pubblicato 4 romanzi (anche con CE importanti), eppure alcuni miei lavori, che pensavo buoni, sono stati ignorati da tutti. Il massimo che posso dirle è di scrivermi privatamente e valutare insieme costi, rischi e possibilità.

        Rispondi
        • Salve,
          La ringrazio dei consigli.
          Per quanto mi riguarda non posseggo quella gelosia tipica degli autori nei riguardi del loro prodotto, almeno non nella misura tale da impedirmi di pensare a “tagli” e questo per un singolo, unico motivo: il punto di vista ovvero quello streaming di emozioni che passa dall’autore al libro e viceversa. Più volte mi è capitato di rileggere alcuni miei scritti e di aver sofferto di una forma di “asincronia”, per dirla in musica autentiche dissonanze, nei confronti di ciò che un tempo ritenevo un testo solido e “necessario” e se ciò capita al padrone del testo figuriamoci a chi lo legge per la prima volta e sul quale fonda la sua attività professionale. In altre parole, riesumando Pirandello, tagliare per me è come rivedere le stesse scene descrivendole con parole del tutto nuove. C’è di più: nella fase iniziale di creazione della bozza utilizzo la musica come “allucinogeno” a buon prezzo, che ascolto accordandola ai pensieri come un diapason e in base alla quale scelgo parole e ritmo. Sull’onda del momento prende forma il testo. Tutto ciò per dire che si scrive a volte in modo opinabile, sul quale non nutro alcuna riserva, che sia una revisione severa o un taglio: punti di vista e per mia natura li rispetto tutti, davvero, quindi ben venga l’editor. La spina dorsale però, la trama, i personaggi, le loro torniture, il palinsesto, è un altro discorso e deve reggere a tutte le prove, del tempo e delle riletture di terzi, ma credo che siamo tutti d’accordo. Insomma sono un esordiente, proprio per questo sono qui, perché so di esserlo. Il mio problema ora è affidarmi a qualcuno che come uno sherpa mi faccia uscire da questa giungla, pregandolo di lasciarmi almeno le mutande addosso, detto con franchezza.
          Avrei altre mille domande che mi ronzano ma questo che ho scritto mi premeva puntualizzare.
          La contatterò via mail a breve.
          Grazie di cuore,
          Andrea Cosentino.

          Rispondi
          • Di sicuro non le manca la fantasia, usa metafore molto gradevoli. Purtroppo un teso di tante pagine ha dei limiti, ma anche dei pregi che non dobbiamo dimenticare. Molti lettori vogliono “i mattoni”, in particolar modo per determinati generi, come il suo. A presto.

        • I mattoni, questi poderosi, mai tanto amati mattoni…
          Le racconto una storia, una di quelle che ogni scrittore, piccolo o grande che sia, ha vissuto “di suo pugno”, ma dalla quale ne ho tratto una lezione.
          Stavo aspettando il solito trenino del lavoro, ma quel maledetto, quella mattina aveva deciso di far tardi, così mi dissi: “Andiamoci a prendere un caffè, va!”
          Prima di entrare nel bar gli occhi sono scivolati sull’espositore dell’edicola affianco e ho visto una famosa collana di poket a 5 (!) euri di autori famosi e meno famosi. Con il caffè già trangugiato esco per andare al binario quando ritorno sull’espositore e lì ho acquistato dye volumetti. Sul treno ho esaminato il libro di un perfetto sconosciuto (dichiarato anche nella quarta come “esordiente al suo primo romanzo”) e ho iniziato a leggerlo: 600 e più Pagine in font quasi illeggibile, 10 k meno, di una storiella, mi pare di un archivista medievale, a mio avviso senza mordente.
          Che lezione ne ho tratto?
          Che in libreria si trova di tutto, un po’ come quando vai bel bosco di Alice e non è detto che agli editori, come più di qualcuno mi ha palesato come un “difetto in parrenza” , abbiano un limite autoimposto.
          Non so se la mia storia poteva essere raccontata in 200 pagine o meno, forse, chi lo sa!, ma il mio stile, al di là della necessità, come mi hanno insegnato, sta anche nel processo descrittivo, nell’uso degli aggettivi, nel…
          Nello scrivere come piace.
          E questa la cosa più goduriosa del mondo, so che capirà ciò che voglio dire: siamo i padroni di un mondo fantastico, come il Pandora del film, sta a noi farlo vivere e come viviamo in esso così vogliamo che altri lo vedano.
          Con la magia delle parole (e delle parafrasi, grazie le adoro).
          A presto,
          Andrea.

          Rispondi
          • Si scrive per sé stessi, ma anche per gli altri. Credo che si debba fare di tutto per trovare un equilibrio, se si desidera essere pubblicati (e letti).

  3. TRENTIN AGENCY: stare alla larga!
    Dopo essermi letto con attenzione “Agenzie letterarie: come scegliersi quella giusta”, per insondabili motivi ho scelto Trentin Agency. Magari, ho pensato, uno che vive e lavora in un piccolo centro di provincia ti dà meno fregature di uno che sta a Milano…
    Sia come sia, scelgo Trentin. Contratto semplice e breve, dietro versamento di € 185 Trentin si impegna a valutare il mio manoscritto “dal punto di vista editoriale e commerciale”, compilare e spedire entro 40 giorni lavorativi “la relativa nota critica di lettura”, nonchè Informarmi sull’eventuale disponibilità da parte dell’agenzia a rappresentarmi in esclusiva per l’opera inviata.
    Trascorsi un paio di mesi arriva la “nota critica di lettura”, la quale consiste in 12 righe di testo di più o meno totale stroncatura. “L’idea da cui prende forma il manoscritto – esordisce il critico – non è certo originalissima, perché… nel corso dei decenni passati molto si è detto e si dice ancor oggi sulla vicenda della città (oggetto del saggio)”. In realtà il testo è stato letto da alcuni storici esperti dei temi trattati che hanno trovato il mio scritto molto originale e diverso da quanto sino ad oggi pubblicato. Andiamo avanti. “Ci ha convinto poco anche la struttura, non ancora sviluppata come ci si aspetterebbe…”. Chi mi legge dovrebbe sapere che ho lavorato per aziende di consulenza di fama mondiale e che ho imparato a scrivere (oltre che dal Liceo Classico) da editor cazzutissimi, tra cui l’autrice di “The pyramid principle” che è la mia bibbia su come va strutturato un discorso. “… non le è stata alleata la scrittura ma, a nostro parere, è in particolar modo lo scheletro narrativo a non rendere giustizia al testo”. Infine “Più che a un manoscritto di saggistica a grande divulgazione, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a un lungo articolo dove gli argomenti non sono mai ben delineati e approfonditi”. Fine.
    Questa sarebbe “la nota critica di lettura”. Certo, tutto dipende da cosa significano le parole. Indipendentemente dalla giustezza delle sue osservazioni, Trentin mi ha venduto come pranzo gourmet un uovo sodo e un bicchier d’acqua. Lui ha spacciato per nota critica quattro stupidaggini prive di qualsiasi utilità. Infatti gli ho risposto chiedendogli di illuminarmi circa i commenti che avete letto facendomi magari qualche esempio concreto che mi guidasse per una revisione del testo. Niente. La mia conclusione è la seguente
    a) dell’argomento che io ho trattato il lettore dell’agenzia Trentin non sa assolutamente nulla, e dato il tema si tratta di ignoranza grave
    b) questo è comprensibile, ma ciò che è peggio è che chi doveva leggere il libro lo abbia semplicemente scorso per farsene un’idea, sola spiegazione perchè non vi sia alcun riferimento a passaggi del testo… probabilmente non c’era dietro nè cultura nè competenza editoriale per svolgere una simile analisi
    c) non basta, Trentin è stato anche disonesto perchè ha mancato nella funzione fondamentale di un agente letterario, cioè tentare di aiutare l’autore a migliorare la sua opera attraverso suggerimenti concreti e non osservazioni puramente generiche di nessuna pratica utilità.
    Pessima agenzia. Alla larga!

    Rispondi
    • Purtroppo resto dell’idea che se chiedono soldi per una scheda, si debba sempre stare alla larga. Ognuno è libero di agire come crede, ma a quanto dice hanno fatto una lettura a dir poco superficiale e poi una bella supercazzola. Per capire se un testo merita di essere letto, e se ha delle potenzialità, bastano anche 3 pagine – lo so che molti diranno non è possibile e bla bla -, ma non mi interessa. La prima valutazione dovrebbe essere gratuita proprio per questa ragione, si fa una scrematura subito e poi si leggono i manoscritti che hanno superato la prima prova (senza costi, perché è il rischio imprenditoriale delle agenzie fare scouting!).
      Grazie per il commento che sarà d’aiuto a molti, gli autori hanno la possibilità di farsi sentire, ma devono uscire fuori e raccontare le loro esperienze come hai fatto tu. Di nuovo grazie.

      Rispondi
  4. Molto interessante, ho avuto a che fare con una agenzia, molto seria, che non ha chiesto soldi…. vi ho scritto una mail, e spero ricevere una risposta.
    Grazie ancora.

    Rispondi
  5. Buongiorno, faccio una domanda che in parte esula dall’argomento. Cosa pensate dei Concorsi letterari che sembrano ormai “un trampolino di lancio”? Una nota autrice italiana mi consigliò i concorsi come canale per la pubblicazione. Per la maggior parte sono a pagamento e alcuni se vuoi una scheda di valutazione chiedono molti soldi.

    Rispondi
    • Di concorsi ce ne sono tanti, troppi e molti sono pilotati (da quanto sappiamo) e con la scusa dell’iscrizione gli organizzatori guadagnano bene senza fare nulla. Se poi chiedono anche soldi per la scheda di valutazione, è chiaro che il loro scopo è solo il guadagno, di aiutare qualche autore a pubblicare non gli interessa. Se sono gratuiti hanno senso, altrimenti li eviterei.

      Rispondi
  6. Buongiorno, vorrei proporre la mia raccolta di racconti brevi, brevissimi e flash, ma nei vari siti delle agenzie si parla sempre e solo di romanzi. Ho qualche possibilità di essere letto?

    Rispondi
    • Li abbiamo contattati e non ci hanno risposto. Sul sito chiedono soldi per un’inutile scheda di valutazione di ben 7 paginette! Dove sta la serietà? Se vuoi fare l’agente letterario (vedi: scout) caricati sulle spalle il tuo rischio d’impresa e non approfittati di poveri illusi – spesso con scarse doti letterarie – che vogliono pubblicare a tutti i costi.
      Semplifico: se un’agenzia chiede soldi per la lettura (con annessa inutile scheda), noi la sconsigliamo.

      Rispondi
  7. Buongiorno Giuliano, perdona una domanda, consigli di stare alla larga dalle agenzie letterari che chiedono soldi per valutare un inedito, ma tutte le agenzie che consigli li chiedono.
    Non solo, mi sembra di capire che proprio tutte le agenzie letterarie chiedano soldi per leggere gli inediti.
    Da un lato la vedrei come una cosa normale, ossia che le ore di lavoro vadano sempre pagate, però non ho esperienza nel settore.
    Posso chiederti se abbia frainteso il tuo testo?
    Grazie

    Rispondi
    • Noi non consigliamo alcuna agenzia, ci sembrava fosse chiaro, visto che nell’articolo c’è scritto: Non sono inserite per merito e da parte nostra, almeno in questo articolo, non daremo alcun giudizio di valore. Chi vuole capire…

      Rispondi
  8. Felice di aver trovato questo sito!
    Noi scrittori in erba abbiamo davero bisogno di qualcuno che ci aiuti a districarci nella giungla sempre più intricata delle case editrici.
    Per quanto mi riguarda, scrivo un po’ di tutto… Da anni, un po’ per ripiego, pubblico articoli su riviste locali e ho anche pubblicato un libro ossia una fiaba presso “Costruttori di pace” (una piccola casa editrice, non basata sul mero guadagno ma con molte pecche) e ho tanti testi nel cassetto che aspettano di vedere la luce.
    Senza vanto, posso dire che amici e parenti apprezzano quanto scrivo e m’incoraggiano a publicare. Ciò è sicuramente stimolante, una conferma che aiuta a non gettare la spugna. Ma non sapendo come e a chi proporli, mi è passata un po’ la voglia, pur sapendo che scriviamo sia per noi che per gli altri. Se ci crediamo, dobbiamo fare il possibile per condividere il nostro mondo interiore ossia quei pensieri, intuizioni, esperienze e riflessioni che riteniamo potenzialmente validi, utili e interessanti anche per il prossimo.
    Mi ripropongo di contattarvi non appena possibile in privato per sottoporvi qualche fatica letteraria.
    Intanto GRAZIE!

    Rispondi
    • Buongiorno Elena, noi proviamo a dare una visione più obiettiva e realistica del settore editoriale. Gli autori possono e devono sognare, non per questo i molti “furbi” dell’editoria si possono permettere di offrire servizi, il più delle volte inutili, a prezzi iperbolici. In bocca al lupo, e per qualsiasi cosa noi siamo qui.

      Rispondi
  9. Grazie ancora! Come detto vi contatterò presto. Vorrei sottoporvi alcuni scritti, ma spazio tra vari generi (fiabe, romanzi, poesie, monologhi, racconti umoristici etc.). Non è un difetto lo so ma… ho l’imbarazzo della scelta! 🙂 Magari, se possibile, cercherò di contattarvi prima telefonicamente.

    Rispondi
      • Grazie per l’utile indicazione. Provvederò al più presto!
        Pian piano sto leggendo tutto il sito, ricco di contenuti davvero utili oltre che accattivanti (adoro l’ironia e alcune frasi mi hanno fatto ridere parecchio):-)) Proprio un bel mix, vi si legge volentieri.
        Solo che mi sono un po’ persa tra le varie indicazioni e definizioni, che francamente mi hanno anche fatto venire un po’ di ansia… editing, editor, tutoring etc.: non è evidente venirne a capo!
        Comunque ancora complimenti, non so dire se siete il miglior sito in rete ma tra quelli che finora ho visitato io, sicuramente sì!
        Dunque mi sembra giusto dire, anche pubblicamente, che i vostri sforzi per dare suggerimenti chiari e competenti a chi come me ha la passione della scrittura ma non sa dove dirigersi per pubblicare, meritano gratitudine (e non vi sto adulando).

        Rispondi
        • Grazie a lei per i complimenti. Proviamo a rendere più comprensibile ciò che è stato inutilmente reso complesso, ci rendiamo conto quanto sia difficile districarsi in un mare di definizioni che nella maggior parte dei casi servono solo a confondere.

          Rispondi
  10. Buongiorno sono la mamma di una ragazza di 16 anni che scrive da quando ne ha 7. Scrive poesie e racconti. Uno di questi ha vinto un premio. Non ha ancora scritto un romanzo o meglio ha iniziato l’estate scorsa con poi con il liceo si è fermata. Insomma i professori dicono che ha talento e che dovrei cominciare a trovarle un editore. Io sono molto scettica e la sto convincendo a trovare un piano B per il futuro. Per fortuna forse farà Fisica all’Università. Poi però mi è venuto lo scrupolo. E se i professori avessero ragione? Lei dice che scrive per sé stessa ma non so se ne è veramente convinta. Di sicuro scrive perché non ne può fare a meno e per il momento va bene così. Mi piacerebbe avere un parere tecnico per capire se è il caso di sostenerla o addirittura stimolarla verso un certo tipo di percorso editoriale. Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno, a nostro avviso si scrive perché si ha il bisogno di comunicare agli altri il proprio mondo interiore. Spesso la scrittura ha un potere catartico e permette all’autore di tirare fuori concetti e sentimenti che altrimenti non saprebbe come esprimere. Quindi che scriva per sé stessa e poi si vedrà, senza forzarla anche perché scrivere romanzi non è, in Italia, una carriera con cui sopravvivere a meno ché non si vendano 50.000 copie l’anno e a farlo sono solo una decina di scrittori. Le lascerei seguire la sua strada, in fondo molti autori pubblicano romanzi ma sopravvivono con mestieri nello stesso settore (editor, correttori di bozze, agenti). Le confesso che ci arrivano molti CV di persone, anche grandi e con esperienza, a fronte di cambiamenti di settore e anche per l’avvento della I.A.

      Rispondi

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Verificato da MonsterInsights