L’analfabetismo funzionale dilaga come l’epidemia di peste bubbonica nel 1630! Di sicuro fa meno vittime, ma comunque danni incalcolabili nelle menti delle persone.
Il termine indica l’incapacità di una persona di usare scrittura, lettura e anche calcolo in modo efficace. In pratica, chi ne è affetto, non capisce “una mazza” di quello che legge e non riesce a comprendere e fare una valutazione corretta delle molteplici informazioni che gli arrivano attraverso determinati canali.
Semplificando:
- Legge, ma non comprende.
- Fa di conto, ma sbaglia.
- Scrive senza essere chiaro.
In pratica abbiamo di fronte a noi un vaso vuoto, che apparentemente è introdotto nella società, ha studiato – spesso è anche laureato – eppure la sua mente sembra quasi aver disimparato le basi della comunicazione scritta. Di sicuro non è un bibliomane, visto che il problema base è che gli analfabeti funzionali non leggono romanzi, solo i titoli delle notizie “clickbait“.
Chi soffre di analfabetismo funzionale non se ne rende conto
Potrebbe sembrare un paradosso, ma molte delle email che ci arrivano sono davvero scritte male. Capita di non riuscire a capire cosa volevano comunicare.
Eppure PennaRigata è un blog “di scrittura e lettura” perché noi facciamo editing dei romanzi e altri servizi agli autori. Quindi, se ci scrivi, dobbiamo presumere che tu sia un lettore accanito, che conosci la grammatica e la sintassi e che scrivi molto. Giusto?
Invece non è così. Perché l’analfabetismo funzionale non è solo una questione di cultura, ma c’entra anche, questo è più un nostro parere, la forma mentis delle persone. Ormai tutti credono di sapere tutto, si è virologi, economisti, esperti di tattica di militare e, ovviamente, allenatori di calcio.
Questo atteggiamento porta a una profonda superficialità sia quando si scrive, e soprattutto quando si legge. Si butta un occhio sul titolo della notizia (di frequente falsa), magari si dà una scorsa a due tre sottotitoli e si è convinti di aver capito.
A lungo andare, questo modo di fare, diventa la norma e in meno tempo di quanto si possa credere si diventa degli analfabeti funzionali. È un processo lento e sembra quasi inesorabile, perché chi ne soffre non lo ammeterà mai!
Un esempio concreto
Noi di PennaRigata facciamo dei post sponsorizzati su Facebook per farci conoscere. C’è scritto in modo chiaro, almeno per noi, cosa facciamo:
Due, dico due, semplici servizi (facciamo anche correzione di bozze, ma è un’altra storia). Eppure capitano spesso fenomeni, anche nei commenti sul post (che cancelliamo), che chiedono se devono pagarci per essere pubblicati.
Altri, invece, ci scambiano per una agenzia letteraria. O non sanno cosa sono, oppure non hanno capito nulla del post appena letto!
Siamo editor, ma ci scambiano per agenzie o case editrici.
La nostra comunicazione potrebbe non essere perfetta, però un conto è confondere alcune sfumature, altro è inventarsi di sana pianta il significato di ciò che si legge dato che nel suddetto posto non ci sono scritti i termini “agenzia letteraria” o “editore”.
Abbiamo provato a modificare il testo, semplificandolo al massimo e facendone quasi un riassunto, ma commenti idioti e email insensate continuano ad arrivare.
Analfabetismo funzionale: l’Italia in Top10
E noi che dovremmo essere un popolo di poeti? Un tempo, forse. Oggi l’Italia è ai primi posti nella classifica dei Paesi con la più alta percentuale di analfabeti funzionali.
Una buona parte vive nelle zone del Sud e del Nord-ovest. Al contrario, riescono a non farsi travolgere troppo da questa epidemia il Centro e le Isole.
Per quanto riguarda la classifica mondiale siamo al 4º posto pari merito con Israele e Spagna:
- Giacarta (Indonesia), 69%
- Cile, 53%
- Turchia, 47%
- Italia, 28%
- Israele, 28%
- Spagna, 28%
- Grecia, 27%
- Singapore, 26%
- Slovenia, 25%
- Francia, 22%
E guarda caso l’Italia è una delle nazioni dove si legge di meno…
Esiste anche l’analfabetismo funzionale di ritorno. Tale condizione riguarda persone che hanno studiato e, dopo anni dal conseguimento della laurea, hanno ormai abbandonato la lettura limitandosi, spesso, solo a testi inerenti le loro attività.
Qual è la causa dell’analfabetismo funzionale?
Secondo molti studi le cause dell’analfabetismo funzionale sono molteplici che trovano terreno fertile in una società comandata da internet e dai social.
Non è lo smartphone il problema, ma l’uso assurdo che ne facciamo. È diventato “tutto” per troppe persone. Quante volte, se si deve far un calcolo anche semplice, si prende il telefono e lo si fa con la calcolatrice? Per calcoli complessi, o che riguardano cose molto importanti ha senso, per sicurezza.
E quante volte ci troviamo di fronte a tre, quattro o anche cinque persone che per dividere il prezzo di uno scontrino tirano fuori in simultanea i loro telefoni?
La mente deve essere allenata o si atrofizza, si impigrisce e inizia a non avere più l’elasticità necessaria per comprendere un testo leggermente più complesso o fare una banale somma algebrica.
Anche gli stessi articoli, ormai, vengono scritti in funzione degli analfabeti funzionali: semplici, brevi con titoloni che “dovrebbero” riassumerne il contenuto. Troppo di frequente leggo incredibili discussioni per dei post sui social solo perché, l’analfabeta funzionale di turno, dice la sua su un articolo avendone letto solo il titolo!
La definizione più compiuta sull’analfabetismo funzionale è dell’Unesco e risale al 1984, ma tutt’ora le cause precise e certe che lo causano non sono state individuate. In generale si ipotizza che siano di carattere socio-culturale come:
- abuso dei social e di internet in generale,
- basso livello di istruzione,
- mancanza di esercizio mentale (lettura e calcolo),
- abuso della televisione.
Ormai si tende, giustamente, a puntare il dito soprattutto sull’uso eccessivo delle nuove tecnologie (smartphone in primis). Non è il cellulare da demonizzare ma, e ci ripetiamo, l’abusarne.
Come si cura?
Leggere fa bene e questo ormai è scientificamente provato, ma tra i vari benefici c’è anche quello di contrastare l’analfabetismo funzionale. Rispetto alle molte medicine che assumiamo, la lettura è in grado curare completamente, a patto che si continui a leggere.
Purtroppo molte persone, una volta tornate a casa dopo una giornata di lavoro, preferiscono passare il loro tempo libero davanti a uno schermo, piuttosto che dedicarsi a un bel romanzo.
Non è necessario leggere per quattro ore di fila, basta anche una mezz’ora tutti i giorni e si avranno in cambio, oltre all’infinito piacere della lettura, tanti benefici per la mente e lo spirito.