La cartella editoriale è uno strumento fondamentale per scrittori e professionisti del settore editoriale. Serve a uniformare i manoscritti, facilitando il lavoro degli editor e garantendo una valutazione chiara e oggettiva del testo.
Una cartella standard contiene:
- 1800 battute (spazi inclusi), corrispondenti a circa
- 30 righe di 60 battute ciascuna.
- Questo formato non è solo utile per concorsi e invii a case editrici, ma è anche indispensabile per calcolare il numero totale di cartelle del tuo romanzo e i costi associati.
Le agenzie (editoriali come noi o letterarie) la usano per capire il costo di ogni servizio. Diventa quindi essenziale saperla calcolare per farsi un’idea di base.
Noi usiamo come termini il numero di caratteri spazi inclusi, come altri professionisti seri, perché più preciso e immune da qualsiasi interpretazione personale (visto che alcuni considerano una cartella editoriale, per esempio, un pagina in word di 2.000 caratteri).
Voi per la valutazione gratuita chiedete di inviare 20 pagine + sinossi in word!
Potrebbe sembrare un controsenso, in realtà è una piccola trappola con cui iniziamo a capire chi è e come si comporta l’autore.
Ci arrivano SEMPRE file che, una volta formattati, sono di almeno 30 o più cartelle editoriali. Se un romanzo è buono, lo capiamo dalla sinossi e, il più delle volte, dalla prima pagina che leggiamo.
Se indichiamo nella email di risposta che il testo ha un determinato problema (di solito il non aver seguiti i dettami dello Show don’t tell), nella maggior parte dei casi riceviamo una risposta degna di un pezzo di travertino:
Avete ragione, poi il romanzo cambia
Non è vero. Il manoscritto rimane un’accozzaglia di pensieri e pippe mentali. Il record lo ha raggiunto un autore/autrice che ci ha inviato un file di pagine che, una volta formattato, era di ben 80 cartelle editoriali.
Quando si usa la cartella editoriale come standard
La cartella editoriale può essere vista come l’unità di misura usata in vari contesti editoriali. In modo particolare nel giornalismo o nel copywriting in modo da avere un controllo automatico e rapido sulla lunghezza del testo.
stessa cosa riguarda l’editoria e in modo specifico per la pubblicazione di romanzi. Le agenzie letterarie, per esempio, quando vendono i loro servizi – come la valutazione manoscritti a pagamento attraverso la scheda – hanno un preziario in base al numero di carelle.
Non vogliono sapere il numero di pagine, che può variare in base alla formattazione, ma ancora più nello specifico il numero di caratteri (spazi inclusi), che compongono il testo che si vuole far valutare. La cartella editoriale è data dal numero dei caratteri diviso 1.800 (per alcuni 2.000).
Se il tuo romanzo è di 400.000 caratteri (spazi inclusi) diviso per 1.800 = circa 220 cartelle editoriali.
La cartella editoriale e le sue “funzioni”
Infatti alcuni possono commissionarie un testo in cartelle editoriali, o in battute (di solito spazi inclusi); nei concorsi letterari una delle condizioni che spesso viene data nel regolamento è il numero di cartelle editoriali con relativa formattazione del testo.
Noi di PennaRigata, per la valutazione gratuita dei romanzi, richiediamo l’invio di 20 pagine + sinossi (in Word all’indirizzo: info@pennarigata.it), non parliamo di cartelle solo per semplificare la vita al neofita che potrebbe non conoscerne il significato preciso. È anche un modo furbo per capire chi si propone, perché se invia un manoscritto con carattere 8 per farci leggere molto più del necessario, per noi è un indizio…
Molti autori credono che “più sia meglio” quando in realtà, come spesso nello scrivere, l’essenziale colpisce maggiormente. Qualsiasi cosa spedisci a una persona nel settore editoriale, fai in modo che sia snella, essenziale e soprattutto richiesta. Altrimenti rischi di venir cestinato subito, senza via di scampo.
Tornando a come si calcola la cartella editoriale, precisiamo subito che per battute si intende il numero di caratteri (spazi inclusi).
Esempio: nella frase “domani vado a casa” le battute totali sono 18 di cui 15 “lettere” e 3 “spazi”.
Una cartella editoriale standard è un foglio di 1.800 caratteri, suddiviso in 30 righe da 60 battute ognuna. Ormai sui pc è semplice impostare tale formato.
Come impostare la cartella editoriale su Word
Per avere una cartella editoriale dovrai:
- impostare un font con carattere 12 (la dimensione delle lettere),
- dovrai poi andare su “Generale” e scegliere come tipo di allineamento “giustificato”,
- vai su “Spaziatura” e “Interlinea esatta” e metti il valore di 22 punti,
- infine spunta la casella “Non aggiungere spazio tra i paragrafi dello stesso stile”,
Fatto questo ti basterà andare nella finestra “Imposta pagina”, dal menù layout di pagina e inserire i seguenti valori per i margini:
- Superiore: 3 cm.
- Inferiore: 3 cm.
- Destro: 2,4 cm.
- Sinistro: 2,4 cm.
Di quante cartelle editoriali è il tuo libro?
Se vuoi sapere di quante cartelle editoriali è composto un tuo manoscritto, che non hai ancora impostato secondo quanto detto fin qui, ti basterà – su Word – cliccare in basso a sinistra il pulsante in cui sono indicati “numero parole” (esempio: 120.768 parole) e si aprirà una mascherina con alcuni valori tra cui Caratteri (spazi inclusi).
Dividi tale numero per 1.800 e avrai il numero di cartelle editoriali.
Come vedi la cartella editoriale è un formato standard abbastanza semplice, ti serve soprattutto per avere un’idea precisa di quanto è lungo il tuo testo e per partecipare ad alcuni concorsi.
Per esempio nel Concorso Arcimago vengono date delle indicazioni molto precise che devi seguire o verrai squalificato anche solo per una parola in più. Non chiedono cartelle editoriali ma, per esempio, una sinossi di massi o 600 parole.
E se lo supero? Che saranno mai una dozzina di termini in più?
Tipico modo di pensare all’italiana con cui nessuno vuole lavorare davvero. In questo caso specifico verrai squalificato anche per meno, perché se ti viene fatta una richiesta la DEVI accettare e non fare come ti pare perché ti credi bravo o pensi che chi sta dall’altra parte esageri.
Le regole vanno seguite, come nella scrittura che, prima di essere una forma d’arte è un mestiere. Tu non sei Van Gogh a cui era permesso destrutturare l’arte, sei un imbianchino.