Cos’è la valutazione di manoscritti inediti e soprattutto, vale la pena inviare il testo? Aspetta un attimo, non voltare pagina proprio ora che hai la possibilità di vedere come funziona l’editoria italiana.
I grandi editori non ti leggono, a meno che tu non abbia un seguito importante sui social o conosca bene qualcuno all’interno che ti leggerà. Perché gli editori fanno cose a caso, ma cercano di non pubblicare super schifezze (schifezze sì, vanno bene).
A questo punto una persona equilibrata capirebbe, dopo decine di no dai grandi editori (tipo Mondadori), che forse è meglio proporsi a CE più piccole per vedere se anche secondo loro il testo non è pronto. Loro, invece, li leggono e scelgono usando parametri simili (follower) ma con più attenzione alla qualità del manoscritto.
Se mandi un buon testo a una grande ricevi un no, da una piccola potresti ricevere un sì.
Inizia a pubblicare con le medio piccole, impara a conoscere l’editoria e le sue storture, parla con i tuoi lettori e impara le tecniche social e sociali per vendere di più. Ecco un metodo sano e che massimizzi il tuo potenziale (partendo dal presupposto che tu abbia tra le mani un romanzo di qualità).
E sono certo che la maggior parte dei miei lettori, magari sull’autobus, avranno alzato la mano con fierezza. Sicuri che il loro romanzo meriti una pubblicazione già sognano interviste e ospitate da Fazio! Sognare è sacrosanto, ma così è troppo!
Vuoi pubblicare?
Su molti siti di sedicenti case editrici e agenzie letterarie si trova lo slogan posticcio “Vuoi pubblicare il tuo romanzo?” in varie declinazioni. Il dubbio che molti autori hanno è se si tratti di vere opportunità professionali oppure di semplici fregature.
Prima di cambiare pagina/sito, perché il tuo unico desiderio è di vedere il tuo bel manoscritto trasformato in un libro, vai avanti nella lettura, potresti scoprire come la realtà è ben più pericolosa (e spesso truffaldina), di quanto credi.
In altri articoli abbiamo parlato delle agenzie letterarie, di editori seri e della malatissima editoria a pagamento, che noi sconsigliamo.
Ma non si paga solo per pubblicare (sbagliando), ma anche per avere un “giudizio” dagli esperti di settore, che spesso poi tanto esperti non sono.
Valutazione manoscritti inediti: i professionisti a cui rivolgersi
Noi di PennaRigata lavoriamo nel settore editoriale da molti anni, di sicuro ci sono tanti professionisti bravi, seri e corretti che agiscono con passione e dedizione. Allo stesso tempo, come in ogni ambiente, è pieno di soggetti il cui unico scopo è di guadagnare – spesso tanto – sulla pelle degli altri.
A nostro avviso la valutazione manoscritti inediti ha senso SOLO se non viene richiesta alcuna spesa! Non devi sostenere alcun costo, altrimenti significa che qualcosa non funziona. Molti, che si fanno pagare per una valutazione dei romanzi, potrebbero ribattere:
- Il mio tempo ha un valore.
- La mia professionalità deve essere remunerata.
- Come le pago le bollette?
- …
E una serie infinita di motivazioni apparentemente logiche che, con calma, andremo a invalidare facendo leva solo sulla banale logica commerciale.
Ma quindi a chi rivolgersi?
A chi non chiede soldi, lo ripetiamo e non finiremo mai di farlo.
Se si tratta di un editore è chiaro che il suo mestiere è di cercare testi validi (scouting), attività di cui LUI si deve caricare il rischio imprenditoriale. Tu sei l’autore, tu hai scritto il libro, sta a lui valutarlo ed eventualmente sceglierlo.
Non stiamo parlando di economia aziendale avanzata, ma di semplice logica. A ognuno, nella “catena del valore”, spettano costi e ricavi. Il costo di chi scrive è il tempo impiegato per elaborare e mettere nero su bianco il romanzo.
Se ti chiedono aiuti economici di qualsiasi tipo come:
- spese amministrative,
- acquisto di copie,
- costi non meglio identificati,
- costi per la valutazione dell’inedito,
- per la scheda di valutazione,
- …
Il nostro consiglio è di scappare, subito.
Un esempio concreto
Proviamo a fare un esempio per capire quanto sia sbagliata l’idea di pagare per la valutazione di manoscritti inediti: hai un’attività commerciale, ogni giorno entrano dei possibili FORNITORI (non clienti) per proporre dei prodotti.
In un mondo normale il negoziante pagherebbe il fornitore per la merce. Nella follia della valutazione degli inediti accade, invece, che il fornitore (l’autore), paga il negoziante per dargli il proprio prodotto!
Al fruttivendolo, il contadino, dà le carote e in più dei soldi?! Non ha alcun senso.
Ciò accade perché si fa leva sull’ego di chi scrive, spesso anche sulla sua ingenuità, abbindolandolo con vane promesse di un futuro roseo come grande scrittore. Molti, in editoria, danno garanzie di ogni genere pur di prenderti all’amo. Per l’oste il suo vino è sempre il migliore, ma un conto è un po’ di sana pubblicità, altro spacciare un rosso per un elisir di lunga vita che ti fa anche diventare più bello.
Com’è nata la prassi di farsi pagare per leggere?
L’editoria è in crisi? Sì e no. Se lo fosse davvero non nascerebbero così tanti nuovi “editori” e non verrebbero pubblicati centinaia di migliaia di nuovi testi ogni anno!
Però si legge sempre meno, di libri non se ne comprano più come un tempo, allora sto benedetto carrozzone come diavolo fa ad andare avanti?
Prima abbiamo parlato di “ego degli autori”, purtroppo esiste anche quello altrettanto ipertrofico di moltissimi editori, editor e altri personaggi di questo ambiente. Si danno un tono, se la tirano un po’, hanno potere su chi scrive tanto che possono addirittura decidere cos’è cultura e cos’è solo spazzatura.
Sono una marea i testi che hanno avuto successo solo perché qualcuno lo ha deciso.
Il potere della vita sulla morte.
Capita che si faccia editoria per amore della letteratura, ma ormai sono sempre meno le persone che approcciano a questo mondo con un atteggiamento tanto puro.
Pecunia non olet
Tornando ai soldi. Le case editrici, almeno la maggior parte, si muovono come negli anni ’60 (dell’800, sia chiaro) e non riescono a contrastare la violenza con cui sono stati aggrediti dagli altri strumenti di intrattenimento come streaming, giochi per console e social.
Così hanno deciso di fare una cosa tanto semplice quanto banale: esternalizzare i costi. In pratica hanno mandato via scout ed editor per abbattere il costo del personale, una scelta che neanche i peggiori keynesiani avrebbe preso in considerazione.
Sul mercato del lavoro si sono riversate migliaia di persone, spesso molto brave, che per sopravvivere hanno creato delle loro attività (editor freelance, copywriter, piccoli editori, ghostwriter…).
Altri, magari con più contatti e un network più importante, si sono trasformati in scout e agenti letterari. All’inizio operavano come fanno in tutto il mondo: cercando talenti, coltivandoli e proponendoli alle case editrici guadagnando con le royalty.
Con il tempo si sono resi conto che potevano guadagnare molto di più facendo pagare la lettura dei testi e, per giustificarne i prezzi iperbolici, hanno aggiunto le “schede di valutazione”. Si tratta di qualche paginetta in cui si dovrebbero indicare i punti di debolezza di un testo ed eventuali interventi da fare.
La scheda è inutile
Siamo molto netti in questo, forse eccediamo un po’, però in linea di principio la stragrande maggioranza delle schede che abbiamo letto sono davvero inutili. Di solito, come prima cosa, ripropongono con qualche frase altisonante la trama (copia/incolla per furbi). Poi appiccicano sul file una mezza dozzina di pagine in cui citano testi di scrittura creativa e soprattutto innalzano a vera e propria opera d’arte la
SUPERCAZZOLA
(ecco spiegata la foto di questo articolo)
Una scheda è una istantanea di un testo e, anche se fatta al meglio, offre solo una visione limitata e momentanea. Un romanzo è un flusso di pensieri, azioni e dialoghi che sono interconnessi tra loro. Se modifichi un elemento, magari a metà della trama, anche ciò che hai scritto prima (e soprattutto dopo), dovrà cambiare.
E stiamo parlando di schede valide, in generale sono delle vere accozzaglie di sconcertanti banalità fumose che non hanno nulla di utile. Scrivere è prima di tutto un lavoro artigianale, non filosofia. Si deve imparare il mestiere mettendo mano a ciò che si scrive sotto la supervisione di un professionista.
Un falegname non spiega per ore all’apprendista su come si debba piallare una porta! Prende un pezzo di legno e gli mostra come si fa, dalle basi fino ai trucchi più particolari per fare un lavoro di qualità. Per la scrittura è la stessa cosa, solo ci si sporca di meno.
Valutazione manoscritti inediti: alcune supercazzole…
Negli anni, molti nostri autori ci hanno mostrato le schede di valutazione fatte da agenzie letterarie ed editor per chiederci spiegazioni e chiarimenti. In linea di massima c’era poco da spiegare, si trattava di frasi fatte condite da termini più o meno tecnici che non davano alcun aiuto all’autore.
Vediamo alcune delle frasi più iconiche:
Buona consapevolezza della lingua italiana, da rendere più efficace nella ricerca della pertinenza.
Qui siamo a livelli che neanche il conte Mascetti…
Nella seconda parte la storia rischia di scivolare nella iper-trama.
E non deve accadere!
…voce da emancipare, da rendere disinvolta.
Ed emancipala questa benedetta voce e soprattutto rendila disinvolta con un berretto da baseball e un paio di jeans.
È fondamentale il modo in cui il narratore presenta i personaggi. Se questo non avviene adeguatamente il lettore fatica a mettere a fuoco la storia e chi la popola. Le descrizioni, poi, andrebbero variate.
Fortuna che ce lo ha detto lui…
Per rendere vivo un personaggio è difficile costruire la sua personalità e il suo aspetto addizionando tratti psicologici e caratteristiche somatiche.
Sì, forse dovremmo addizionare e frizionare un po’ la cute.
Scrivere un dialogo è complesso perché non è sufficiente imitare la realtà, bisogna rielaborarla.
Tre etti di banalità per la signora!
…i dialoghi non sono editati, lavorare sull’acquisizione empatica e formale, sul ritmo.
Acquisizione empatica, noi non abbiamo capito cosa significa.
La supercazzola assurge a vera e propria arte nelle mani di chi fa la valutazione di manoscritti inediti attraverso le schede.
Ma quanto si guadagna per la valutazione di manoscritti inediti?
Tanto. Davvero troppo. Ognuno è libero di offrire il servizio che ritiene opportuno decidendo quanto farsi pagare, allo stesso tempo gli autori dovrebbero provare a informarsi meglio e non farsi prendere dalla fregola della pubblicazione credendo di essere dei fenomeni della penna!
I prezzi, per la valutazione di manoscritti inediti, variano dai 200 fino anche ai 600 euro, dipende il più delle volte dal blasone di chi propone il servizio. Per leggere un romanzo di 200 pagine e fare una scheda ci vogliono circa 2-3 giorni di lavoro, si fa presto a capire quanto questa attività sia molto più remunerativa della rappresentanza editoriale o anche degli stessi editing!
Si guadagno di media 100-150 euro al giorno per un impegno costante, certo, ma non troppo faticoso. Perché alla fine, questo è il problema, le schede non sono altro che un’accozzaglia di frasi fatte, banalità e supercazzole che si scrivono con un rapido copia/incolla.
A chi chiedere?
Ripeto: a chi non chiede soldi. Mi contattano molte persone sui social o via email chiedendomi lumi sull’editoria. Ma io faccio l’editor di romanzi, non sono un consulente editoriale e il mio tempo e le mie nozioni hanno un valore.
Per questa ragione ho deciso di creare un Blog “contromano” rispetto ai finti motivazionisti sorridenti che si trovano sul web! Pubblicare è difficile perché:
- scrivere un buon romanzo è difficilissimo, la scrittura non è solo arte ma anche tecnica,
- l’editoria italiana guadagna sul sommerso fatto di valutazioni, schede, pizzini ed emoticon, non ha nulla di serio (o almeno pochissimo).
Qualcosa sta lentamente cambiando “dal basso”, intendo che i piccoli editori (nel 2024 hanno perso quote di mercato), si sono resi conto di doversi emancipare e allontanare dalla grande editoria che gioca con regole differenti.
Seguendo uno stile di valutazioni più anglosassone hanno capito che il vero tesoro non è nei poveretti che prendono all’amo, la famosa EAP o le agenzie letterarie, ma nel sommerso di buoni testi ignorati e dimenticati.
Per farlo hanno cambiato, ancora sono pochissimi, il modo di valutare usando alcuni strumenti:
- Pitch.
- Concept.
- Sinossi dettagliata e soprattutto breve.
- valutazione dell’incipit del romanzo.
- informazioni varie come target di lettori e genere.
A un professionista basta poco per capire se un testo va rifiutato o se gli si deve dare un’opportunità. Durante il Premio Arcimago (sono stato giudice di Prima Fase), valutavo i romanzi leggendo questi elementi, e l’incipit era di sole 3 cartelle editoriali.
Valutazione manoscritti inediti, conclusioni
Per quanto possa sembrare semplice, la discriminante – sempre secondo la nostra personale idea – per capire la serietà di un editor/agenzia è il fatto che non si faccia pagare per la valutazione del testo.
Non ci sono alternative. Il lavoro di una agenzia è prima di tutto lo scouting che non può ricadere sugli autori (ricordi l’esempio del fruttivendolo?). Ormai la maggior parte delle agenzie, per la valutazione del romanzo, mettono come condizione la scheda: è un ricatto.
Per uscire da questa situazione si può solo smettere di pagarli, avere pazienza che le case editrici rispondano e crearsi una carriera partendo dalla piccola/media editoria. In troppi pensano solo a Mondadori o Sellerio.
Se il tuo romanzo viene rifiutato da tutte le case editrici italiane, non potrebbero essere perché non hai il minimo talento o perché non conosci gli strumenti del mestiere? Se così fosse leggi più che puoi dei generi più disparati, studia i manuali di scrittura (per quel poco che possono darti), informati online ed eventualmente proponi il testo a chi non chiede soldi.
Se vuoi puoi inviarci le prime 20 cartelle editoriali+ sinossi (in Word, altri formati saranno cestinati) all’indirizzo:
info@pennarigata.it
In tempi relativamente brevi ti daremo una risposta sintetica, speriamo utile e gratuita!
Spero siate sufficentemente in buona fede e non cerchiate come molti altri SOLO di depredare denaro.
Io non pretendo di essere unico ed infallibile, ma credo altresì di aver scritto 3 libri , forse sarà meglio dire manoscritti tutti INEDITI che narrano storie vere, sia nel mondo dello spettacolo che di episodi , a volte molto crudi, dell’ultima guerra mondiale.
Il terzo è una storia sintetica della storia del Teatro.
Ora se non potrete presentarmi ad un agente letterario serio….vi pregherei di lasciar perdere.
Grazie dell’attenzione.
Guido Renzi cantante importante degli anni 60 70
Gentile Guido, purtroppo non conosciamo alcuna agenzia “seria”, chiedono sempre – o quasi sempre – soldi. Cordiali saluti.
Salve , ho una raccolta di poesie . Vorrei sapere se fate pubblicazione e stampe e i costi per favore
Non siamo una stamperia, ma editor.
Vorrei ringraziarvi. Dopo mesi di ricerche storiche e scientifiche e ore (anzi, mesi) trascorsi a scrivere e fantasticare davanti al PC, ero riuscito a completare un testo di quasi 750.000 battute. Con i suoi pregi, ma anche difetti che lo rendevano ancora acerbo per essere presentato a un editore serio. Le ingenuità da esordiente, che forse avrei notato nei romanzi altrui, mi sfuggivano nel mio. Nessuno avrebbe saputo darmi i consigli giusti, e avrei speso inutilmente denaro con qualche agenzia letteraria. Ma il pericolo più grande era un altro: avrei potuto compromettere, se davvero esistono, le potenzialità della mia opera, un fuoco d’artificio spettacolare ma ancora difettoso, destinato a esplodere a terra anziché in cielo.
Poi fortunatamente ho scoperto per caso Pennarigata. In tempi rapidissimi, ho ricevuto critiche e suggerimenti gratuiti sulla base dell’incipit, e invece di offendermi, ne ho fatto tesoro. Ora sto correggendo tutto il testo, approfondendo e applicando consapevolmente concetti e tecniche narrative per me nuove, come il “Show, don’t tell” suggeritomi.
Non mi arrendo. Proprio come i personaggi del mio libro, continuo ancora con umiltà a sognare di pubblicare un buon romanzo. E questo, anche grazie a voi. Questa testimonianza mi pareva dovuta, buon lavoro.
Gentile Giuseppe, grazie per le belle parole. Speriamo possa trovare un editore valido che valorizzi il suo romanzo. Complimenti per essere una delle rare persone che accettano le critiche costruttive e si mettono in discussione.