Se invii il tuo testo a una CE, e ti viene chiesto un contributo economico, allora quella è editoria a pagamento. Il metodo più in voga per spillare soldi è di obbligare l’autore all’acquisto di copie a prezzo scontato (a volte anche 20-30 fino a 200).
Anche se vorresti pubblicare, perché è il tuo sogno, quella della EAP è una scorciatoia che non porta, però, da nessuna parte.
Queste fantomatiche CE (o meglio stamperie), una volta stampate le copie che ti devi accollare, non faranno nulla di nulla:
- non promuoveranno il testo,
- e non ti organizzeranno presentazioni,
- ancor meno pubblicità su riviste di settore,
- non manderanno copie ai bookblogger per delle recensioni,
- ovviamente neanche ai bookstagrammer,
- e non sarai in nessuna libreria, NESSUNA.
L’ultimo punto è senza dubbio il più importante. Scriveranno nel contratto fumose promesse e che sarai in tante librerie, perché distribuito da una delle due società di distribuzione italiane.
Non significa che verrà fatto, anzi. E se non sei in libreria, non hai davvero pubblicato un romanzo. Perché l’80% delle vendite sono trainate proprio dai negozi.
Le case editrici serie non chiedono nulla all’autore, dovrebbero invece dargli qualcosa. Gli anticipi, ormai, li offrono solo i grandi editori, ma quelli piccoli e seri non pretenderanno un aiuto economico.
EAP non è editoria, non smetteremo mai di dirlo
L’Editoria a pagamento, o più semplicemente EAP, non è editoria! So che potrebbe sembrare un controsenso, ma la EAP non è altro che un modo subdolo per spillare denaro.
La maggior parte di questi “imprenditori” – non me la sento di chiamarli editori – sfruttano i sogni di aspiranti scrittori per farsi pagare migliaia di euro per testi che, il più delle volte, non meritano alcuna pubblicazione.
Poi ci sono, al contrario, romanzi buoni che per una serie di motivi ancora non hanno trovato la loro strada. Così l’autore, tra disperazione e inconsapevolezza, finisce nella rete dell’editoria a pagamento.
Se un romanzo viene rifiutato da tutti, il più delle volte non è per sfortuna, ma perché è orribile.
Non vogliono il tuo testo, comprendine le ragioni
Di rifiuti, ogni autore, ne prende tantissimi. Lo so che è qualcosa di veramente deprimente, che ti butta il morale a terra e ti fa perdere la speranza.
Se vuoi diventare uno scrittore, è però parte integrante del gioco che devi accettare e soprattutto gestire in modo sano, come?
Tentando di capire le ragioni dei rifiuti, analizzando il testo con molta attenzione – senza presunzione – per comprendere se il problema è:
- la trama,
- la struttura,
- la storia,
- i dialoghi,
- i personaggi,
- l’italiano,
- …oppure altro.
Non vedere i “NO” come critiche distruttive, al contrario come opportunità di crescita. Certo, ormai poche CE inviano una risposta, magari spiegando le ragioni.
Ciò accade per evitare la nascita di inutili polemiche o uno scambio epistolare che, all’interno di una redazione, è uno spreco di tempo ed energie che il più delle volte non hanno.
Come capire i propri punti di debolezza e di forza?
Da soli, per quanto ci si impegni, è quasi impossibile rendersi conto oggettivamente di come si scrive, della qualità delle proprie opere. Anche amici e parenti sono inutili.
Ma mio cugino legge tanti libri.
Un conto è leggere, altro essere un professionista che vede i veri difetti e offre i consigli per risolverli. Un lettore giudica sul proprio gusto ed esperienze, un editor professionista in base a parametri che sono “oggettivi (o almeno ci si avvicinano molto).
In caso, anziché spendere migliaia di euro per l’editoria a pagamento, è meglio investirli per un editor professionista oppure, anche se meno validi, in corsi si scrittura. C’è ne sono anche di seri e abbastanza utili.
Editoria a pagamento, non è la soluzione
In tanti vorrebbero pubblicare un romanzo, la maggior parte non hanno le competenze per farlo, altri il tempo o il coraggio. Coloro che arrivano alla “vera” editoria sono pochi.
Si dice che pubblichi solo chi ha le giuste conoscenze, oppure le persone famose o dello spettacolo (in parte è anche vero), ma in linea di massima trovano la strada della pubblicazione molti buoni testi.
Basta andare in libreria, o anche vedere su Amazon, per rendersi conto che ci sono molti esordienti. Persone sconosciute che hanno proposto un romanzo seguendo i normali canali (invio diretto all’editore, concorsi letterari, Agenzie Letterarie).
Altra soluzione potrebbe essere il self-publishing, è una soluzione dispendiosa sia per il tempo che per il denaro investiti, ma che può offrire margini molto alti.
Di sicuro è migliore della EAP, anche perché investi su te stesso in modo diretto, imparando anche delle tecniche utili in futuro (es. come impaginare un libro, fare una copertina), anche se dovrai comunque avere un editor professionista che lavori il tuo testo.
Una volta nella EAP cosa accade
Mettiamo che decidi di affidarti a un editore a pagamento, sicuro che le sue migliaia di promesse verranno realizzate:
- comunicazione a pioggia,
- redazionali,
- interviste su quotidiani e blog,
- presentazioni in grandi librerie,
- incontri in radio,
- recensioni da parte di Bookblogger,
- …e molto altro ancora.
Non accadrà nulla di tutto questo. Ti stamperanno il romanzo, senza neanche editarlo, ci appiccicheranno sopra una copertina oppure accetteranno le tue idee senza neanche valutarle.
Sei il n.1!
Ti riempiranno di complimenti che servono a saturare il tuo ego e giustificare la loro totale inattività sul testo:
Non c’è bisogno di editarlo, è fatto così bene.
La storia è stupenda, non va toccata.
Ottima l’idea della tua copertina, rappresenta appieno il romanzo
Cosa accadrà? Stamperanno il numero di copie che tu sei obbligato ad acquistare, te le invieranno e poi finirà tutto. Non accadrà nulla di quanto promesso. Resterai da solo, con la soffitta che straborda di un testo mediocre, non editato e mal scritto.
E tu proverai a piazzarlo ai tuoi amici, parenti, vicini e conoscenti che per non avere problema lo acquisteranno senza neanche leggero.
Diranno che è un bel testo, anche se lo avranno trovato illeggibile.
Editoria a pagamento e morte della carriera
Pubblicare con una EAP è una condanna a morte per il portafogli ma anche per una eventuale carriera. In futuro in pochi vorranno avere a che fare con te, se avrai pubblicato pagando.
Per cui sarà meglio tacerlo, ma solo dopo aver migliorato le proprie competenze attraverso corsi, tanta lettura e un editor che ti aiuti a capire dove sbagli.
Scrivere è un mestiere, non ci sono scorciatoie, solo tanto duro lavoro e un pizzico di talento. Ma quello, se non lo hai, non puoi inventartelo.
Dove investire per intraprendere una carriera letteraria
Se vuoi diventare uno scrittore, o almeno provarci in modo serio e mirato, l’editoria a pagamento non è una strada valida, ma una scorciatoia che porta in un abisso.
Le strade che consigliamo sono:
- leggere tanto,
- scrivere tantissimo,
- fare corsi di scrittura (la meno utile),
- affidarsi a editor professionisti.
Le prime 2 puoi farle anche da solo, ma ti porteranno fino a un determinato livello, per fare il passo in più serve l’aiuto di “occhi esterni”.
I corsi di scrittura sono utili ma un po’ troppo dispersivi, ci si trova in classe di 20 o più studenti dove ognuno ha differenti bisogni e obiettivi. Ce ne sono anche di validi, ma in linea di massima sono meno efficaci del punto 4.
Essere editati è un processo che potrebbe sembrare costoso, ma in realtà il lavoro fatto con l’editor è intenso e personalizzato. Infatti, verrà lavorato il tuo testo, portato a un livello superiore, ma non solo.
Si tratta di una scuola di scrittura, ma privata e focalizzata a risolvere i tuoi difetti affrontandoli in modo pratico. Ti verranno mostrati i punti di forza e quelli di debolezza con relative soluzioni tecniche e stilistiche.
Alla fine dell’editing avrai un testo pronto per essere inviato alle case editrici, e in più sarai migliorato molto come autore.
Se vuoi investire nella tua carriera da scrittore, non regalare soldi alla editoria a pagamento, investili per migliorare e formarti attraverso corsi, editing e la lettura di tanti romanzi.
Se desideri informazioni scrivici a: info@penarigata.it