Vuoi pubblicare un libro e avere i superpoteri?

Fermati, ti prego, so che vuoi pubblicare un libro e che faresti di tutto, o quasi, per realizzare il tuo sogno ma la fretta non aiuta. Non è più l’editoria di un tempo in cui potevi spedire il tuo manoscritto (in formato cartaceo) e ricevere una risposta entro pochi mesi.

I tempi, e gli strumenti, sono cambiati spingendo le case editrici a creare dei filtri per evitare di intasare il loro ufficio scouting, dimenticavo: le case editrici non fanno più scouting! Che significa?

Qualcun altro lo fa per loro, hanno voluto esternalizzare dei costi perdendo il controllo del mercato del libro trovandosi la testa infilata in una ghigliottina dove a tenere la corda sono agenzie letterarie e quei tizi che fanno valutazioni editoriali (non so neanche come chiamarli).

E tu cosa c’entri?

Più di quanto credi, perché inviare un testo a un grande editore offre all’incirca le stesse possibilità di vincere alla lotteria poiché le CE non hanno più personale per cercare nuovi talenti. È un’esternalizzazione dei costi valida nel breve periodo, ma nel lungo si sta dimostrando un disastro.

Gli editori non sanno più come va il mercato e tendono a seguire le indicazioni di altri soggetti che, a loro volta, non investono proprio nelle “ricerche di mercato” ma orientano il loro business grazie a dei:

  • “sentito dire”,
  • “penso che…”,
  • “ma forse…”
  • …e una infinita serie di ipotesi che non hanno la minima correlazione con veri e propri studi di marketing.

A un autore rimane solo la possibilità di contattare le agenzie (e simili), che promettono una scheda “utilissima” (notare l’ironia) alla modica cifra di qualche centinaio di euro.

Se poi si controlla bene sui siti di questi soggetti, è facile scovare due righe striminzite, in cui dicono:

“per il momento” non accettiamo autori.

Fanno le schede, che sembrano propedeutiche per una rappresentanza, però poi dicono che non rappresentano! È un chiaro conflitto di interesse – per dirla senza beccarmi delle denunce -, cosa ti resta da fare? A mio avviso è meglio cercare un editore (di solito quelli che leggono i romanzi sono medio/piccoli) e costruirsi una carriera, piuttosto che fantasticare!

Oppure puoi partecipare, in base al genere dei tuoi romanzi, a dei concorsi letterari. Alcuni, come il Premio Arcimago per il fantasy, si stanno dimostrando seri. Oppure potresti andare alla fiere specialistiche del libro (es. Oblivion) e parlare con gli editor delle case editrici proponendo il tuo progetto.

La strada è complessa, snervante e molto lunga.

Ecco il cortocircuito!

I grandi editori non sono raggiungibili, le agenzie mostrano sui loro siti una serie di loro autori che hanno pubblicato con i grandi editori e propongono delle schede di valutazione.

Scrivendo sui motori di ricerca “pubblicare un libro” compaiono decine di sponsorizzazioni da parte di editori (chiamiamoli così), che promettono di portare il tuo strepitoso romanzo in tutte le librerie d’Italia, ma che dico del Mondo.

Speranzoso, vai sul loro sito web dove ci sono format da compilare, email a cui spedirlo e bandi di concorso neanche fosse la Pubblica Amministrazione. 

Tante, molte, troppe occasioni che non puoi assolutamente lasciarti scappare. 

Voler pubblicare il proprio testo è giusto e sano, in fondo hai investito tantissime ore davanti al pc a digitare lettere (a volte senza troppa cognizione di causa, ma vabbè…), per raccontare una storia che ti è a cuore.

Ora lo hai finito e vorresti diventare un autore (ti consiglio di leggere l’articolo su quanto guadagna uno scrittore), ma il web è una mare gigantesco di informazioni e siti tanto che non sai in che direzione andare.

Vuoi pubblicare un libro? Ci pensiamo noi, no EAP

Una delle cose che si legge più spesso sui siti di questi “editori”, è l’acronimo No EAP, ossia No editoria a pagamento! Poi però le cose non sono come avevi creduto, ma andiamo per gradi.

La EAP è un nonsense, perché se è a pagamento, come può essere editoria? Infatti si tratta di stamperie, non di editori. Tornando alla tua ricerca per pubblicare il romanzo, ti scontri con realtà che dicono di non essere EAP mentre poi, in fase contrattuale, iniziano a chiedere:

  • l’acquisto di X copie,
  • un aiuto economico ma solo per fare pubblicità al tuo capolavoro,
  • di fare settoridicimila presentazioni per vendere qualche copia,
  • oppure ti esortano a piazzarle ad amici, parenti, vicini e pure al gatto (ma lui è furbo e non lo compra).

Prima di arrivare a questo, però, sulle loro homepage troverai frasi di incoraggiamento come:

  • molti autori decidono di pubblicare con noi perché stanchi delle solite meccaniche editoriali (che non conoscono),
  • il self publishing è un’occasione per essere padroni del proprio destino (questa l’hanno presa da una nota marca di cioccolatini),
  • mandaci il testo e in meno di una settimana avrai una risposta (veloci, in una settimana non si fa in tempo neanche ad aprire il file, in una redazione seria),
  • fai avverare il tuo sogno (Mister Sandman give me a dream…),
  • vuoi vedere il tuo manoscritto trasformato in un vero e proprio libro? 
  • se vuoi pubblicare, ti trovi nella pagine più importanti che leggerai (neanche fosse Scientology),
  • oltre al manoscritto è gradita, ma non è essenziale, la sinossi (dico, scherzano?!),
  • leggiamo tutti, ma proprio tutti i generi (quando si dice sparare alla ca..o),
  • gli autori scelti per la pubblicazione riceveranno una proposta editoriale, che potrebbe prevedere una coproduzione (è un po’ come andare al supermercato e mungersi la mucca da soli per il latte),
  • Facciamo il nostro lavoro con passione (davvero, pensavo lavorassero a casaccio).
  • Il nostro rapporto con gli autori è limpido e alla pari, infatti le collaborazioni durano a lungo e talvolta diventano sincere amicizie (sembra uno spot per un sito d’incontri).

Potremmo continuare per ore. Purtroppo questa è la realtà, ci sono editori seri (piccoli o grandi che siano), e poi una pletora di altri che spingono le persone a spendere per realizzare il loro sogno.

Come destreggiarsi?

Voler pubblicare un libro, come detto, è giusto. Però prima ci sono cose che dovresti capire. 

vuoi pubblicare un romanzoScrivere è un mestiere, il fatto che tu sia stato in grado elaborare una storia di 200 pagine non è una condizione sufficiente. Come non lo è il leggere tanto (anche se aiuta) o i complimenti di familiari e amici.

Prima di capire come fare per pubblicare il tuo testo, forse dovresti farlo valutare da chi lavora in questo settore da anni e che ha studiato la materia. In Italia sembra quasi che scrivere romanzi sia una cosa che tutti possono e sanno fare: ma non è così.

Si commettono una serie di errori senza rendersene conto, quando noi facciamo l’editing di un romanzo mostriamo all’autore tutta una serie di pecche, spesso anche importanti, che rovinano il testo rendendolo amatoriale.

Farlo diventare professionale è possibile attraverso un lavoro sia sul testo, ma anche sul proprio modo di vedere la scrittura. Cambiare mentalità e iniziare a studiare, che siano corsi di scrittura creativa (che non amiamo molto), manuali o ancora meglio attraverso l’editing.

Un altro strumento che permette di crescere come scrittori è senza dubbio il Tutoring in cui scriverai il romanzo sotto la supervisione di un editor. Insieme si trova la giusta strada per raccontare la tua storia.

Gli step per pubblicare un libro

Non esiste un unico metodo o un decalogo infallibile, parti dall’idea che in Italia ci sono più finti scrittori che lettori, quindi siamo di fronte a un mercato saturo.

  1. Leggi tanto e di tutto,
  2. fai degli esercizi di scrittura,
  3. scrivi ogni giorno,
  4. pianifica la stesura del tuo romanzo (e questo è ovvio),
  5. fallo leggere a persone esperte (beta reader o editor),
  6. anche se sembreremo di parte questo è il punto più importante: fatti editare,
  7. scrivi una sinossi e una email di presentazione sintetiche,
  8. cerca case editrici che pubblichino romanzi dello stesso genere del tuo,
  9. aspetta, tanto, troppo…
  10. Ripeti.

Di solito ci vogliono almeno 4-6 mesi prima di avere una risposta da un editore. Purtroppo non tutti hanno la buona educazione di rispondere in caso di esito negativo.

Se un “editore” accetta il tuo manoscritto dopo poche settimane, dice che c’è bisogno al massimo di un editing leggero e che sarebbe utile – per abbattere i costi – che tu acquistassi qualche copia, allora non è un editore.

Non ti vuole pubblicare perché il tuo testo è buono, probabilmente neanche lo ha letto, ma solo perché vuole speculare sui tuoi sogni! Evita di farti abbindolare, metti da parte l’ego e accetta il fatto che non crede in te (spesso a ragione).

Se tutti gli editori seri (grandi e piccoli), non vogliono il tuo romanzo, forse il motivo non è da ricercarsi nelle meccaniche dell’editoria, ma nella qualità di ciò che scrivi. 

Ma c’è una buona notizia: puoi migliorare e imparare a scrivere. Se hai un romanzo pronto e vorresti un parere professionale (e neutrale), inviaci le prime 20 pagine + sinossi (accettiamo solo testi in word) a: info@pennarigata.it

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