Quanto guadagna uno scrittore che pubblica con una casa editrice medio grande? Poco! Persino gli autori che vendono bene si mettono in tasca cifre, rispetto ad altri Paesi o mestieri, risibili.
Questo lo diciamo da subito per far capire che non ci si arricchisce con la scrittura, al massimo si può arrivare a fine mese con uno stipendio buono, ma fra tasse, costi e simili diventa davvero difficile.
L’unico beneficio che lo si ha nell’essere uno scrittore, dal punto di vista economico e finanziario, è di avere un regime fiscale un minimo più vantaggioso di altri professionisti (ma minimo!). Potrà dichiarare i guadagni relativi alle royalty con ritenuta d’acconto senza limiti (i famosi 5.000 euro).
Significa che può decidere di non fare la partita iva…
Facciamo due conti rapidissimi
Senza addentrarci in inutili valutazioni, stime e operazioni matematiche, capiamo quant’è il guadagno medio, in termini di euro.
NB: si intende guadagno medio perché calcolato sul numero di libri venduti ogni anno in Italia, e numero di pubblicazioni. Pochissimi vendono 100.000 copie o più, la maggior parte non superano le 100.
- Nel 2022 sono state acquistate 112.6 milioni copie.
- Prezzo di copertina medio 14,84 €.
- Libri pubblicati 76.575.
- Valore del mercato del libro in Italia è di 1,671 miliardi di euro.
- Royalty per libro 5-10%.
- Guadagno medio dell’autore per ogni copia venduta 0,77 €.
- 112.6 milioni copie/76.575 Libri pubblicati= 147 romanzi venduti per autore.
- 147 romanzi*0,77€=113€
Si tratta di un calcolo approssimativo, ma in media uno scrittore, in Italia, guadagna circa 113€ l’anno.
Se pensi ancora di poter vivere solo pubblicando romanzi, purtroppo rischi di rimanere deluso.
Quanto guadagna uno scrittore?
Il più delle volte convinti che si tratti di cifre importanti, che ogni persona che pubblica romanzi viva solo di quello, e molto bene.
La realtà è, purtroppo, ben diversa e il numero di autori che possono permettersi di produrre solo romanzi per arrivare a fine mese è davvero minima. In generale non si conoscono in modo preciso le cifre, visto che molti contratti hanno tra i vai articoli anche quello della segretezza.
Conoscono moltissimi autori, anche delle grandi CE, che pur vendendo “bene”, fanno altro nella vita: insegnanti, avvocati, editor, professionisti. Tutti lavorano in ambiti che, per loro fortuna, gli lasciano lo spazio per scrivere almeno 3-4 ore al giorno.
Quello dello scrittore è un mestiere: necessita di tempo, dedizione e abnegazione. Sperare di farlo saltuariamente, magari nel fine settimana o solo la sera è davvero difficile (se non impossibile).
Non guadagna molto!
Senza altri indugi andiamo più sulle cifre: il guadagno di un autore deriva, ovviamente, dalle vendite. Su ogni copia guadagna delle Royalty (diritti), che variano molto, la media è tra il 5% e il 10% sul prezzo di copertina.
Se poi fa parte di un’agenzia letteraria questa si prende, di solito, anche un 20% dei profitti. Si tratta di casi ormai rari visto che le agenzie, follia del sistema, dicono di non accettare nuovi autori guadagnando tanto e lavorando poco con le schede di valutazione.
Prima di firmare il contratto, solitamente, la CE offre anche un anticipo. Che non è un guadagno extra ma solo un “anticipo” appunto, sulle future vendite.
Gli anticipi sono variabili, nella grande editoria – per autori non affermati – si va da un minimo di 1.000 euro fino ai 6-7.000 euro (in questo caso se l’autore offre delle “garanzie”.
Cosa si intende per garanzie? Se è un personaggio pubblico, dello spettacolo o anche un influencer “minore”. Si tratta di una valutazione in cui incidono vari parametri come ad esempio il numero di follower sulle varie piattaforme social, o numero di lettori su piattaforme come WattPad.
Per cui, se si riesce a pubblicare con una buona casa editrice un libro l’anno, il guadagno dovuto agli anticipi non basta per viverci, ma è un ottima aggiunta alle altre entrate lavorative.
Mettiamo che ti danno subito 1.000 euro. Nell’arco di un anno vendi copie per un guadagno di 2.000 euro. Ti verranno quindi dati, a rendicontazione, altri 1.000 euro.
1.000 di anticipo + (2.000 per le vendite – 1.000 già anticipati) = 2.000 euro. Per molti è un ragionamento ovvio, il vantaggio dell’anticipo non è solo che da subito si ha un ritorno economico.
Infatti l’anticipo, oltre a garantire un guadagno certo indipendentemente dalle vendite, è un forte indicatore di quanto l’editore creda nel tuo romanzo. I valori non sono così alti come si potrebbe sperare.
Quanto dovresti vendere per vivere di scrittura
Per scrivere un romanzo (editing professionale compreso), ci vuole di media un anno. Quindi se parlassimo di stipendi si dovrebbe guadagnare, al netto delle tasse, circa 18.000 mila euro per avere l’equivalente di uno stipendio discreto.
In Italia la maggior parte dei romanzi pubblicati (credo intorno al 90%, forse più), non supera le 100 copie! Ciò dipende da un mercato saturo: in troppi credono di saper scrivere, in pochi leggono.
Va anche detto che il settore dello svago è sempre più competitivo e quella fetta di mercato più “leggera”, meno culturale, è aggredita su tutti i fronti. Ci sono ormai infinite possibilità per vedere film, serie Tv o giocare online.
Facendo due conti, per vivere dignitosamente solo di scrittura, si dovrebbero vendere dalle 15.000 alle 20.000 copie all’anno. Non è detto che debbano essere tutte dello stesso romanzo, potresti aver scritto un long seller che ti porterà, in tasca e per tanti anni, piccoli ma costanti guadagni.
L’editoria è in crisi
Anche i lettori più assidui comprano di meno a causa della crisi che li ha obbligati a diminuire il numero di libri nuovi acquistati ogni anno. Chi legge, almeno in parte, preferisce andare sul sicuro piuttosto che rischiare di buttare soldi per un autore emergente.
La crisi dell’editoria è dovuta a una serie di fattori, quanto guadagna uno scrittore è dovuto proprio a tali elementi che concorrono a una forte diminuzione delle vendite:
- Crisi economica globale.
- Aumento di competitor nel settore del tempo libero.
- Peggioramento del livello culturale italiano.
- Pubblicazione senza ritegno di libri brutti, non editati o corretti.
- Editoria a pagamento.
- Self publishing di pessima qualità.
- Errori da parte di moltissimi editori, sia nella scelta che nella promozione di molti romanzi.
- Eccessiva avversione al rischio imprenditoriale da parte delle CE che, invece, dovrebbero osare di più con prodotti di qualità.
- Il settore è vecchio, lento e fuori dalle moderne meccaniche di marketing.
Quanto guadagna uno scrittore rispetto a quanto visto? Sempre meno, tanto che siamo arrivati la punto che le CE non editano quasi più i romanzi, obbligando gli autori emergenti a farsi editare. Senza questo processo preventivo, che ha un costo in fin dei conti non eccessivo, ci si può dimenticare di essere preso in considerazione dalla media/grande editoria.
Si può vivere di scrittura?
Direi di no. Soprattutto all’inizio quando ci sta costruendo una carriera. Molti hanno l’idea romantica che basti un buon romanzo, un best seller, per aver svoltato. La realtà è diversa: ti devi costruire un percorso professionale, se inizi subito da una grande CE è un passo avanti, pericoloso però.
Meglio crescere lentamente, costruirsi una base di lettori e una credibilità. Allora gli editori importanti potrebbero decidere di investire sul tuo lavoro. Quanto guadagna uno scrittore?
All’inizio poche centinaia di euro l’anno, a volte neanche sufficienti per coprire un editing di qualità. Con il tempo i ricavi aumenteranno, ma difficilmente un autore che vende decentemente guadagnerà più 5-7.000 euro l’anno.
Cosa fare per far quadrare i conti?
Se si vuole sopravvivere è obbligatorio fare altro, anche per autori noti che solitamente vendono le loro competenze nello stesso settore facendo:
- corsi di scrittura,
- editing professionale,
- copywriting,
- ghostwriting,
- consulenze di comunicazione,
- traduttori (se hai le competenze puoi guadagnare bene),
- sceneggiature,
- adattamento al doppiaggio.
Come vedi le opzioni sono molte e sinergiche al mestiere di scrittore. Pubblicare con una buona CE “farà curriculum” aumentando la tua autorevolezza e anche la visibilità sul web.
Ci sono molti casi di successo, di persone che hanno intrapreso questa carriera arrivando a pubblicare con ottime case editrici e guadagnando bene. Ma sono persone che prima di tutto hanno studiato, letto molto e scritto altrettanto. Quasi mai è il loro “primo libro”, ma hanno dovuto affrontare tanti rifiuti e mettersi in gioco.
Sono persone che si sono messe in gioco e che hanno avuto, di solito, la giusta umiltà per trovare un professionista serio che li aiutasse nel loro percorso di crescita. Ormai, dopo anni in questo settore, mi sono reso conto che serve costruirsi una carriera, a piccoli passi e iniziando con CE meno note.
Non cercare scorciatoie, come pagare per pubblicare, cerca invece un editor valido, con cui trovarti in sintonia e lavorarci per portare il tuo manoscritto a un livello superiore.
Secondo i dati di vendita, chi ha un buon successo, riesce a vivere di scrittura – e di solito anche bene –
Quanto guadagna uno scrittore famoso
Sapere effettivamente i guadagni reali è impossibile, i contratti hanno spesso molte clausole di segretezza che obbligano, quindi, a non divulgare informazioni. Alcuni dei pochissimi “grandi” riescono a spuntare anticipi anche di 100.000 euro, ma sono casi unici perché il solo nome garantisce vendite.
Poi vanno aggiunte le Royalty che in questi casi possono essere anche del 10-12% a salire in base alle vendite. Questo accade in quasi tutti i contratti con le major, in cui si ha un aumento al raggiungimento di specifici obiettivi.
Quanto guadagna uno scrittore medio? Dare una risposta precisa è impossibile, di solito non a sufficienza per vivere solo con i propri romanzi, ecco perché, se vuoi intraprenderla come carriera è utile pensare a un Piano B, qualcosa di sinergico che ti permetta, a fine mese, di far quadrare i conti. Come si legge anche in questo articolo su La Repubblica, la scrittura non paga, anche se rimane sempre la seduzione della scrittura!
Scrivere deve prima di tutto essere una passione! Poi può diventare altro, ecco perché essere editati è essenziale se si vuole intraprendere questa carriera. Attraverso un buon editing si migliora il testo, ma si impara anche moltissimo sulle tecniche di scrittura e non può essere visto solo come un costo, ma invece è un investimento che si fa su se stessi.
Perché scrivere?
Se ti sei posto questa domanda, forse ti trovi sul sito sbagliato. Noi crediamo che scrivere sia prima di tutto una forma d’arte, un modo per comunicare e farsi ascoltare dagli altri. Se poi questo comporta dei risultati economici tanto meglio.
Per esempio, accettiamo di fare l’editing solo dei romanzi che – a nostro parere sia chiaro – potrebbero avere una collocazione editoriale. Tale scelta è dettata non da elementi economici, ma emotivi. Chi ha voglia di “arrivare”, tende a mettersi in gioco per migliorare.
Durante il processo di editing si creerà un ambiente propositivo in cui lo scrittore avrà fame di sapere, si metterà in gioco perché avrà un obiettivo tanto semplice quanto spesso difficile da raggiungere: pubblicare un romanzo.
ho pubblicato 23 libri di vari argomenti, romanzi di fantascienza, saggi scientifici, libri di poesie racconti, saggi storici ecc, ma non ho ancora visto un euro. Il problema è che nessuno mi conosce e cercare i miei libri negli store (Mondadori, Hoepli, Feltrinelli) se non si sa già cosa cercare o chi è l’autore è molto difficile. Non so come fare per fare pubblicità a chi non sa chi sono e non conosce i titoli dei libri. Per fortuna non ho bisogno di questo per vivere, più che altro sarebbe una giusta ricompensa alla mia ormai lunga carriera di scrittore. Ho anche partecipato a molti premi letterari con discreti successi…molti primi premi, ma nessun risultato sulle vendite, almeno che io sappia.
Scrivere è una passione e non una professione, arte forse è più consono qualificarla arte. Poi c’è il marketing del libro, ma quella è un’ altra storia. Lo scrittore Camilleri in una intervista ha affermato che molte sue opere non sono state lette, ma la sua fortunata sia di pubblico e conseguentemente economia la deve al commissario Montalbano che dal suo editore è stato presentato alla televisione italiana per una fiction.