Si può pianificare una carriera da scrittore, oppure vista la situazione dell’editoria italiana è meglio lasciar stare? Ci sono persone che riescono a vivere grazie ai libri, ma sono davvero pochi e, oltre ad avere competenze specifiche, si sanno anche vendere molto bene.
Diventare uno scrittore è complicato, quasi quanto giocare in una squadra di Serie A, o un torneo del Grande Slam.
Vediamo quali sono, in linea di massima, i passaggi obbligatori:
- Avere una conoscenza solida della grammatica italiana.
- Saper scrivere (sembra banale ma ci arrivano testi per la valutazione che sono impresentabili).
- Avere fantasia, capacità di astrazione e inventiva.
- Metodo. Alcuni scrittori famosi dichiarano di lavorare in modi particolari creandosi routine che li aiutano nel loro processo creativo. Scrivere è un mestiere, non si vendono milioni di copie lavorando solo quando “ci si sente ispirati”.
- Avere il giusto equilibrio tra umiltà e arroganza (un po’ devi crederci, altrimenti se non lo fai tu, chi lo farà?).
- Studiare, domandare, essere curiosi e mettere in dubbio le proprie convinzioni.
- Affidarsi a un editor, suona di parte ma è un passaggio essenziale.
Non c’è un’unica strada, anche se – in linea di principio – può essere utile pensare a costruirsi una carriera da scrittore, come se si fosse degli attori.
Se sbagli film, rischi di rovinartela, se ti appiccicano addosso un ruolo, diviene difficile staccarselo per provarne altri. Fare il romanziere è molto simile, però molti decidono che l’unica via sono le grandi case editrici, che la loro opera meriti (chissà poi perché) di essere distribuita in ogni singola libreria del Paese.
Costruirsi una carriera da scrittore: gli errori
Il primo errore è la presunzione. L’idea di aver scritto un ottimo testo che non ha bisogno di alcuna correzione. Persone che si approcciano in questo modo, di solito, vengono rifiutate da tutte le agenzie letterarie e anche dalle grandi case editrici.
Un po’ sconsolati decidono di inviarlo a editori meno noti (credendo che prendano qualsiasi schifezza solo perché dimensionalmente piccoli), con i medesimi risultati. Il seguente passo è pagare per le inutili e costosissime schede di valutazione e, infine, buttarsi con l’editoria a pagamento.
È giusto credere nei propri mezzi, ma se ti rifiutano sempre, alcuni anche in modo rude, forse non è perché sono tutti degli incompetenti. Il problema andrà ricercato in ciò che hai scritto, e qui torniamo alla lista di 8 punti e in modo particolare proprio il settimo (come i nani, o sigillo, o figlio…): trovati un editor, meglio se spietato.
In tanti vengono illusi
Nel mio lavoro ho conosciuto centinaia di autori, di ogni genere e livello, e ho ascoltato le loro storie scoprendoche quelli di successo (la maggior parte almeno), avevano iniziato dalle piccole realtà.
Al contrario ho saputo di tanti, tantissimi sfortunati che hanno pubblicato subito con una major con il risultato di non essere seguiti e aiutati, portando pochissime vendite. Erano inesperti, non avevano peso professionale o contatti di alcun genere.
La loro carriera? Stroncata dopo meno di un anno e qualche mediocre recensione. Il problema non erano loro, non sempre almeno, ma il fatto che non avessero una carriera alle spalle, in una parola: esperienza.
Alcuni hanno avuto grandi risultati da subito, ma i dati mostrano che accade di rado.
Cosa fare?
Se vuoi diventare uno scrittore, e magari vivere di scrittura, è necessario che inizi a vedere il mestiere di scrivere in modo diverso, programmando a piccoli passi una crescita professionale.
Molti sono convinti di aver scritto un capolavoro, che solo le CE famose meritano di pubblicare: errore. Senza nulla togliervi, le possibilità che abbiate tra le mani un nuovo best seller sono davvero poche.
Scrivere è un mestiere, difficilmente si costruisce una sedia senza anni di praticantato! Allora perché, nella scrittura, tutti credono di non doverlo fare, di non meritare la gavetta?
I piccoli e medi editori sono una fonte di sapere
Ormai le grandi CE non editano più, o almeno non in modo intensivo e attento come anni fa, dato che ha un costo. Così l’autore, magari talentuoso, non ha il confronto con un editor che lo massacra e corregge per aiutarlo a far crescere il suo romanzo (e lui stesso di riflesso).
Al contrario, realtà più “artigianali” mostrano una maggiore professionalità e attenzione all’autore. Lo aiutano davvero nella sua crescita aiutandolo a capire come funziona il settore e come scrivere meglio.
Non posso generalizzare, la mia è una valutazione basata su molte esperienze personali, ci sono casi differenti di grandi che curano l’autore e di piccole che lo lasciano da solo!
Perché una piccola CE per iniziare una carriera da scrittore?
Per prima cosa perché è probabile che il tuo romanzo non sia valido per una grande. Perché sprecare tempo e fatica per contattare venti editori, che al massimo ti manderanno una email di rifiuto?
Nota a margine: quando dicono che è il testo è buono, fanno complimenti di varia natura, ma poi non lo accettano, è solo un modo vigliacco di dire che il testo non gli piace. Ma meglio indorare la pillola per evitarsi inutili grane.
Oltre all’editing, è importante capire come si svolge il lavoro in una casa editrice, sapere bene cos’è e come si fa una sinossi. O anche una sinossi più condensata che viene usata per proporre il romanzo a case editrici straniere.
Ad esempio c’è la famosa Fiera di Francoforte dove si incontrano CE, editor e agenzie letterarie e il tuo romanzo, in Italia distribuito da una piccola, potrebbe interessare in Inghilterra a una grande!
Ma una grande, in questi frangenti dovrebbe avere più forza, giusto? Non è detto, in linea di massima sì, la realtà mostra invece una disattenzione – specialmente per gli esordienti – anche in questi ambiti. Invece una medio/piccola, affamata di vendite, si muoverà meglio e con molta più decisione, forse.
Come muoversi nel mondo dell’editoria?
Credo che, prima di tutto, sia importante non avere fretta e muoversi con molta attenzione. Leggi gli articolo:
- presentarsi a un editore,
- la sinossi,
- l’importanza del primo capitolo.
- cos’è una logline,
- come formattare un romanzo.
Sono le basi per non commettere errori gravi che potrebbero pregiudicarti non la pubblicazione, ma addirittura la prima lettura.
Buongiorno. Articolo molto interessante, soprattutto per chi vorrebbe addentrarsi nella splendida vita di scrittore. Io, onestamente stavo iniziando a scrivere ma, sono stata fermata emotivamente da proposte editoriali per il costo davvero elevato. Questo mondo a mio parere è molto affascinante, per la semplice ragione che lo scrittore in sé, indipendentemente dal tipo di testo, aiuta i lettori a evadere con la mente, lasciando da parte per un attimo la routine frenetica e i problemi di tutti i giorni. Spero non muoia mai questo settore, soprattutto la stampa su carta. Un libro, è un affascinante e profumato compagno di vita, dove lo si può sfogliare , leggendone le parole preziose stampate al suo interno.
La passione è l’essenza della scrittura, purtroppo il sistema editoriale è ormai cristallizzato su metodi e scelte che non agevolano la diversificazione. In pratica scelgono di andare sul sicuro con storie banali, scopiazzate e piene di cliché.