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Come scrivere un libro

Se vuoi capire come scrivere un libro il primo passo, suona forse banale ma è così, è di leggere tanto, più che puoi. Leggi qualsiasi cosa, non ti fossilizzare su un unico genere.

Se vuoi mettere su carta un distopico, leggere solo testi dello stesso genere è utile come punto di partenza, così da conoscere stile, trama e struttura, ma c’ molto di più.

Ogni genere letterario ha delle caratteristiche, dei punti di forza, che devi conoscere per rendere il tuo romanzo più solido e coinvolgente.

Per esempio, all’interno di un horror potrebbe esserci una storia d’amore (come nella maggior parte dei romanzi), se la elabori come fosse una sorta di compitino, allontanerai il lettore. Stessa cosa per le scene d’azione, che potrebbero trovarsi in qualsiasi romance o anche in un testo di narrativa.

I generi si mischiano di continuo, ecco perché leggere di tutto è il primo elemento essenziale per scrivere un tuo romanzo. 

Per scrivere bene ti devi allenare

Pretendere di sedersi davanti al computer e sfornare di punto in bianco un best seller è una stupidaggine. Solo una persona dotata di un ego gigantesco e poca cultura potrebbe pensarlo.

Se sei tra queste persone, e ti senti offeso, puoi tranquillamente cambiare blog. Noi di PennaRigata siamo cattivi e bastardi, però sinceri.

Per diventare uno scrittore ci vuole tempo, ci si deve impegnare fallendo e prendendo tante porte in faccia. Altrimenti è come presentarsi allo stadio e pretendere di giocare la finale di coppa solo perché si è convinti di essere dei fenomeni.

Come scrivere un libro?

Quindi, come scrivere un libro? Iniziando a scrivere con la consapevolezza che ciò che stai facendo potrebbe finire nella spazzatura. Ma non sarebbe tempo sprecato, perché ti sarai allenato. A nostro parere, però, il vero passo avanti lo si fa allenandosi con qualcuno esperto.

Puoi decidere di:

Il primo punto non ci convince appieno, alcuni corsi sono validi ma sembrano sempre un po’ dispersivi. Si sta in una classe con altre persone e l’insegnante non riesce sempre a dare a tutti le giuste attenzioni.

L’editing è un processo di miglioramento del testo in cui, però, serve un romanzo fatto e finito. Quindi dovrai scriverlo per poi avere un confronto diretto con l’editor che lo correggerà spiegandoti, passo per passo, errori e difetti.

Noi offriamo anche il servizio di tutoring, un processo in cui scrivi il testo, ma discuti con noi PRIMA le singole scene, la storia e la struttura. È un processo stimolante perché si mettono in campo le idee di due persone, attraverso un costante confronto e scambio.

Per qualsiasi domanda: info@pennarigata.it

Scrivi ogni giorno

Prima di addentrarci sul come scrivere un libro in termini più pratici, un ultimo consiglio “di base”: scrivi ogni giorno, anche solo una pagina.

Scrivere solo nel fine settimana, oppure quando ci si sente in forma o inspirati, non aiuta. Invece rallenta il processo creativo e non ti permette di “entrare nella storia”, di allenare le tue capacità.

Hemingway diceva che se uno scrittore non scrive ogni giorno, Dio si arrabbia.

Anche se ancora non sei un autore, tieni a mente quanto sia essenziale la costanza.

I consigli di base da tenere bene a mente durante tutto il processo creativo:

  1. leggi tanto e di tutto,
  2. fatti guidare da chi ne sa di più,
  3. scrivi ogni giorno, anche poche pagine.

Ora possiamo dedicarci, in termini ancora più pratici, a come scrivere un libro tenendo sempre a mente i 3 consigli appena visti.

Come scrivere un libro: l’inizio

Con l’incipit, che sia un primo capito (essenziale), oppure un prologo, poco importa. Ciò che davvero conta è che sia un inizio potente, in cui il lettore si immerga grazie alle azioni dei personaggi, agli accadimenti che questi vivono senza inutili infodump o spiegazioni.

scrivere un libroNel 90% dei testi che ci arrivano, si inizia sempre con il METEO. Non sei Giuliacci, al lettore non gli interessa sapere se piove o meno, se la luce del mattino crea arabeschi di luce filtrando attraverso le vetrate della cattedrale!

Questa è poesia da discount che dice una cosa al lettore: ti voglio impressionare, farti vedere quanto sono bravo. Ma l’unico effetto prodotto è quello del rigetto.

Il 9% dei testi inizia, invece, con lunghi spiegoni di chi, cosa, perché e quando. Una rottura di maracas esasperante, la classica voce fuori campo che, per comodo e incapacità narrativa, l’autore inserisce per darci delle informazioni.

Ma come faccio a dare tali informazioni? 

Non le devi dare, dovrebbero essere parte integrante della storia. 

Esempio. Era una notte fredda in modo innaturale. La luna in cielo era coperta da una densa coltre di nubi, si intravedeva solo qualche stella mentre il vento sferzava il suo volto.

Un incipit banale e pieno di errori. Perché iniziare con una descrizione quando, invece, si potrebbero mostrare le azioni che il personaggio fa e da cui il lettore potrà immaginare l’ambientazione? Anziché indicare che fa freddo, è meglio dire che il protagonista si stringe nel mantello. Questa semplice frase, senza spiegazioni, ci dice due cose:

  1. fa freddo,
  2. se ha il mantello, già ci catapulta in una specifica ambientazione.

Il conflitto e il mistero

Un incipit di questo tipo coinvolge di più, perché ci fa vivere il momento anziché raccontarcelo quasi fossimo all’esterno. La forza di un romanzo sta nel far provare al lettore le sensazioni ed emozioni dei personaggi. Non basta dire che una persona è arrabbiata, prova a mostrarlo attraverso il suo linguaggio del corpo.

Nota: ormai ci sono in circolazione migliaia di testi sul linguaggio del corpo, li puoi acquistare in libreria o su Amazon. Noi ti consigliamo di leggere quelli di Paul Ekman.

Altro elemento essenziale è il conflitto. Di qualsiasi tipo, che si tratti di qualcosa di fisico, come un combattimento, o di emotivo, una coppia che litiga per non ben precisate ragioni, purché ci sia!

Ogni storia è tale solo se c’è uno scontro in cui i personaggi si devono trovare in difficoltà, avere dubbi e porsi domande sulla strada che stanno percorrendo. 

Di pari passo con il conflitto c’è il mistero. Inteso in senso ampio, non deve per forza di cose trattarsi della ricerca dell’assassino o del sacro Graal! Nell’esempio della coppia di prima, il mistero riguarda le ragioni del litigio, che non andranno mostrate subito. 

…e la pazienza

Molti autori non hanno pazienza. Vogliono subito arrivare al momento principale, alla spiegazione del mistero o al primo bacio dei personaggi.

Questo è senza dubbio il modo migliore per far scappare il lettore. Se abbiamo detto che sono essenziali conflitto e mistero, significa che si dovrebbe anche dosarli con calma.

È un po’ come seminare, tutto ciò che puoi fare è annaffiare la terra e lasciare che sole e tempo facciano il resto. Dare subito delle risposte è come tirare fuori la piantina ancora prima che dia dei frutti. Ma non è una semina binaria, nel senso che butti un indizio e dopo il giusto tempo raccogli i risultati.

Un autore bravo semina, in momenti diversi, vari accadimenti che verranno raccolti con calma e non seguendo lo schema: prima seminato, prima colto. Potresti seminare quattro elementi e poi dopo iniziare con la raccolta partendo dal terzo!

Uno schema di massima potrebbe riguardare prima di tutto l’accadimento principale, che si consiglia di sbrogliare solo verso la fine testo. Quelli secondari, invece, possono seguire qualsiasi schema sapendo che al lettore si dovrebbero offrire delle risposte, ogni tanto almeno.

La soddisfazione sta proprio nell’avere dei chiarimenti, i famosi colpi di scena o le rivelazioni. Se stai scrivendo un Fantasy, non puoi mettere lo “scontro finale” a metà romanzo. È meglio inserire dei cattivi secondari che serviranno come antagonisti, prove e conflitti per la crescita del protagonista.

Gli si prepara la strada attraverso anche le sconfitte e soprattutto i conflitti che non devono per forzare portare a un successo. Il bravo autore sorprende, ma con coerenza.

Evita troppi cliché e frasi fatte

Una frase fatta, ogni tanto, specialmente in un dialogo, ci può stare. Ma è sconsigliato abusarne, possono sembrare dei modi dire eleganti, raffinati o ricercati.

In realtà suonano nella mente di chi legge come dei banali tentativi, delle facilonerie che l’autore inserisce per pigrizia non sapendo come scrivere qualcosa in modo originale.

Quindi devi essere originale?

Non è detto. Se riesci tanto meglio, anche se eviterei di farcire il testo di “come”. Meglio essere semplici, diretti e chiari. La poesia da discount lasciamo ad altri, tu vuoi scrivere un romanzo, quindi sono scene, azioni e dialoghi a fare la differenza, non le velleità artistiche.

Come scrivere un libro: i personaggi

Nel blog ci sono moltissimi articoli su:

A nostro avviso è meglio prendersi del tempo per appuntarsi ogni elemento della loro vita. Devi sapere ogni cosa di lui, anche e soprattutto tutti quegli elementi che non scriverai! Prima di tutto segnati le sue caratteristiche fisiche, ci capitano spesso testi in cui il protagonista cambia colore degli occhi più volte durante il racconto.

Poi pregi e difetti caratteriali, cos’ha fatto nella vita, come vive, i suoi sogni e aspettative. Cosa gli piace e cosa detesta, hobby e passatempi preferiti. Letture. Deve prendere vita. 

Come scrivere un libro? Facendo questo lungo, stimolante e difficile lavoro per tutti i personaggi! Chiaramente per i protagonisti e antagonisti è consigliabile andare in profondità. Per le “comparse” è sufficiente avere delle informazioni di base. Più è importante, più il personaggio dovrà essere dettagliato, sulla carta.

Come scrivere un libro: la ricerca e lo studio

In generale si scrive di ciò che si conosce. È raro che un autore si cimenti in uno storico del ‘600 se non conosce nulla del periodo. Anche se ci possono essere casi particolari, o momenti nel romanzo in cui la storia ti porta dove non ti aspettavi.

In un thriller potresti ritrovarti a descrivere una messa nera! Magari all’inizio era solo un’idea abbozzata ma con la stesura del testo ti sei reso conto di quanto la scena sia importante.

Abbiamo i motori di ricerca: usali. Google è uno strumento essenziale per trovare informazioni. Attento a non prenderle tutte le buone, compara differenti siti, valuta l’attendibilità delle fonti e, in caso, acquista dei testi.

Calvino diceva che, ogni volta che aveva bisogno di risvegliare la sua creatività, si recava in biblioteca nella sezione scientifica. 

Scrivi di ciò che sai

Studiare è essenziale, ma non basta. L’argomento del romanzo dovrebbe riguardare qualcosa che si conosce bene o che lo si è vissuto in profondità. Lo studio, come detto, aiuta molto ma dovrebbe riguardare soltanto alcuni elementi della storia.

Scrivi di ciò che sai, prendi spunto dalle tue esperienze di vita e modella i personaggi sulle persone che hai incontrato davvero.

In questo modo si avrà anche una sorta di struttura di base, uno scheletro che permetterà alla storia di essere più solida e, in fondo, anche meno difficile da portare avanti. 

Mettiamo che conosci bene qualcuno afflitto da narcisismo patologico. Studiare tale condizione, mettendola a sistema con le esperienze vissute con questa persona, ti permetterà di scrivere una storia molto più incisiva e profonda di chi, al contrario, avrà solo letto online di tale patologia.

Scrivere ciò che piace o ciò che vende?

Non c’è una risposta assoluta e che valga per tutti. In linea di massima è più facile scrivere di ciò che piace, e forse è anche la strada migliore da perseguire.

Testi di questo tipo saranno – di media – più intensi, realistici e ben strutturati. Allo stesso tempo, però, si scrive per:

  • diventare scrittore e quindi vendere copie,
  • passione,
  • comunicare un pensiero o un’idea riguardo un argomento specifico,
  • noia.

Se rientri nel primo caso, forse dovresti trovare un equilibrio tra scrivere ciò che piace e ciò che vende. Da autori sappiamo quanto faccia male vedere un testo a cui si tiene tanto scartato da tutte le case editrici!

Anche se è buono, può capitare che sia, in quel momento, poco attraente per il mercato. Se il testo è valido, è consigliabile riporlo nel cassetto e attendere tempi migliori.

Uno scrittore sa comunicare e per farlo è in grado di utilizzare la storia (o il genere) più adatto e che abbia più presa sui lettori. Ovviamente queste sono competenze che si acquisiscono con gli anni, se è il tuo primo romanzo è meglio che tu scriva di cose che conosci e che ti piacciono.

Come deve essere la trama?

Possiamo dividerla in 3 parti, per comodo si intende:

  1. Incipit,
  2. conflitto,
  3. risoluzione del conflitto

L’inizio del romanzo deve catturare il lettore, lo abbiamo visto prima. 

Il conflitto nasce nell’incipit e si dipana per tutto il racconto. Potrebbe aprirsi in sotto-trame secondarie che non devi lasciare aperte, ma chiudere in qualche modo. 

Il terzo punto riguarda il conflitto principale che deve trovare una soluzione. Ricorda che il lettore vuole sapere come andrà a finire, come il protagonista affronterà le sfide che gli hai messo di fronte. Farla troppo facile, o non avere pazienza, smorzerà questo desiderio.

Come scrivere un libro?

Queste appena mostrate sono delle “regole” semplici a cui attenersi. Mano a mano che si impara e si cresce come autori si può iniziare a infrangerle. Se stai per scrivere il tuo primo romanzo, è meglio tenerle a mente e cercare di rispettarle.

Come scrivere un primo romanzoSpesso si parla di regole artistiche da seguire, poi si prendono ad esempio i grandi del passato che arrivavano a rompere le regole, alcuni inventando dei veri e propri stili.

Può inventare e innovare l’arte, chi conosce la tecnica alla perfezione e la modifica sapendo il motivo per cui lo fa, evita di fare il “poeta”, di pasticciare sul layout del romanzo per farti notare o perché credi di essere un genio.

L’umiltà è una dote meravigliosa, se stai leggendo questo blog, così come chi lo scrive, non sei un genio e non lo sarà mai. Quel tipo di individui seguono strade loro perché trasportati da una fiamma sacra che devono “accontentare” per non rimanerne bruciati.

Per noi poveri mortali, c’è la via dello studio e dell’abnegazione accettando e imparando le regole dell’arte. Solo dopo averle capite e fatte proprie, si può pensare di infrangere qualcuna.

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