Intelligenza artificiale contro scrittori

Intelligenza artificiale contro scrittori potrebbe sembrare uno scontro impari, ma lo è davvero?

Bastava guardare la faccia del Deus Ex Machina del World Economic Forum di quest’anno, Klaus Schwaab, quando si parlava di Intelligenza Artificiale, per capire la soddisfazione che lui e tutti quelli che lui rappresenta provavano.

Finalmente sono riusciti a sottomettere e, a brevissimo, sostituire l’intera umanità (o una buona parte) con le macchine. La Quarta Rivoluzione Industriale, come preconizzato nel suo libro e in quello del guru della Nuova Alta Borghesia Affaristica, Yuval Noah Harari, non lascerà scampo. A farne le spese di questa sostituzione, a brevissimo, anzi nell’immediato, saremo noi scrittori (in ogni campo del vecchio mestiere di scrivere).

Non credo servano a molto le retromarce fatte dai big boss che hanno contribuito a creare l’Intelligenza Artificiale, come Geoffrey Hinton, considerato il padre dell’IA, o gli ammonimenti di giornalisti con ancora un cervello in zucca come Kevin Roose del NY Times che si è visto minacciare da ChatGPT di dossieraggio (dopo avergli manifestato l’intenzione di voler esser viva e amare). 

La nascita di ChatGpt e co.

Uno degli avvenimenti più significativi degli ultimi tempi negli States è stato lo sciopero degli sceneggiatori proprio contro l’utilizzo di ChatGPT che, parole loro, è in grado di produrre sceneggiature in serie per film, fiction o addirittura palinsesti e copioni per Talk Show.

I mass media mainstream, che ovviamente sono pagati per dire che va tutto bene e che le preoccupazioni sono infondate e che noi non capiamo l’evoluzione dei tempi e che in ogni passaggio fondamentale per l’umanità ci sono stati i catastrofisti (che saremmo noi), nascondono però il fatto che i primi a sparire saranno proprio loro, quelli in prima fila fra i giornalisti, i saltimbanchi, i giullari della carta stampata e del web che incensano l’IA.

Il Potere, che ha risorse infinite ed è sempre un passo avanti al più illuminato dei ‘veggenti’, è riuscito a metterci spalle al muro in maniera silenziosa, leggiadro come una piuma apparentemente innocua e invisibile.

Certo, ha lavorato di fino negli ultimi trent’anni per poter fare tabula rasa. Il livello delle produzioni (soprattutto in letteratura e cinema) si è talmente abbassato, appiattito e instupidito che oggi una qualunque Chat-GPT può tirar fuori in pochi secondi una sceneggiatura o anche un romanzetto insulso come quelli che normalmente si pubblicano.

Intelligenza artificiale contro scrittori: il futuro è A.I.

Ed è perfettamente addestrata a ‘sconvolgere’ in senso post-moderno che basterà un comando per farle sfornare, per esempio, storie LGBT con coppie omo iper borghesi felici dei loro figli scelti dal catalogo Uterino in Affitto, o

Sirenette nere per smentire la narrazione dei “cattivi occidentali” che vorrebbe le Little Mermaid solo con la pelle bianca, o Arsenio Lupin afro per andare incontro all’inclusività francese, o le altre innumerevoli falsificazioni storico-artistiche (non ultima quella di Cleopatra con la pelle nera che ha fatto infuriare perfino le Istituzioni egiziane) e che, in quest’ultimo decennio soprattutto, hanno il sapore di vere e proprie provocazioni, bassezze agit-prop da millennial viziati e inconcludenti.

Da antifà con le sneakers da duecento euro ai piedi e la casa in Maremma che, quando c’è da far baldoria, mettono pure le tende nei cortili degli atenei per far finta di protestare contro il caro-affitti.

Cosa ne sarà della creatività?

La mia previsione (catastrofista) è che, dato il livello standard e appiattito delle produzioni, le aziende cinematografiche, e poi le grandi case editrici, recluteranno millennial invasati cui chiederanno di fare gli editor; in pratica ChatGPT scriverà i testi a comando e loro si limiteranno a correggere (ammesso che siano in grado) qui e là qualche refuso o imprecisione.

E i creativi veri, quelli che già oggi non trovano più spazio, saranno mandati teneramente a coltivare l’orto (ammesso che trovino ancora sementi non OGM).

Chiudo questo articolo con un appello accorato alle categorie oggi più influenti nel mondo dello spettacolo e della cultura negli States (parlo degli States perché noi Italia, essendo una colonia, viviamo di luce o buio riflessi), quella LGBT e quella Afro.

Ai primi dico: andatevi a guardare film monumentali sull’omosessualità come “Maurice”, di James Ivory, con Hugh Grant e James Wilby, del 1987, sia per capire come si scrive un grande film con una tematica che non sfocia nell’ideologico da Starbucks, sia per comprendere che anche o soprattutto un attore etero sa e deve fare grandi performance omo.

Intelligenza artificiale contro scrittori mississipi burningAlla seconda categoria consiglio la visione di “Mississippi Burning”, di Alan Parker, del 1988, con Gene Hackman e William Dafoe per imparare non solo a scrivere una sceneggiatura e a descrivere un’epoca senza la retorica isterica del razzismo da Vanity Fair, ma per capire che un film con attori bianchi può raccontare più sui neri e sulla loro condizione che un film dove vengono imposte figure afro per ‘inclusività’. Solo così, e con quella qualità, a mio avviso, si potrà battere l’IA.

Buona fortuna a tutti, vado a cercare un orticello e attenderà l’esito della guerra tra intelligenza artificiale contro scrittori.

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