Per licenza poetica si intende un errore (non un refuso!) voluto da parte dell’autore per rendere ciò che scrive più incisivo. In pratica si sbaglia per dare maggiore forza e/o significato al testo.
La licenza poetica è quindi la libertà che viene “concessa” a un artista di non rispettare le regole (grammaticali, metriche, linguistiche o logiche). In passato era attribuita, appunto, ai poeti. A oggi questa libertà è attribuibile anche ad altre tipologie di artisti e in modo particolare nella musica.
Si tratta di vere e proprie forzature con cui si destruttura una regola al fine di dare forza al componimento. E qui si comprende un elemento essenziale: la licenza poetica è tale quando si conoscono le suddette regole e si infrangono coscientemente per scopi ben precisi.
Si devono conoscere alla perfezione la grammatica e la sintassi per poterle infrangere, altrimenti saremo di fronte a banali errori – spesso gravi – che per pigrizia o ignoranza si derubricano a licenza poetica.
Le tipologie di licenza poetica
Esistono vari tipi di licenza poetica che è opportuno conoscere per, eventualmente, inserirli nel testo nel modo più appropriato:
- Metrica.
- Grammaticale.
- Fattuale.
Quella Metrica la si applica solo nella poesia e con essa si “forza” il testo in modo da adattare i versi per avere una rima che, altrimenti, non sarebbe possibile ottenere seguendo le regole. Ci sono esempi in tutta la poesia fino anche nella stessa Divina Commedia.
La licenza poetica Grammaticale serve per “correggere” un conteggio sbagliato delle sillabe dando quindi maggiore scorrevolezza, gravità o anche solennità a un brano. Siamo di fronte a piccoli errori, marginali, che però divengono accettabili proprio per migliorare il testo.
Fattuale è quando si commette volutamente un errore che non è né grammaticale né metrico, ma logico. In pratica si esprime un concetto o si dà una informazione non esatta. Si fa riferimento ad avvenimenti non accaduti e non reali che vanno ricondotti al contenuto del testo.
Alcune delle licenze poetiche più note
Di sicuro una delle più famose è:
«Il sol ridea calando dietro il Resegone»
Alla fine della Canzone di Legnano del Carducci c’è questa licenza poetica poiché il sole, in quella zona, tramonta dietro il Monte Rosa rispetto a Milano. Il Resegone, invece, si trova a nord.
Altri esempi famosi sono:
- …ha sepoltura già vivo, e i stemmi unica laude (Ugo Foscolo – Dei Sepolcri).
- …la qual parea un spirito infiammato (Dante Alighieri – Rime, LXIX).
- …riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore (Giacomo Leopardi – “Il sabato del villaggio”).
- …dolce paese, cui regnarono Guidi e Malatesta, cui tenne pure il Passator cortese (G. Pascoli – “Romagna”).
Per usare nel modo opportuno la licenza poetica è imperativo conoscere perfettamente la grammatica, la sintassi e le regole della poesia (o della musica o qualsiasi altra arte) e solo allora si potrà decidere di infrangerle.