Scendere nel profondo dell’animo umano, toccare con mano il gelo che lo avvolge e infilarsi nei meandri oscuri dove sono incatenati i nostri demoni è terribilmente intrigante. Terrore e curiosità sono elementi radicati nel romanzo noir.
Hai mai sentito quella voglia urgente di raccontare una storia oscura, piena di tensione, cruda e umana? Se la risposta è sì, probabilmente ti sei chiesto anche tu come scrivere un romanzo noir capace di trascinare chi legge in un abisso di ombre e verità scomode.
Ti dico subito che non esiste una formula magica. Ma ci sono strategie, errori da evitare e trucchi narrativi che puoi imparare.
Il noir e il giallo sono generi letterari differenti
Molti li confondono. Altri li usano come sinonimi. Ma noir e giallo non sono la stessa cosa. Anzi. Parlano entrambi di crimini, certo. Ma lo fanno con approcci, toni e finalità diverse.
- Il giallo mette in scena un crimine e lo risolve.
- Il noir, invece, ti ci affoga. Non importa tanto “chi è stato”, ma perché lo ha fatto. L’atmosfera è cupa, i protagonisti sono spesso antieroi.
- Il giallo risolve, il noir affonda.
- Nel giallo c’è un crimine, di solito un omicidio. Il protagonista – un detective, un poliziotto, o un investigatore improvvisato – cerca la verità. Alla fine, l’assassino viene smascherato.
- Nel noir, invece, il crimine è solo il punto di partenza. Il protagonista spesso è un antieroe, coinvolto suo malgrado. E più indaga, più precipita. Non cerca giustizia, ma sopravvivenza. Il finale non è quasi mai lieto.
- Il giallo è più logico, strutturato, “pulito”. Anche se ci sono colpi di scena, l’obiettivo è la risoluzione.
- Il noir è torbido, viscerale. L’atmosfera è cupa, soffocante. Conta l’emozione, non il ragionamento. Il lettore non vuole capire “chi è stato”, ma sentire il peso delle scelte.
- Nel giallo il bene e il male sono chiari. Nel noir, tutti hanno una macchia. Non c’è bianco o nero, solo sfumature.
In sintesi: se il giallo rassicura, il noir disturba.
Crea un protagonista imperfetto
Nel noir il protagonista non è un supereroe. È umano, imperfetto, spesso rotto dentro. Potrebbe essere:
- un investigatore stanco,
- un giornalista fallito,
- oppure una donna in fuga
- o un ex criminale.
Basta che sia un essere sbagliato che finisce in una situazione intricata e nera, appunto. Qualunque sia la tua scelta, rendilo:
- Credibile, attraverso i dialoghi, le azioni e una trama che sia coerente con le vicissitudini che deve affrontare.
- Tormentato. Il conflitto interiore è essenziale, ma non sbatterlo in faccia al lettore come fossero le istruzioni d’uso di uno sbuccia melone a palla (cit.). Inserisci dei Cliffhanger per aumentare la tensione, ovviamente senza sensazionalismi.
Pensa a Marlowe, il detective di Raymond Chandler. Non è un eroe. È uno che inciampa, sbaglia, ma va avanti il più delle volte facendo scelte dubbie dal punto di vista morale.
Ambientazione: la città è un personaggio
Quando si decide di scrivere un noir, lo si ambienta spesso in una città oscura, sporca e notturna. Non c’è nulla di male, a patto che si conosca bene così da poterne raccontare le vie, i vicoli, le zone d’ombra e quelle più nascoste.
Rendila un personaggio vero e proprio con i suoi rumori, odori e profonde ferite causate dall’incuria o dall’abbandono. Evita lo stereotipo a tutti i costi, con nebbia e pioggia di continuo. Non è realistica, neanche Londra è più così!
Non si è incatenati alla città, puoi scrivere noir che si dipanano nella provincia, nel Mediterraneo o dove vuoi purché l’ambiente sia parte integrante, motivo o motore che accende la narrazione dove tutti sanno e l’apparenza inganna.
Evita, durante le descrizioni, l’eccesso di aggettivi e avverbi che sono tipici di chi non sa scrivere. Bastano poche sfumature per catapultare il lettore nella tua storia.
La trama si costruisce sulle crepe, non sui colpi di scena
Nel noir non servono troppi plot twist. Non è una puntata di C’è posta per te o qualche reality in cui la suspense è essenziale per tenere vivo l’interesse dello spettatore.
Servono invece coerenza narrativa e una buona dose di pazienza. Comportati come un sadico che anziché ferire subito lascia intendere quanto il dolore, futuro, sarà intenso.
Costruisci una trama che faccia emergere gradualmente il marcio sotto la superficie. Usa il conflitto interno dei personaggi come motore e non risparmiare nulla ai tuoi protagonisti. Devono cadere e perdere qualcosa per loro inestimabile, che sia l’amore, l’onore o la sanità mentale.
Come scrivere un romanzo noir? Con dialoghi taglienti
I dialoghi sono una delle parti più difficili da scrivere in assoluto e si tende, di solito, a farcirli di spiegazioni, infodump, modi di dire, banalità da film (il classico “Allora…” a inizio frase). Nei romanzi noir è ancora più importante evitare fronzoli nello stile, perché non devi andare subito al punto della questione.
Dovrebbero fare dei giri – lasciando dei non detti – per poi andare verso il centro della scena il più delle volte sfiorando appena il cuore pulsante del romanzo. Sono attimi minuscoli che, se ben scritti, lasciano nel lettore un taglio sottile che, nel proseguo, si allargherà per diventare una ferita mortale.
Ritmo, ritmo, ritmo…
Il noir non corre, striscia senza fretta in una direzione e nel farlo si sporca di fango e sangue per emergere, alla fine, sporco e cupo.
Non è una gara di velocità. Per renderlo costante nel suo incedere è utile scrivere frasi asciutte con pochi dettagli funzionali che insinuino il dubbio, confondendo il lettore, senza uscire dalla linea di coerenza tracciata all’inizio. Uno degli errori più frequenti è di voler sorprendere con risultati, spesso, inadeguati.
Ogni parola deve meritarsi il suo posto.
Il finale deve colpire
Non pensare a far contento il lettore offrendogli il più classico dei lieto fine, lo deluderesti anche se ancora non lo sa neanche lui. Si tende a provare a chiudere tutto neanche fosse un teorema geometrico.
I noir belli sono difficili da scrivere perché devono essere coerenti eppure lasciare una ferita aperta nel lettore senza mettere in scena un finale “matematico” trasformando ogni elemento che lo compone in una banale funzione che serve per dire qualcosa al lettore.
Un noir funziona davvero quando si chiude con un dubbio. Non devi mica consolare il lettore dicendogli che ogni casa andrà bene e che saremo salvati dall’amore e dagli unicorni rosa! Ciò che davvero ci disturba sono le verità che non vogliamo affrontare.
Come scrivere un romanzo noir: alcune domande
1. Deve esserci per forza un crimine?
Non necessariamente. Deve avere ambiguità morale, atmosfera cupa e una tensione psicologica forte.
2. Posso scrivere noir in prima persona?
Sì, la voce narrante soggettiva accentua il senso di claustrofobia e confusione.
3. Posso ambientare un noir in Italia?
Assolutamente sì. Il noir italiano ha una sua tradizione importante e in questo momento è abbastanza richiesto da agenzie letterarie e case editrici.
4. Come posso evitare cliché nel noir?
Leggendo, leggendo e leggendo. Leggere è essenziale se si vuole migliorare. E poi scrivendo, non solo noir.
5. Un noir deve essere editato come altri generi?
L’editing è essenziale per qualsiasi tipologia di romanzo.
Come scrivere un romanzo Noir? Camminando sui vetri rotti
Se vuoi capire come scrivere un romanzo noir, devi fare un atto di coraggio e scavare nei meandri della tua anima. Raccontare verità difficili che tu stesso hai il timore di affrontare e permettere ai tuoi personaggi di sporcarsi le mani on storie difficili da accettare, disturbanti.
Il noir non è un genere adatto ai benpensanti, ma ai curiosi che vogliono capire cosa si cela nelle profondità dell’animo umano e che hanno il coraggio di raccontarlo con onestà, stile e un pizzico di follia.
Studia testi di psicologia, vedi documentari e serie crime che affrontano tematiche affascinanti e oscure. Aprire la mente è un atto di fede che rischia, e questo è il bello del noir, di far scappare i demoni che si celano nelle profondità dell’inconscio.
E se c’è una regola che vale più di tutte, è :
Nel noir, la verità non salva. Rivela.