Se hai intenzione di proporre il tuo romanzo a case editrici o agenzie letterarie è utile farlo leggere a dei beta reader esperti. Si tratta di persone che amano leggere (mi sembra il minimo) ma allo stesso tempo conoscono il mercato editoriale o almeno se un genere specifico potrebbe incontrare i gusti dei lettori.
Non fanno l’editing del romanzi e neanche la correzione bozze o altro, sono semplici lettori che non agiscono sul testo ma si limitano a dare un parere più o meno profondo sul testo.
Un buon beta reader non dice solo se gli piace quanto letto, ma è in grado di dare spiegazioni precise sulle sue valutazioni. Indica cosa secondo lui funziona e cosa non funziona, permettendo all’autore di porre rimedio a eventuali problemi.
La cosa migliore sarebbe avere una mezza dozzina di lettori forti, in modo da poter avere più pareri che possono essere confrontanti e valutati a sistema.
Non è un editor!


Al contrario l’editor fa una valutazione diversa, più profonda e tecnica, andando ad analizzare punti di forza e di debolezza aiutandoli a migliorare (spesso anche di moltissimo), il tuo romanzo.
Il beta reader non fa correzioni di alcun genere, lui è un lettore. Quindi potrà dare delle indicazioni in base ai suoi gusti ed esperienze. Egli è un supporto, l’editor un aiuto più concreto.
Cosa non deve essere un beta reader
La maggior parte degli aspiranti scrittori hanno alcune persone a cui fanno leggere le loro opere, e fin qui non ci sarebbe nulla di male.
Il problema è che considerano questi “lettori” come fossero b-reader quando, invece, non lo sono:
- Amici.
- Parenti.
- Colleghi.
- Conoscenti.
- …o con qualsiasi altro rapporto stretto con l’autore.
Quando una persona legge un nostro testo, è per forza di cose condizionata da quello che sa di noi. Per prendere le distanze tra romanzo e autore, serve una professionalità che non tutti hanno.
Potrebbero dividersi, per semplicità, in due categorie:
- I buoni, che per paura di ferire preferiscono addolcire le loro opinioni, essere gentili quando non è vera gentilezza, ma paura di ferire.
- I cattivi, al contrario potrebbero mostrarsi troppo aggressivi e severi, spesso anche a fin di bene, senza capire che un aspirante scrittore è una creatura delicata.
In entrambi i casi non avresti un parere davvero utile.
L’identikit del b-reader
Un beta reader professionale, al contrario, valuterà soltanto quanto hai scritto, e questo è possibile farlo se:
- Non ti conosce, o almeno non in modo sufficiente da crearsi problemi nel dire ciò che veramente pensa.
- Legge e ama i romanzi del genere del tuo, non significa che sia un esperto delle dinamiche più tecniche (quello spetta a un editor).
- I vari b-reader che sceglierai dovranno avere caratteristiche soci-culturali differenti (età, studi fatti, genere ecc).
Ma cosa fa di preciso? Legge, ovvio, e valuta se il testo segue gli schemi classici del genere, se ha ritmo e, soprattutto se emoziona.
La sua non è una valutazione tecnica, profonda e professionale – che spetta invece a un editor competente – è qualcosa di molto più emotivo.
Da questa definizione diviene ancora più chiaro del perché è meglio che sia uno sconosciuto, proprio per evitare che i sentimenti verso l’autore incidano sulla sua valutazione del testo.
Autore – beta reader – Editor – Correttore di bozze
Non esiste un metodo unico e migliore per valutare, lavorare e proporre un romanzo a una CE. I “ruoli” visti sin qui sono importanti, tranne l’autore che è ovviamente essenziale,
Un buon beta reader può dare spunti interessanti, ha spesso costi marginali ma non la giusta professionalità per far fare a un testo il salto in più.
Il suo ruolo è di mostrare alcune criticità da “lettore”, per esempio alcune CE hanno b-reader esterni per testare la forza emotiva dei manoscritti, non di certo per dare un parere letterario.
Molti editori, anche importanti, fanno svolgere questo ruolo a giovani editor che non sono preparati, o meglio lo sono troppo, e anziché percepire la carica emozionale del testo lo valutano “da editor”.
Prima di inviare un romanzo a un editore, quindi, si dovrebbe lavorare con un editor e un beta reader. I costi del secondo sono spesso minimi, a volte anche inesistenti.
Dove trovarli
Per fortuna c’è internet! Il mio consiglio è di cercare nei vari forum, gruppi Facebook di lettori dello stesso genere del tuo romanzo.
Prima di contattare qualcuno, leggi i suoi post/commenti per capire le sue effettive competenze in materia, quanto legge e i suoi gusti.
Ti consiglio di fare un bel foglio excell sul quale segnare i dati e anche le caratteristiche delle persone che vorresti leggessero i tuoi lavori (età, genere, lavoro ecc).
Un ottimo sito dove trovare beta reader
Esiste un sito molto valido in cui si possono contattare vari professionisti e appassionati: Fiverr. Nella pagina linkata troverai i beta reader italiani, ma si potrebbe aver bisogno – in rari casi – di lettori che parlano altre lingue, sempre su questo sito potrai trovarli.
E come in tutto ciò che è online, anche loro hanno le recensioni da parte dei clienti. Mi sembra ovvio dirlo, ma meglio specificarlo di scegliere in base a:
- Numero e qualità delle recensioni che hanno ricevuto.
- Generi che leggono. Se un beta reader legge tutto, non è quello adatto a te.
- Il costo. Fai una media tra i vari profili, se il prezzo indicato si discosta troppo, forse non è il lettore che cerchi.
- Curriculum professionale e accademico.
Consigliamo sempre di fare almeno una telefonata conoscitiva, come accade con noi editor, perché si dovrebbe creare un legame, o almeno una simpatia.
E la proprietà intellettuale
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Può accadere che qualcuno dei beta reader scelti non si comporti in modo corretto rubacchiando qualcosa di troppo dal tuo romanzo.
Per difendersi basta investire qualche euro e del tempo per:
- Registrarlo alla SIAE.
- Fai una email PEC a tuo nome e inviatelo alla stessa PEC.
- Invialo a una decina di amici via email.
- Fai una copia cartacea e spediscila con raccomandata A/R al tuo indirizzo.
In generale i costi sono minimi (una PEC costa meno di 10 euro l’anno).
Nota: questi sono piccoli espedienti che non garantiscono al 100% la protezione della proprietà intellettuale. Non sono metodi ultra professionali che, a nostro avviso, non ha senso usare quando ci si relazione con editor, editori o agenzie letterarie.
Conclusioni
Quando invii il manoscritto a questi “lettori”, è sconsigliato aggiungere una eventuale sinossi o anche solo una logline. Non influenzarlo in alcun modo, non dire che il testo ti piace o altro, rischieresti di condizionarne il giudizio e questo farebbe mancare l’utilità stessa del bea reader.
Allo stesso tempo, dovrai spingere per avere giudizi freddi e mirati. La sincerità è essenziale se richiedi questa tipologia di servizio.
Ma anche la giusta umiltà per accettare con equilibrio critiche ed elogi.
Quando noi facciamo la lettura dei manoscritti (20 pagine + sinossi in WORD a: info@pennarigata.it), siamo al limite del crudele non per il piacere di umiliare, non ci interessa, ma per far arrivare all’autore delle indicazioni il più veritiere possibili.
Il nostro servizio di editing e comprensivo di un “beta reading”, anche per questa ragione non editiamo tutti i generi, ma solo quelli che conosciamo bene sia come scrittori, ma anche come lettori/editor.
Per quanto avere beta reader sia utile, non è essenziale per pubblicare una Casa Editrice.
Se invece si pensa al self-publishing avere una mezza dozzina di persone, preparate, che leggano i tuoi testi è necessario.
In entrambi i casi, però, sarebbe opportuno rivolgersi a un editor esperto che sappia valutare sia l’emotività del testo (come un b-reader), che le sue criticità tecniche e strutturali.