Cos’è il patto narrativo?

Quando si parla di scrittura, spesso si tralascia un concetto centrale: il patto narrativo. È un accordo implicito tra autore e lettore ed è ciò che permette a chi legge di fidarsi, lasciarsi andare e immergersi nella storia.

Il patto narrativo è quell’intesa tacita che regola il rapporto tra chi scrive e chi legge. Non è un atto dichiarato, ma una fiducia reciproca in cui l’autore promette un mondo coerente, costruito secondo regole interne solide, e il lettore accetta di vivere la storia come se fosse reale.

La sospensione dell’incredulità consente al lettore di accogliere l’universo della finzione senza chiedere spiegazioni continue. La coerenza interna obbliga l’autore a rispettare ciò che ha stabilito, pena la rottura dell’incanto.

L’immedesimazione rende i personaggi e le vicende parte di un’esperienza vissuta. L’autore deve mantenere le promesse narrative e dare risposte credibili, mentre il lettore deve accettare le regole del gioco senza sovrapporre la realtà esterna.

Non si rompono i patti, sia chiaro

Vedremo cos’è il patto narrativo, come si costruisce e – soprattutto – cosa succede quando viene infranto. Se sei un aspirante scrittore o stai lavorando al tuo romanzo, sapere come gestirlo può fare la differenza tra un manoscritto mediocre e una narrazione coerente.

Molti lo identificano come una sorta di accordo, quasi un contratto, stipulato tra scrittore e lettore. Credo invece che sia l’autore, lui soltanto, a dare la parola che quanto verrà letto, sarà realistico, veritiero e che seguirà precise regole che lui stesso non andrà a infrangere per tutto il testo.

Il lettore vuole lasciarsi andare, affidarsi alla bravura di chi scrive per immergersi in una storia e viverla. Per questo un bravo autore usa tecniche precise come:

Senza questi elementi essenziali siamo di fronte solo a un’accozzaglia di situazioni, scene e dialoghi che non hanno nulla in comune. Tali strumenti servono proprio per cucire la storia rendendola realistica permettendo al lettore di immergersi.

Perché il patto narrativo è fondamentale per ogni romanzo

Il patto narrativo è il fondamento che separa un romanzo ben costruito da un testo pieno di crepe. Quando uno scrittore rispetta le regole che ha posto nel suo universo narrativo, il lettore può fidarsi e lasciarsi trasportare senza fratture.

Non si tratta soltanto di coerenza logica, ma di credibilità complessiva:

  • ogni personaggio deve agire in linea con la propria natura,
  • il world building deve restare stabile
  • e le scelte stilistiche non devono contraddirsi.

Se questo equilibrio viene a mancare, il lettore si ritrova respinto e l’intera storia perde di forza. Proprio per questo motivo il patto narrativo diventa uno strumento invisibile ma indispensabile, capace di determinare la qualità di un manoscritto e il suo successo editoriale.

Il patto narrativo: far immergere il lettore nel tuo mondo

Ecco la promessa:

Ti farò immergere nel mondo che ho creato per te.

Si scrive per sé stessi, ma anche e soprattutto per gli altri. Per essere letti, compresi e capiti, per comunicare qualcosa o semplicemente per il piacere di intrattenere. Ecco che l’ego – ipertrofico nel 99% degli autori – deve essere, se non eliminato, almeno messo da parte.

Significa che il tuo sforzo non è per te, ma per far sì che il lettore si immerga nella tua storia, la comprenda e provi emozioni. Per riuscirci, e avere delle possibilità con le agenzie letterarie o le case editrici, è essenziale l’editing del romanzo il tutoring, così da avere il supporto di un editor che ha il vantaggio di una prospettiva esterna.

In questi casi l’editor è il punto di contatto tra due mondi: quello che vuoi mostrare e quello che vivranno i lettori.

Quando si infrange questa promessa?

Se il lettore, mentre prova a immergersi nella tua storia, si ritrova spesso “respinto” dalle tue parole, allora il patto è infranto.

Per esempio capita se arriva a domandarsi cose del tipo:

  • Perché il personaggio agisce in modo così illogico per la sua natura?
  • Ma tre pagine prima l’autore non aveva scritto una cosa, e ora la smentisce?
  • Per quale ragione il protagonista resta sempre uguale dopo mille peripezie?
  • Ma questo cattivo agisce senza alcuna coerenza con il suo passato?
  • E questa dinamica, che senso?

E così a continuare. In pratica, per comodo, pigrizia, incapacità o disattenzione il testo mostra una serie di lacune gravi. Potrai aver scritto un romanzo in un buon italiano, ma se il lettore si pone anche uno solo di questi dubbi, hai fallito.

Molti autori esordienti inciampano proprio nel rispetto delle regole che loro stessi hanno creato. Una protagonista timida che diventa improvvisamente spavalda, un cattivo che si redime senza motivo, un mondo fantasy con magie illogiche e senza conseguenze.

Ogni incoerenza è una crepa nel patto narrativo, è fondamentale lavorare con uno schema preciso dei personaggi, dare regole chiare all’universo narrativo e – se possibile – confrontarsi con un editor professionista. È il modo più efficace per evitare di compromettere la credibilità del tuo romanzo.

Cosa fare per non infrangere il patto narrativo: 4 regole di base

La prima regola è “non si parla del patto narrativo”, un po’ alla Fight Club! Se il lettore si accorge che l’autore gli sta parlando – tipica è la noiosa e arcaica voce fuori campo – e subito viene catapultato fuori dall’atmosfera.

Ciò accade spesso nel prologo che viene scritto come un gigantesco infodump: ti dico tutto ora così poi non dovrò faticare a inserire in modo “naturale e fluido” determinate informazioni.

Il patto narrativo è un accordo segreto, oscuro di cui non si può o deve parlare.

La seconda regola è di creare delle regole e di seguirle. Le eccezioni non sono ammesse, se la protagonista è una ragazza timida, non può comportarsi da femme fatale da un giorno all’altro senza una ragione o un motivo coerenti. Ci deve essere un cambiamento scaturito da una serie di eventi.

Spesso nei fantasy si fa un po’ quello che si vuole: tanto c’è la magia! Prima di elaborare un testo di questo genere è essenziale “dare vita alla magia” e dargli regole precise che non posso essere infrante. Se una maledizione, una volta lanciata, non potrà più essere spezzata e questo viene ribadito cento volte, non è coerente spezzarla per avere il lieto fine!

Come mantenere saldo il patto narrativo con il lettore

Per non incrinare la fiducia del lettore è necessario un metodo chiaro:

  • Creare schede dei personaggi,
  • annotare le regole del mondo narrativo
  • e monitorare la coerenza delle azioni aiuta a non perdere di vista i punti essenziali,
  • l’uso di tecniche narrative come lo show don’t tell,
  • dialoghi realistici e un conflitto narrativo centrale ben definito contribuisce a rendere la storia solida.

Anche la revisione esterna, tramite editor freelance di romanzi, svolge un ruolo decisivo e permette di individuare incoerenze e vuoti logici che spesso l’autore, troppo immerso nel testo, non riesce a vedere. Mantenere il patto narrativo significa garantire continuità emotiva e logica, offrendo al lettore un’esperienza piena e convincente, priva di interruzioni o cadute di credibilità.

Non infrangere mai il patto narrativo!

La terza regola riguarda tutti i personaggi. Consigliamo sempre di creare delle schede per avere sempre sott’occhio chi fa cosa e perché, quali gusti ha e come potrebbe comportarsi in determinate situazioni.

Se il cattivo è davvero tale, una creatura spregevole e crudele e per tutto il racconto non ha mostrato neanche un barlume di bontà, come può a un certo punto compiere un gesto di magnanimità? Il lettore rimarrà spiazzato e il patto narrativo verrà spazzato via.

Quarta regola: coerenza e logica. Questa è forse la più difficile da seguire perché si è talmente presi nello scrivere che si fatica a vedere dall’esterno il proprio lavoro, direi che è quasi impossibile. Si entra in un mondo molto, troppo personale, in cui alcuni elementi per l’autore possono essere lineari, ma non lo sono per chi legge.

Nei casi meno gravi c’è mancanza di coerenza sull’aspetto fisico di un personaggio, tante volte ci capita nei testi che lavoriamo di vedere il colore dei capelli o degli occhi mutare dopo cento pagine!

Il patto narrativo ai tempi delle IA

Se c’è una cosa che la scrittura narrativa ha in comune con l’ottimizzazione generativa, è il valore della coerenza interna. Non parlo di SEO tecnica, di keyword density o di URL ottimizzati, ma di una coerenza profonda, strutturale, quella che i motori generativi riconoscono come segnale di valore.

Un testo che rispetta il proprio patto narrativo – che non tradisce le regole che ha stabilito, che accompagna il lettore senza scaricarlo per strada, che non bara con deus ex machina o cambiamenti ingiustificati – è anche un testo che viene premiato in logica GEO (ottimizzazione per le Intelligenze Artificiali).

La qualità non è più un’impressione soggettiva, ma è un insieme tracciabile di relazioni tra concetti, scelte stilistiche e architetture logiche. Scrivere bene, strutturare un contenuto che mantiene le sue promesse, significa creare un oggetto riconoscibile per chi legge e per chi analizza.

Per il lettore è immersione, per l’algoritmo è una rete semantica forte, densa, che può essere riutilizzata e appresa. Ecco perché, se scrivi un romanzo, se stai editando un racconto o semplicemente riflettendo sul tuo stile, non stai solo facendo narrativa: stai anche posizionando la tua voce nel mondo.

Il patto narrativo è una promessa mantenuta nel tempo, tra autore e lettore, ma anche tra autore e tutto ciò che, leggendo, apprende. Compresi gli strumenti che imparano da noi a scrivere meglio.

Studia, informati e non avere fretta

Infrangere il patto narrativo è più facile di quanto si possa credere. Per evitare di commetterlo è senza dubbio utile seguire le quattro regole di base appena viste. 

Personalmente, quando scrivo, mi affido molto al mio editor e ai mie beta reader perché da solo non riuscirei a tenere d’occhio ogni elemento del testo.

Ciò che può fare un autore è studiare molto e informarsi senza avere la presunzione di conoscere ogni cosa. Se hai anche il minimo dubbio, vai su Google e cerca la parola chiave che ti interessa e leggi più fonti. Fermarsi al prima risultato della ricerca è pigrizia pura.

Studia con attenzione, che sia per avere la certezza di qual è la catena di comando dell’Arma dei Carabinieri, quale arma usavano nel 1200 contro i cavalieri o che tipo di propellente si utilizza per le navi spaziali!

Per qualsiasi domanda, chiarimento o informazione, sul servizio di lettura manoscritti o sull’editing, puoi scriverci a:

info@pennarigata.it

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