Il deus ex machina nei romanzi è una tecnica narrativa usata per risolvere ogni problema creato nella trama, utilizzando un determinato evento o personaggio come elemento esterno.
Si tratta di una figura retorica che è stata utilizzata nella letteratura classica, nonché nei moderni media come film, televisione e scrittura di romanzi.
Il termine deriva dal latino e significa “dio dalla macchina”. Si riferisce ad un espediente narrativo che viene introdotto alla fine della storia per risolvere un conflitto e dare un lieto fine. Può presentarsi come un personaggio, un evento o una forza soprannaturale che risolve il conflitto e offre una soluzione.
Nonostante siano stati usati in vari classici letterari, sono spesso considerati un errore di scrittura, in quanto lasciano il lettore deluso e frustrato. È considerato una tecnica narrativa facile ed evita allo scrittore di creare una trama ben costruita e di risolvere problemi in modo realistico.
Deus ex machina: ti piace vincere facile?
Invece di risolvere un problema con una soluzione creativa, lo scrittore introduce un deus ex machina che risolve tutto con un colpo di scena. Per comprendere meglio perché è un errore, è importante conoscere alcuni esempi.
- Uno dei più famosi nella letteratura è quello di Ulisse nell’Odissea, in cui viene salvato durante una tempesta da un dio (deus…).
- Altro esempio classico è quello di Enea nel poema epico latino Eneide. Anche in questo caso, Enea viene salvato da un dio.
- Ennesimo esempio è la serie televisiva Lost, in cui una forza soprannaturale misteriosa salva i personaggi da una situazione pericolosa.
- Queste figure retoriche sono anche presenti nella scrittura di romanzi moderni. Ne Il Signore degli Anelli di Tolkien, un esercito di alberi magici arriva per aiutare i protagonisti a sconfiggere l’esercito di Saruman.
- Nel romanzo Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald, una fortuna inaspettata salva Gatsby da una grave situazione finanziaria.
Come detto si tratta di una figura retorica che viene introdotta alla fine della storia per risolvere un conflitto e dare un lieto fine. Tuttavia, è spesso considerato un errore di scrittura, poiché evita di creare una trama ben costruita e di risolvere problemi in modo realistico.
Quando usarlo?
Il deus ex machina è uno strumento di scrittura comunemente usato nei romanzi per introdurre una soluzione inaspettata a una situazione complessa e difficile. Deriva dalla tragedia greca, dove era spesso usato per risolvere una situazione di stallo e dare una conclusione felice alla storia.
Il deus ex machina può essere:
- un personaggio,
- un dio o una creatura,
- un evento,
- o una tecnologia che appare all’improvviso e risolve un problema che sembrava insolubile.
Il suo uso è generalmente una tattica di scrittura discutibile. Se usato in modo appropriato, può essere un modo di introdurre una risoluzione creativa e soddisfacente a una storia. Ma se usato in modo scorretto, può apparire come una soluzione artificiale e non soddisfacente.
Non dovrebbe mai essere usato come modo per evitare di risolvere una situazione complessa con una soluzione narrativa che sia realistica e creativa. Quando si decide di inserirlo nella storia, è importante che sia introdotto in modo appropriato e con cura.
È importante che sia usato in modo naturale, in modo da rendere la storia credibile e non come se fosse una forzatura. In aggiunta, l’apparizione di un deus ex machina non dovrebbe avere un impatto negativo sulla storia.
Conclusioni
Se a è introdotto in modo troppo imprevisto o eccessivo, può confondere il lettore e renderlo insoddisfatto della storia. Inoltre, è essenziale che abbia una relazione significativa con la storia stessa, se appare e non ha un legame con la storia in corso, può confondere il lettore.
Il deus ex machina può essere uno strumento di scrittura utile, se usato con cura ed in modo appropriato. Se usato in modo appropriato, può aggiungere una risoluzione creativa e soddisfacente a una storia. Tuttavia, usato in modo scorretto, può apparire come una soluzione artificiale e non soddisfacente.