Libri per imparare a scrivere, ne abbiamo?

Esistono libri per imparare a scrivere e diventare dei grandi autori ammirati da critica e pubblico? Sembra strano ma la risposta è un sì!

Com’è possibile che nessuno ne parli o li proponga, in modo particolare durante i corsi di scrittura o nelle  schede di valutazione fatte dalle agenzie letterarie?

Vediamo prima alcuni elementi essenziali che ogni persona dovrebbe avere per cimentarsi nella stesura di un testo, alla fine – e non ci andare subito – indicherò i libri che ti permetteranno di scrivere meglio (almeno un po’ meglio).

Cosa serve per imparare a scrivere?

Chiariamo subito che per imparare a scrivere sono necessarie una serie di capacità senza le quali è meglio darsi al Padel. Per me sono necessarie, se non le hai cambia blog e vai su uno di cucina.

  • Intelligenza. Tanto ognuno di noi è convinto di essere intelligente, l’autocritica costruttiva è scomparsa, di conseguenza si presume che gli autori siano almeno non stupidi.
  • Cultura. Gli ignoranti dicono che non serve o che è sopravvalutata. Come i fenomeni che criticano i laureati sentendosi più furbi perché hanno fatto il servizio militare e poi i manovali. La cultura è un dono che facciamo a noi stessi, si può avere la terza media e una grande cultura, ovvio. Ma chi riesce a studiare per un “pezzo di carta” e affrontare determinate sfide (esami più o meno difficili), magari qualcosina ha fatto. Per cui, se vuoi scrivere, devi avere una discreta cultura.
  • Conoscenza dell’italiano. Potrei inserirlo nel punto precedente, ma preferisco specificarlo. Giusto per essere sicuri.
  • Idee. Non parlo di fantasia, ma di una propria struttura mentale costituita da idee e valori che, si spera, valgano più di una pubblicazione con un grande editore.
  • Amore per la lettura. E qui che moltissimi sedicenti autori crollano e vanno in mille pezzi. La maggior parte delle persone che ci inviano manoscritti non leggono quasi nulla o solo un unico genere letterario (che sarebbe già qualcosa). 

Cosa accade quando leggi poco o niente? Che il tuo lessico sarà sottile come “del burro spalmato su troppo pane” e il modo con cui costruirai i periodi sarà identico, senza grandi variazioni.

A dimostrarlo la lunga sequela di ripetizioni, dimostrativi e avversative a pioggia che uno psicologo valuterebbe causa di una profonda depressione.

Cosa fare?

Non esistono pillole, metodi, magie, miracoli o facilitazioni di sorta per imparare a scrivere! Ecco la tremenda verità che ogni agenzia letteraria o scuola di scrittura mista (come la frittura) ti dice.

I loro metodi sono solo un’illusione. Ti lasciano credere che con 30 ore con i loro mega editor/scrittori/illusionisti tu divenga il gota della penna, il nuovo caso letterario da milioni di copie nel mondo.

Non è così. O meglio, potresti vendere tante copie perché sei un “personaggio”, oppure hai una storia triste alle spalle o 100.000 follower su qualche social. Vendere non è sinonimo di qualità.

Se il tuo scopo è scrivere per fare soldi, perché non ti fai un account su OF o provi a diventare un influencer per celebrolesi, alla fine è più facile e, bonus della settimana, non dovrai imparare a scrivere! I punti sopraelencati diverranno solo un fastidioso acufene.

E i libri per imparare a scrivere?

La lunga reprimenda è, a mio avviso, necessaria per fare da filtro con i pigri che vogliono diventare autori famosi e persone che amano leggere e scrivere.

A noi interessano questi ultimi, gli altri possono seguire corsi e fare cose come preferiscono, ma evitate di inviarci i vostri insulsi testi da quinta elementare pieni di errori, banalità e soprattutto senza un cuore.

I libri per imparare a scrivere sono semplicemente i testi “belli” che puoi comprare a pochi spicci in una bancarella. Trovo giusto iniziare da dove si vuole, che siano quindi classici, fantasy o erotici poco importa.

Ciò che ritengo essenziale è la curiosità e un po’ di coraggio per uscire dalla propria zona di confort. I club letterari sono più interessanti dei corsi, le persone si confrontano e si consigliano; offrono punti di vista nuovi e interpretazioni impensabili.

L’editing vince? Non sempre

Il mio consiglio è di leggere, per esempio in una settimana (o anche di più), un testo di un genere e poi, una volta finito, cambiare tipologia e così fino a ricominciare dal primo. Dopo poco ci si renderà conto che si tratta per lo più di una suddivisione miope che cancella le sfumature in favore di colori più netti.

Scrivere è fatto di regole che dobbiamo imparare anche studiando manuali di grammatica, per esempio, o andando appunto all’università.  Un corso rischia sempre di essere una gigantesca perdita di tempo oltre che di soldi.

L’editing del romanzo è quasi sempre un buon investimento (sono di parte, lo ammetto), ovviamente solo se fatto nel modo giusto e con una persona che ti segue e ti spiega in modo chiaro e preciso i suoi consigli. Poi ci possono essere ciarlatani che si prendono il manoscritto e dopo un mese te lo rimandano “editato”, da questi soggetto consiglio di stare alla larga.

Esistono tantissimi libri per imparare a scrivere, il bello è cercarli leggendo di tutto.

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