Non ti pubblicano perché:
- sei un genio incompreso,
- non conosci nessuno nelle case editrici
- oppure sei una persona difficile, scomoda…
- il tuo genere, in questo momento non funziona o non è di moda
- oppure il tuo romanzo non è relegabile in un unico genere,
- scrivi in modo innovativo,
- non hai contatti o non sei una persona nota,
- sei sfortunato,
- è tutta colpa del Karma,
- la luna in Urano nell’Era del topo è avversa al tuo segno,
- tutti, ma tutti, in ambito editoriale sono brutti e cattivi,
- come la Rowling è solo una questione di tempo,
- la sfortuna ti perseguita,
- sei un genio incompreso (non è una ripetizione, ma un rafforzativo),
- …
Potremmo continuare a lungo, ma credo che le precedenti motivazioni di insuccesso abbiamo già fatto cambiare pagina ai bimbi incompresi.
Non sono motivazioni di insuccesso inventate, ma lette nel web e nelle varie email che ci arrivano ogni giorno. Spesso su Facebook, nella nostra pagina di promozione, poveri scribacchini se la prendono con noi, ci dicono che pensiamo solo al denaro, che con 20 pagine di lettura non si può capire il valore di un testo o che se fossimo così bravi avremmo pubblicato noi con delle case editrici note.
Arrabbiati perché frustrati
Un tempo ci rimanevamo male di fronte a tali commenti, con gli anni abbiamo capito quanto siano incazzate le persone che li scrivono. Si tratta di “wannabes”, “vorrei ma non posso”, che non riescono a ottenere alcun risultato in ambito editoriale (pagare per pubblicare non è pubblicare) e che sfogano la rabbia sugli altri.
Per quanto il listone precedente sembri fantasioso, nessun punto è inventato. Se anche tu credi che non ti abbiano mai pubblicato per quelle cause, forse è il caso che ti fermi un attimo, cestini le tue convinzioni sulla tua capacità di scrivere e provi ad ascoltare un punto di vista differente.
Un buon libro trova sempre la sua strada. Questo è un assioma, non perché lo diciamo noi, ma perché chi lavora in editoria lo fa per passione ma anche per vivere! Se gli capita tra le mani un buon romanzo, per quale ragione non dovrebbe pubblicarlo?
Perché le case editrici non leggono i romanzi!
In moltissimi casi è assolutamente vero, ma… le piccole e medie, al contrario, li leggono e anche con molta attenzione.
Ma il mio manoscritto è ottimi e merita Mondadori!
Davvero? E chi lo dice? Tua mamma e il gatto oltre alla vicina? Gli amici che ti dicono che sei bravo e dovresti pubblicare? Il tuo ego?
Fai giudicare il tuo romanzo agli esperti di settore e vedrai che metteranno in evidenza – quasi sempre -, molte criticità che né che tu, né amici e parenti, avevate notato. Non ti pubblicano? Prova a capire le vere cause, non quelle che ti fanno comodo.
La verità di Oscar Wilde
Vuoi sapere la vera, ineluttabile e insindacabile ragione per cui le case editrici non ti pubblicano?
Immagino di sì.
Come diceva Oscar Wilde:
La verità è raramente pura, e mai semplice
ma anche
La coerenza è la virtù degli sciocchi.
Credere che ci sia una ragione unica e incontrovertibile é, almeno in ambito editoriale, un azzardo.
Di recente mi sono imbattuto su Facebook nel post di una persona che stimo molto, che lavora con i libri da tantissimi anni (in una importante Casa Editrice), la sua tesi era semplice: se non ti pubblicano è perché non sai scrivere.
Potrebbe anche essere, in effetti gli esperti del settore oltre ad avere una forte passione per la letteratura (di vari generi), hanno studiato e lavorato, si sono fatti istruire da chi c’era prima di loro.
Hanno tanta esperienza, gli hanno insegnato a scegliere, capire e valutare un manoscritto leggendo poche pagine.
Spesso il libro è brutto
Da parecchi anni vivo grazie alla scrittura (editing, romanzi e copywriting) e ho conosciuto moltissime persone e letto i testi di centinaia di clienti: quasi tutti orribili (i testi!).
La prima scrematura la faccio per valutare romanzi che possano avere una possibilità in ambito editoriale: se non credo in un manoscritto, non accetto di farne l’editing.
Ciò non significa, però, che sia un testo brutto. Solo che la mia visione editoriale è pragmatica, un romanzo per me deve avere qualche possibilità di essere pubblicato (con un editore serio).
Saper scrivere in italiano corretto, non significa poter fare il romanziere! Si devono avere delle doti che non tutti hanno, anche se queste non hanno valore senza la tecnica.
E io non sono un purista della lingua, come dice anche l’autore del sopracitato post su Facebook, l’importante è che la storia sia buona e trasmetta emozioni, si fa sempre in tempo a correggere l’ortografia!
Ecco l’importanza di un buon editing che, migliorando dove c’è bisogno (trama, personaggi, dialoghi, struttura narrativa) permette a una storia di crescere e diventare appetibile per il mercato editoriale.
E i libri che vengono pubblicati?
Tornando ai libri non pubblicati, nella discussione sono intervenute due scrittrici (anche loro edite da CE molto grandi) infastidite (a ragione), da una terza persona che sosteneva che si potesse pubblicare con le major solo grazie ad aiutini e conoscenze varie.
Il solito metodo italiano che premia le amicizie e non il talento, i furbi e non i bravi. Questa terza persona è stata un po’ messa all’angolo, definita per certi versi frustrata e gli altri tre si sono coesi per tentare di farle capire che non era nelle grandi CE perché non abbastanza brava.
Le CE sono aziende e devono fatturare, si impegnano a produrre libri che vendano il più possibile, prodotti di qualità.
Chi scrive per la prima volta un romanzo, senza rendersene conto, lo riempie di una sequela interminabile di errori: semplice ignoranza. Non è un insulto, non sapere è lecito, non lo è credersi fenomeni incompresi se si riceve qualche rifiuto o critica.
Ma hanno rifiutato Harry Potter decinaia di volte?
Settordici, decinaia o gozilioni poco importa. Il libro più venduto degli ultimi decenni ha subito svariati rifiuti, quindi capita a tutti?
Ma neanche per sogno, è un banalissimo caso, credo anche un po’ montato per creare ancora di più il “personaggio-sfigato-mamma-single-che-non-si-è-arresa“. Per far sognare non basta un libro, ormai, anche l’autore conta.
Tornando alla discussione sul perché non si viene pubblicati ci sono, a mio avviso, altri fattori che concorrono al risultato, oltre al romanzo stesso. Basti pensare ai personaggi famosi che, pur non sapendo mettere due parole in croce, pubblicano.
Alcuni hanno l’intelligenza di dichiarare che non sono gli autori (es. Totti), altri (dei quali non posso fare i nomi per non beccarmi una querela), si fanno scrivere da un Ghost il libro e lo firmano loro stessi.
E poi ci sono i “fenomeni del web”, spesso ragazzini imberbi di un’ignoranza stellare che per qualche video idiota su Youtube hanno milioni di seguaci. Sanno scrivere? I loro testi sono meritevoli? Hanno talento?
La risposta è unica per tutte e tre le domande: NO (diciamo nel 99,99% dei casi).
E invece Fabio Volo?
I puristi dell’italiano, i seguaci dell’Accademia della Crusca e di Moravia (uno scrittore/giornalista/artista fenomenale preso a caso, sia chiaro) a tutti i costi, storceranno il naso neanche avessi nominato il vero nome del maligno durante la messa di Natale!
Volo è un personaggio noto, faceva televisione e cinema. Solo perché i suoi romanzi sono leggeri e semplici dobbiamo dire che è un raccomandato e sta lì perché è famoso?
Io ho letto alcuni suoi libri, anche se non mi esaltano comprendo che trasmettano determinate emozioni (e non è da tutti), sanno pizzicare alcune corde grazie anche alla semplicità fanciullesca dei testi.
Non sono storie che ti strappano l’anima e ti cambiano la vita, non è Kundera! Però dicono qualcosa, raccontano un mondo semplice, a tratti banale, dove tutti possiamo rispecchiarci.
Sono scritti male? No, ma neanche bene. E forse la loro forza sta proprio in questo, non hanno bisogno di una prosa aulica per emozionare.
Poi c’è da capire, se Volo non fosse stato già famoso, quante possibilità avrebbe avuto di pubblicare da subito con una grandissima CE avendo a disposizione i migliori editor?
Se non ti pubblicano è perché…
Secondo chi lavora nell’editoria, da quanto sono riuscito a capire, un buon libro viene sempre pubblicato, emerge e sarà sempre notato da una CE.
Sono dell’idea che un buon libro potrebbe non emergere per una serie di variabili di cui solo una parte sono sotto il nostro controllo.
Ciò che si può fare è lavorare su tali elementi, come la scelta del giusto editore, Agenzia Letteraria, editor. Ma anche i modi sono importanti (leggi questo articolo su come Presentarsi a un editore).
Se fai tutto nel modo opportuno è assai probabile che tu venga notato, magari non puntando subito alla Sellerio, pensa che devi costruire una carriera che è fatta di passi lenti ma costanti. Creati una base solida sia culturale che di lettori.
Se pubblichi subito in una grande, e non vendi, la tua carriera è morta e sepolta.
Non conosciamo i trascorsi di tutti quelli che stanno nelle “grandi”, alcuni sono raccomandati, altri bravi, altri fortunati e così via. Scatenare la propria frustrazione su chi ce l’ha fatta non è d’aiuto: è un modo infantile per non crescere.
Se hai scritto un romanzo che ritieni buono, che però non ti pubblicano (e piace solo ad amici e parenti), prova a farlo leggere a un professionista.
Che sia un editor, o anche un’agenzia letteraria o dei beta reader, potrebbero offrirti spunti di riflessione.
Si pubblicano solo bei libri, noi non sbagliamo mai!
Tornando alla discussione su Facebook alla quale, come detto, partecipavano soprattutto autori per CE importanti che, forse per partito preso, sostenevano una sorta di infallibilità dell’editoria mondiale.
Se così fosse, verrebbero pubblicati solo bei libri (e che vendono), la realtà è ben diversa visto che sugli scaffali delle librerie compaiono testi di pessima qualità, e i resi sono l’incubo di ogni editore.
Quindi chi sta nell’ambito editoriale può sbagliare nel valutare un pessimo manoscritto, pubblicandolo, ma allora perché non dovrebbe accadere il contrario scartando buoni romanzi?
Gli autori hanno il dovere di essere umili (e soprattutto obiettivi), eppure sembra che nelle case editrici non sia così e che ogni scelta sia giusta: loro non possano sbagliare.
Non so in che percentuale accada, se gli errori di questi ultimi siano tanti o pochi, e a dir la verità mi interessa fino a un certo punto. Gli scrittori scartati dovrebbero essere meno astiosi e arrabbiati, smetterla di gridare al complotto e rimboccarsi le maniche per crescere.
E il mondo editoriale dovrebbe ascoltare le critiche, senza per forza di cose essere d’accordo. La presunzione di scegliere solo i libri migliori (di frequente valutati solo in base alle vendite), non aiuta il settore che è in crisi “anche” per queste lotte interne.
Se non ti pubblicano, nella maggior parte dei casi, è perché il tuo romanzo non è pronto. Anziché pensare di essere la nuova Rowling – bravissima e incompresa – ipotizza la cosa più semplice: non sei così bravo (o almeno non ancora).
Leggi, scrivi, studia, fatti editare.
Se non ti pubblicano ma sei arrivato fin qui…
Sappiamo che questo è un articolo molto cattivo che a tanti non piacerà. Immagino già le valutazioni e la rabbia repressa di chi non pubblica e continua a pensare che sia per chissà quali ragioni. Gli insulti verso di noi che abbiamo provato a mostrare un punto di vista diverso.
Di media, il 90% dei testi che riceviamo sono ineditabili. Anche con tutta la nostra buona volontà, rendere quell’accozzaglia di parole messe a caso un romanzo vero è impossibile.
Forse non siamo abbastanza bravi, oppure si scrive male e a casaccio. Ci si mette al pc con tutte le buone intenzioni e si scrive senza saperlo fare davvero. Scrivere è un mestiere e come tale deve essere imparato con tanta abnegazione.
Credere di poter elaborare un romanzo che sia un best seller, solo perché si prendeva 7 a scuola nei temi, è presunzione. Ci sono persone che hanno talento, ma sono pochissime e anche a loro servono pratica e abnegazione.
Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo sono stati prima di tutto APPRENDISTI (o allievi del maestro Splinter). Loro si sono messi a capo chino a imparare il mestiere per poi trasformarlo, grazie al talento, in arte.
Tu sei migliore di loro?
Ma per favore va! Il mio romanzo su YouTube ha fatto migliaia di visualizzazioni. Il mio romanzo per ragazzi ha vinto un premio. I fatti non contano. Contano essere già famose avere le conoscenze
Sembra la tipica frase di chi non riesce a pubblicare e anziché porsi delle domande, adduce scuse.
POSSO ANCHE CONDIVIDERE l’ articolo, in parte. MA ALLORA DOVREBBERO SPIEGARMI ALCUNE COSETTE. Chi sono le due vincitrici del premio Strega 2024: una parla di LESBICHE. L’ altra di puro odio “antifascista”. Stile… Ma quale? Come mai al contrario veri capolavori letterari, tipo “Il cavallo rosso” di Eugenio Corti sono “innominabili” dal MAINSTREAM ?? . Ed i miei più ‘ modesti “Una anguria chiamata estate” e “L’ Acerba Vita”, a firma Franco Cordiale, dotati di recensioni critiche molto positive (una perfino dal regista Antonio Pupi Avati) passano nella INVISIBILITA’ PIU’ TOTALE. Eppure uno dei due romanzi ha chiuso le celebrazioni ufficiali nel 2019 per il 750 anniversario della nascita di Cecco d’Ascoli in Ascoli Piceno… SEGNO CHE I PORTUALI DELLA COMUNICAZIONE LETTERARIA, vedi il salone del libro di Torino, obbediscono alla CENSURA IDEOLOGICA “de sinistra” ED INSIEME ALLA PURA LOGICA MERCANTILE DEI GROSSI EDITORI. Spazzando via a colpi di ALGORITMO ogni possibilita’ di emergere agli scrittori non… ADDOMESTICATI AL CARRO VINCENTE: il mercato e chi lo manovra.
Prima di tutto buongiorno, io non le devo spiegare nulla, specialmente se scrive – in maiuscolo – “MA ALLORA”. Le dinamiche dell’editoria sono contorte, però un buon libro trova sempre la sua strada. Ho dato un’occhiata ai suoi lavori e, a mio personalissimo avviso, gli editor delle case editrici hanno fatto bene a non pubblicarla perché ha uno stile ottocentesco, ridondante e didascalico (e non ha azzeccato una, ma dico UNA, “D” eufonica e poi si lamenta del sistema perché si ritiene un ottimo autore). Orsù non si abbatta, la sua arte verrà un giorno rivalutata. Tutti sono corrotti tranne quelli che le fanno una bella recensione, che situazione curiosa.
NON SPERO DI RICEVERE RISPOSTA. MA QUANTI FANNO FACILE IRONIA SUL PARCO BUOI COSIDDETTO DEGLI SCRITTORI EMERGENTI, sappiano che essi vengono illusi e sfruttati, vedi EDITORIA A PAGAMENTO ED AGENZIE DI “self publishing”… CHE SPILLANO MIGLIAIA DI EURO AI MALCAPITATI (a me ne avevano chiesti da tre fino ai sei mila…)… Mentre se ti firmi Carofiglio, AMMANITI, BARICCO, Giordano, Avallone o ancor meglio Veltroni potresti anche pubblicare la nota della spesa… In Italia la via maestra per il successo non si chiama TALENTO, bensi piaggeria. Per chi non capisce… lecca-culismo. La strada dei Corrado Fazio e degli Amadeus…
Sono il primo censore del nostrano sistema editoriale (es: EAP), ma attribuirgli ogni colpa per i propri insuccessi non permette di mettersi in gioco, crescere e maturare come autori. Cordialità.