Cosa scrivere?

Cosa scrivere? Domanda buttata lì di getto senza pensarci troppo. Come ho detto più volte il panorama letterario italiano è in crisi e c’è un livello di nepotismo gigantesco al pari della poca professionalità. In pochi si salvano rischiando di affogare o essere risucchiati dalla mediocrità.

Parlando con molti neofiti i primi dubbi scaturiscono dall’eccessivo uso di anglicismi che neanche nelle riunioni di marketing nelle aziende durante gli anni ’80. Così la confusione dell’autore cresce e prima di decidere che tipo di romanzo scrivere si ritrova bombardato da paroloni che, alla fine, non servono poi a molto.

Essenziale, al contrario, è conoscere gli strumenti del mestiere per rendere il proprio manoscritto:

  1. più chiaro,
  2. emozionante
  3. e narrativamente economico.

Non ho inserito nulla dal punto di vista grammaticale e sintattico perché dovrebbe essere ovvio, se vuoi scrivere un libro è obbligatorio conoscere gli strumenti di base.

Tutto molto bello, ma cosa scrivere?

Ho iniziato a lavorare nell’editoria una quindicina di anni fa, da allora ho avuto la fortuna/sfortuna di leggere e valutare migliaia di testi. Molti autori bravi vengono costantemente scartati da ogni singola:

Nessuno vuole i loro lavori perché, non si sa spesso su quali basi, gli autori propongono testi di qualità ma non spendibili sul piano commerciale. 

Si tratta di un ragionamento che sarebbe anche giusto se chi li valuta avesse a disposizione delle analisi di mercato minuziose e ben targettizzate, magari commissionate a un’azienda che le fa per mestiere.

Invece, per lo più scelgono basandosi sulle intuizioni di editor e dirigenti “scappati de casa” che seguono una linea editoriale per sentito dire o perché hanno letto un topic su Reddit o su chissà quale altro sito.

Cosa vuole il mercato oppure…

Il mercato, secondo le ultime stime, è in lieve decrescita tranne che per il romance e per i thriller. I romanzi d’amore (rosa o spicy o come volete voi), trainano da anni il mercato editoriale tanto che ormai ogni editore ne propone sul catalogo una marea.

Non è un genere inferiore, chi lo dice è per me una persona lievemente ottusa incapace di accettare il diverso e il cambiamento, però non è neanche l’unico genere al quale aggrapparsi per salvare ogni singolo editore su piazza.

Se vuoi scrivere un testo che abbia molte più possibilità di non essere istantaneamente cestinato (e mi riferisco alle agenzie letterarie e agli editori grandi) il romance fa per te. Ricorda che non si tratta di lanciare bacini, cuoricini, unicorni e decerebrati che dicono solo idiozie preconfezionate!

Il romance è una cosa seria. La Teoria dell’iceberg di Hemingway per esempio, non riguarda solo la storia, ma anche i sentimenti. Significa che la gran parte delle emozioni dovrebbero filtrare attraverso il non detto e non con giganteschi spiegoni (ecco che anche lo Show don’t tell esplode nella sua importanza).

Oppure puoi decidere di lanciarti sui thriller, in qualsiasi salsa a eccezione dell’horror. Quest’ultimo sottogenere è boicottato da ogni singolo soggetto nel mercato perché… non lo sanno neanche loro. Lo ostracizzano pur non avendo vere ricerche di mercato a corroborare la loro scelta.

La narrativa non di genere ha sempre un forte fascino nei confronti degli autori che hanno la malsana convinzione (nella maggior parte dei casi), di scrivere robe profonde e poetiche, solo perché la loro storia è ambientata durante il periodo fascista oppure riguarda una bambina che ha subito violenze da parte del maschio brutto e cattivo.

L’unico limite è che tali polpettoni sono ad appannaggio degli uomini (e anche donne, non vorrei far incazzare i woke) di cultura. E che cultura! 

Che scrivere?

Domanda lecita. Decidere cosa scrivere e investire tanti mesi su una storia non è una scelta di poco conto, tutt’altro. Scrivere cosa vende (in teoria) o cosa mi piace fare? Elaborare una storia seguendo le richieste del mercato o lasciando andare la fantasia senza limiti?

Come sempre sarò sincero, anche se agenzie e case editrici non saranno d’accordo o diranno che accade tutto il contrario e che loro scelgono i testi più meritevole ecc ecc.

Un romanzo viene pubblicato per due ragioni (una terza è bonus):

  1. se rientrano nei generi più venduti e
  2. l’autore ha una forza social (vedi Instragram, TikTok, Wattpad e simili).
  3. È un bel romanzo (bonus).

La scelta è cautelativa, non imprenditoriale. Un imprenditore intercetta i bisogni futuri degli acquirenti o è lui stesso a crearli attraverso scelte intelligenti e strategie di comunicazione innovative.

In ambito editoriale non si sa nemmeno cos’è la SEO o come scalare la SERP senza pagare migliaia di euro per una sponsorizzazione su Google. In Italia siamo sempre indietro di almeno cinque anni rispetto alle mode e trend, si copia e non si innova mai.

Ma io voglio solo scrivere

In un mondo perfetto sarebbe possibile. In Italia te lo puoi scordare. Perfino chi ha tanti follower e scriver romance è costretto/a a sottostare alle meccaniche del momento, inserendo per esempio un po’ più di spicy, strutturare un istant love piuttosto che un enemy to lover.

Non siamo di fronte a scelte letterarie, ma solo di vendita. Personalmente so come scrivere un romance, le meccaniche e la struttura più adatta. Ma ho capito che non mi va di farlo perché vorrei perdermi tra le pagine e dare vita a qualcosa che sento più mio.

Significa che nessun editore si sognerebbe mai di pubblicare un romance che vira da una parte e dall’altra rispetto allo schema più banale e logico (es. ci deve essere il lieto fine).

Cosa scrivere, quindi? Non c’è una risposta giusta.

  • Credo che prima di tutto tu debba valutare se hai gli strumenti per scrivere o se hai bisogno di leggere e studiare ancora tanto.
  • Poi è essenziale avere un’idea solida della storia che desideri raccontare, magari capendo – in linea di massima – a che genere appartiene.
  • Infine decidere se vuoi provare a tutti i costi a pubblicare (di solito partendo dalla medio/piccola editoria), oppure
  • se vuoi scrivere solo quello che diavolo ti piace senza sottostare alle logiche di mercato (spesso illogiche).

Conclusioni

Come detto prima non c’è una scelta “giusta” e per me non va condannato chi piega le proprie convinzioni perché vuole essere ascoltato e toccare la mente e il cuore di più persone (i lettori). 

Ricevere solo rifiuti è scoraggiante e vedere il proprio romanzo pubblicato è una soddisfazione che si trasforma in energia per scrivere (e leggere) sempre di più.

Se ti rifiutano potrebbe essere a causa del genere che hai scelto, oppure è perché il tuo romanzo ha dei limiti strutturali e linguistici ben precisi. In moltissimi casi, però, se non ti pubblicano é perché il tuo romanzo è orribile.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Verificato da MonsterInsights