Il Flashback in un romanzo

Il passato condiziona il futuro, in un romanzo è possibile narrare accadimenti passati (rispetto alla storia narrata), attraverso il flashback.

È una figura narrativa molto utile, difficile da usare e troppo spesso abusato. Con esso si racconta un evento già accaduto, di solito ricordato da un personaggio, che avrà un risvolto nel presente (o anche nel futuro).

Mettiamo che il protagonista del tuo romanzo abbia messo da parte un determinato ricordo perché molto doloroso. Si verifica un accadimento, come ad esempio la morte di una persona cara, un trauma o anche un evento molto positivo, che fa riemergere il ricordo.

A questo punto l’autore racconterà, vedremo in seguito con quali tecniche, il flashback stesso.

Il flashback nel cinema

Dalla parola stessa si evince che si tratta di un lampo,  qualcosa di:

  • immediato,
  • improvviso,
  • collegato al presente.

Si mette in pausa il racconto principale per immergersi in eventi che sono già avvenuti. Possiamo definirlo come “tempo ritrovato” che, riaffiorando dà forma e sostanza al presente, lo rende più chiaro grazie a delle informazioni che l’autore aveva sapientemente nascosto.

Può essere un tuffo indietro di tantissimi anni, come anche di pochi attimi che però dovranno mostrare qualcosa, un indizio ad esempio, che spieghi e renda chiaro un passaggio.

In un film (o come vedremo in tutte le forme narrative) la storia può procedere secondo 2 linee temporali:

  1. quella classica, in cui la storia si snoda solamente in avanti,
  2. oppure una narrazione con tempi diversi, con salti in avanti (flashforward) o indietro (flashback).

Nel caso 2. lo svolgersi cronologico degli eventi è deciso e scandito dall’autore (regista, scrittore).

Quando usarlo

Il primo vantaggio che si ha nell’utilizzare flashback e flashforward in un romanzo, quindi spostandosi avanti e indietro nel tempo, è di dare maggior ritmo alla narrazione.

Il Flashback in un romanzoAd esempio, l’investigatore sta indicando alcuni indizi e il movente di un omicidio. A questo punto, pochi attimi prima di dare informazioni che potrebbero portare all’assassino, l’autore potrebbe inserire un flashback che offrirà ulteriori spunti e spingerà il lettore ad andare avanti nella storia.

Narrazione presente Cliffhanger Flashback

Con questo semplice schema si riesce a variare il ritmo e tenere il lettore incollato alla pagina perché avido di sapere come andrà a finire.

Altri “usi” del flashback

Il flashback è uno strumento che ha moltissimi utilizzi, anche se si deve fare molta attenzione a non abusarne per colmare buchi di varia natura che si presentano in un romanzo.

Capita spesso che un autore poco esperto, o che sta ancora imparando come scrivere un libro, ne inserisca alcuni per dare spiegazioni che non è stato in grado di mettere in un modo più adatto. 

L’editing del romanzo serve anche a questo, dando al manoscritto una compattezza maggiore e una precisione essenziale per avere qualche chance di pubblicazione.

Noi di PennaRigata offriamo anche il servizio di tutoring per la stesura completa del romanzo. Insieme all’autore discutiamo le singole scene (azioni, dialoghi, descrizioni, ambienti) e proponiamo l’inserimento coerente delle varie figure narrative (come il flashback). 

Se vuoi saperne di più, che si tratta dell’editing, della valutazione gratuita (prime 20 pagine + sinossi in WORD) o di tutoring, puoi scriverci alla nostra email: info@pennarigata.it

Colmare i vuoti nella storia

Uno dei motivi principali per cui si usa il flashback, è di colmare delle lacune che altrimenti sarebbe difficile, se non impossibile, inserire.

Attenzione: questo è terreno fertile per 2 errori:

  1. Si racconta il flashback, quando invece andrebbe mostrato. In questo è maestro Beppe Fenoglio in “Una questione privata“, in cui riesce a far vivere letteralmente al lettore il flashback del protagonista.
  2. Anziché mostrare si butta lì un gigantesco infodump, uno spiegone banale che serve solo da raccordo tra passato e presente.

Anche se stai narrando un accadimento passato, non devi dimenticarti le regole di base della scrittura. Il famoso “Show don’t tell” non è legge assoluta, ma se non hai ancora un’importante padronanza della scrittura, meglio seguirla.

Se ad esempio si sta scrivendo un romanzo iniziato in medias res, i “salti indietro” sono utili per creare un raccordo tra i differenti momenti temporali.

Quando introdurre un flashback

In generale non andrebbero inseriti troppo presto, serve prima creare dell’attesa nel lettore per POI dargli la soddisfazione di sapere qualcosa. Il tempo può essere “riavvolto” in vari modi:

  • Inserendo una scena in cui un personaggio pensa, ragiona o in generale di tipo retrospettivo. Lo scopo, oltre di dare informazioni, è anche quello di “mischiare le carte” e confondere un po’ il lettore distogliendolo dalla linea narrativa principale.
  • Altro strumento molto usato, e purtroppo abusato, sono i sogni. L’aspetto onirico caratterizza molti testi, attraverso questi momenti si può mostrare quanto si vuole di un determinato ricordo, anche modificandolo. Ovviamente andrebbe fatto seguendo logica e coerenza.
  • Il più semplice flashback è il ricordo diretto di un personaggio.
  • Con un breve passaggio che però si collega al presente attraverso piccoli o grandi elementi (es. una pistola, un luogo, una caratteristica fisica precisa di un personaggio).
  • Puoi inserire anche una lettera, dei brani scritti, come un manuale o un file sul computer, oppure delle foto o dei video. 

Sono metodi validi in cui si dovrebbero evitare i 2 errori visti poco prima (infodump e troppo raccontato).

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