Rappresentanza autori di bella presenza automuniti

La rappresentanza autori è il servizio di base di ogni agenzia letteraria, ma chi la fa davvero?

Giusto per essere chiari: rappresentare gli scrittori dovrebbe essere il core business di ogni agenzia. La maggior parte di queste indicano – senza giri di parole – sui loro siti, che non accettano più autori.

Siamo di fronte a un controsenso, una stortura di mercato che mi obbliga a fare qualche considerazione su quanto sta accadendo nel mondo dell’editoria nostrana. Trovo paradossale che una società non faccia quello per cui è nata, ma perché?

Un’agenzia è creata per fare rappresentanza degli autori, e su questo non c’è molto da aggiungere. Come dire che una compagnia di assicurazioni vende polizze! Eppure, negli ultimi anni in modo particolare, le nostre care e fantastiche agenzie letterarie si sono chiuse a riccio mettendo delle barriere all’entrata che neanche i peggiori monopolisti della storia.

Facciamo rappresentata, ma di chi lo decidiamo noi

Ogni azienda è libera di fare ciò che vuole, finché resta nella legalità, allo stesso tempo le persone possono criticarne le scelte strategiche e operative. 

Sui social gli agenti difendono il loro lavoro affermando che loro non guadagnano molto con gli autori e quindi sono costretti a non rischiare oppure che il loro tempo ha un valore e che quindi devi pagare TU per farti rappresentare.

Possono seguire la politica che preferiscono, e io posso dire che non mi convince e che sembra più un modo per monopolizzare il mercato evitando che i loro autori – con i quali hanno già contratti e che vendono un minimo di copie garantite perché noti – si scontrino con i “nuovi” autori.

Sembra una partita Black Jack dove l’agenzia è il banco; “N” autori puntano una  fiche d’ingresso – i soldi per la scheda – ma a fine serata, per quanto qualcuno possa andare in attivo, il banco avrà comunque vinto. L’imprenditoria si basa sul rischio, con questa strategia un’agenzia non fa altro che scaricarlo sugli autori.

Per evitare che accada dovrebbe cambiare l’approccio:

  1. degli autori, che dovrebbero smettere di pagare le agenzie prima di una pubblicazione,
  2. delle case editrici che devono tornare a investire sul personale e assumere persone preparate per fare scouting.

In teoria sembra tutto molto semplice, in teoria.

Cos’è il servizio di rappresentanza degli autori

Come si dovrebbe svolgere, in un mondo perfetto, il servizio di rappresentanza degli autori?

  1. Con la valutazione gratuita del manoscritto. Cosa che non accade pressoché mai, visto che viene richiesta una scheda di valutazione a costi che superano tranquillamente i 400 euro.
  2. Ricerca di un editore serio che faccia l’editing del romanzo, la correzione di bozze e un packaging adatto al target di riferimento.
  3. Negoziazione dei contratti e supporto legale.
  4. Promozione dell’opera in sinergia con l’editore stesso. Il più delle volte le agenzie si prendono i soldi dell’anticipo dato all’autore, di media il 20%, per poi abbandonarlo senza un minimo di supporto.
  5. Gestione e vendita dei diritti in Italia e all’estero.
  6. Supporto psicologico (perché gli autori sono dei gran rompiballe!). Invece le agenzie ghostano gli autori, sempre.
  7. Comunicazione rapida e trasparente. L’agenzia deve fornire al suo autore i dati di vendita e le informazioni che gli permettano di capire come sta andando il suo romanzo e quali strategie sono state scelte per venderlo.

Il lavoro di un agente letterario è ricco di insidie e molto dispendioso dal punto di vista umano e professionale. In pratica nessuno lo vuole fare. Gli agenti preferiscono avere pochi scrittori che vendono decentemente e guadagnare con le schede di valutazione che può fare anche uno stagista sottopagato.

Semplice differenziazione di prodotto per vendere di più

La rappresentanza è un servizio fornito dalle agenzie letterarie che si prefiggono di supportare e promuovere gli scrittori nel mondo dell’editoria. Quando un autore decide di farsi rappresentare da un’agenzia, sta delegando a quest’ultima la responsabilità di gestire le sue opere e di cercare opportunità di pubblicazione (in Italia e all’estero).

L’agente diventa un intermediario tra l’autore e le case editrici, in modo da far arrivare i manoscritti nelle mani giuste. Avere buoni contatti è essenziale per lavorare bene, in modo rapido e puntuale. La rete di contatti di cui dispongono dovrebbe – in teoria – velocizzare il servizio ottenendo anticipi maggiori e condizioni contrattuali in generale più vantaggiose per lo scrittore.

Nell’ultimo periodo hanno iniziato a vendere anche altri servizi come editing leggeri e pesanti (differenziazione di prodotto insensata per gli autori) a prezzi esorbitanti con la promessa (mai detta davvero, ma latente nel rapporto con gli autori) di una futura rappresentanza.

Quanto fa guadagnare la rappresentanza degli autori?

Di media cifre molto piccole, dobbiamo dirlo. Nel nostro Paese si legge poco e bastano poche migliaia di copie per essere considerati casi editoriali.

Se si è pubblicati da piccoli editori il numero scende a poche centinaia di copie. L’agenzia guadagna una percentuale, ormai del venti, sui guadagni dell’autore. 

Es: un autore vende 2.000 copie (un buon risultato) e guadagna royalty dell’8% con un prezzo di copertina di 15 Euro.

  • 2.000 x 15/100 x 8% = 2.400 €
  • 2.400/100 x 20 = 480 €
  • Sulla vendita di 2.000 copie l’autore si mette in tasca (al lordo delle tasse): 1.920 euro, l’agenzia 480

Tra guadagnare 480 € per il lavoro di agenzia e circa la stessa cifra per una scheda di valutazione la seconda è senza dubbio più vantaggiosa poiché il lavoro da svolgere è nettamente inferiore.

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