Quattro – Il risveglio – è un fantasy italiano. Sembra banale ma da anni non trovavo nel panorama letterario un testo di questo genere così curato e di qualità. Abituato a romanzi dozzinali, scopiazzati da quelli stranieri, mi ero ormai rassegnato.
A parte qualche casa editrice interessante, come Acheron Books (che spero cresca ulteriormente poiché offre romanzi di qualità), la grande editoria ha sempre osteggiato autori nostrani che non fossero di narrativa pura o qualche altro genere particolare (storici e noir su tutti).
Sperling&Kupfer ha avuto il coraggio di puntare su un esordiente, aspettate lo ripeto: ESORDIENTE, per dare una smossa al panorama fantasy italico e dimostrare agli scettici che noi possiamo insegnarlo, non solo scriverlo. La letteratura è stracolma di fantasy, dall’Eneide alla Divina Commedia!
Che per noi siano classici è un altro discorso, ma cosa c’è di così diverso tra il narrare di uno scrittore che viaggia per gli inferi e di un hobbit che deve buttare un anello in un vulcano? Sono storie, appunto, con cui l’autore vuole dare un messaggio, dire qualcosa o forse solo intrattenere.
Allora per quale ragione si celebra solo la narrativa (che adoro sia chiaro), relegando a romanzetti di serie Z quelli che riguardano il fantastico?
Cos’è Quattro – Il risveglio -?
Se proprio dobbiamo metterlo in una categoria, per semplicità, è senza dubbio un urban fantasy.
La storia si svolge nel presente: diavoli e angeli non sono solo “creature mitologiche”, ma entità che vivono nel nostro piano di esistenza e combattono una feroce lotta.
I demoni, ad esempio, hanno una caratteristica che ho trovato davvero intrigante: sono moderni, usano il cellulare non solo i loro poteri. Stessa cosa per le creature angeliche (l’universo creato da Luca Farru è ricco e profondo), che oltre a usare la magia – come il teletrasporto – si mandano sms!
Ho sempre detestato i romanzi in cui, chissà per quale ragione, una creatura è così ottusa da non sfruttare i vantaggi che offre la tecnologia obbligando l’autore a inserire “deus ex machina” per districare casini che i personaggi risolverebbero, invece, con una ricerca su Google!
Quattro protagonisti, ognuno con la sua personalità
Quattro sono i predestinati, due ragazze e due ragazzi, che vivono in location molto distanti e hanno tra di loro un legame magico…
Ora basta se non spoilero troppo! E anche qui l’autore, a mio avviso, ha dato vita a molti setting realistici, così vivi da sembrare di trovarcisi. Per alcuni puristi dell’urban fantasy potrebbe essere un azzardo, ma se è un “urban”, io la città la voglio vedere e vivere attraverso gli occhi dei personaggi! E i 4 sono molto intriganti, con punti di forza e di debolezza che emergono in base alle situazioni in cui si trovano.
La diversità è un elemento che permea tutta la storia, che ci porta in alcuni casi a fare il tifo per i cattivi, e di rado capita in altri romanzi. Di solito il nemico di turno non ha scopi particolari, a parte dominare il Mondo. In Quattro – Il risveglio – ci sono più sfumature di grigi che danno profondità a una storia che è adatta a tutti.
Lo stile di scrittura
A mio avviso l’autore è dotato di una penna niente male, e sono convinto che crescerà negli anni. Anche se è un esordiente ha il piglio di uno scrittore navigato che conosce MOLTO BENE l’italiano (cosa rara, di questi tempi) e sa infondere nella storia un ritmo incalzante che ti trascina.
E per farlo non basta avere belle idee, si deve avere la capacità di metterle insieme con logica, attenzione e passione. Nonché un profondo gusto per la buona letteratura. Il testo scorre con una rapidità sorprendente e forse, per alcuni potrebbe essere una nota negativa, che all’inizio si fatichi un po’ a seguire i cambi di location.
Io li ho trovati, al contrario, necessari proprio per dare al lettore quel famoso senso di “inclusività” di cui tanto si parla (e sparla) senza capirne il vero significato. In Quattro – Il risveglio – non c’è il giudizio; le differenze esistono e sono visibili ma non per questo dividono quanto uniscono perché attraverso esse si cresce.
E così accade ai quattro protagonisti, e anche ai cattivi! Finalmente un romanzo in cui i villain non sono una macchiette nell’ombra che tramano sordidi complotti, ma personaggi concreti, reali, con paure e desideri profondi.
Conclusioni
Il fantasy moderno non è più legato al nano con l’ascia e all’elfo con l’arco, si sta evolvendo in qualcosa che è più vicino a noi per farci sentire la magia nelle nostre vite.
A volte è bello perdersi in mondi che non esistono, in ambientazioni distanti dalla nostra; con Quattro – Il risveglio – si ha sempre l’impressione (o meglio la speranza), dopo averlo letto, di intravedere una luce viola che ci indichi la via per qualcosa di magico.
Se vuoi diventare uno scrittore, devi leggere tanto, anzi tantissimo. E se vuoi fare del buon fantasy il mio consiglio – oltre ai classici del genere – è di aprire la mente e di tuffarti in nuove avventure.
Quattro – Il risveglio – è senza dubbio un ottimo romanzo che ha tutti i numeri, a mio parere, per diventare un vero e proprio caso nazionale (e forse più, ma non voglio esagerare e tirarla all’autore!).