Leggere a voce alta, preparate l’ossigeno

Leggere a voce alta è uno strumento che ogni autore, o sedicente tale, dovrebbe utilizzare, specialmente se alle prime armi. Perché è così importante?

Se rileggi a mente il testo che hai appena scritto, seguirà il ritmo che TU gli vuoi dare. Ma di fronte alla parola detta, le cose cambieranno e ascoltandoti con attenzione potrai renderti conto di alcuni difetti che, altrimenti, ignoreresti.

Prima di fare la rilettura ad alta voce, consiglio sempre di prendersi qualche attimo per riflettere e concentrarsi. Il testo andrà letto, sembra ovvio ma spesso non ci si riesce, seguendone con la massima attenzione la punteggiatura, senza barare o prendendo pause volute.

Per facilitare il lavoro è consigliabile lasciare il manoscritto nel cassetto per almeno qualche settimana, il tempo necessario per dimenticarne il più possibile.

Cosa mette in luce leggere a voce alta

I punti critici che si notano, quando si legge ad alta voce, riguardano soprattutto:

  • le ripetizioni,
  • la punteggiatura,
  • il ritmo,
  • gli eccessi stilistici,
  • dialoghi e personaggi tutti uguali,
  • le seghe mentali (termine aulico molto in uso nel romanticismo).

Di rado si notano problemi riguardanti la struttura della storia (es. trama, intreccio), o altri macro elementi . Infatti, la rilettura a voce alta mette in evidenza, di solito, problemi riguardanti lo stile.

Repetita iuvant

O almeno così diceva qualcuno (non si sa bene chi, ma era tanti anni fa…), nel 90% dei testi che ci arrivano, uno dei difetti che subito salta ai nostri occhi, sono le ripetizioni. Una pletora infinita di “doppioni” neanche fosse il mazzo di figurine panini che portavi a scuola per scambiarle!

Se hai l’occhio, scovarle non è poi così difficile, ma se non sei un editor rischi di scriverne tante. Leggere a voce alta ti aiuterà a diminuire il numero di ripetizioni. Trova quelle di questo articolo!

Leggere a voce alta: the rhythm of the night!

Senza ritmo un qualsiasi romanzo è destinato al cestino, o allo spam, quindi serve una cosa: ritmo, ritmo, ritmo. 

Se anche tu ti addormenti durante la lettura ad alta voce, non è perché hai riposato poco ma probabilmente è perché il testo che hai davanti è “piatto”.

Avere ritmo è qualcosa di innato che, però, si può imparare (entro certi limiti). Può aiutare non solo leggere i propri testi a voce alta, ma soprattutto romanzi di grandi autori. Ognuno avrà un ritmo differente, in base al momento, alla scena e alla tipologia di storia. 

Tanti benefici, con un solo strumento (sembra una pubblicità)

La punteggiatura, gli eccessi stilistici e le seghe mentali sono altri errori che emergeranno durante questo lungo processo di autocritica. Rileggersi con una modalità differente aiuta a uscire dal “ruolo” di autore e si diventa lettore. 

Si prendono le distanze e ci si rende conto con maggiore efficacia se c’è un eccesso (o difetto), di punteggiatura. Oppure se alcuni passaggi non sono altro che una gigantesca sega mentale per dimostrare di essere “profondi e bravi”.

Perfino i dialoghi, avranno un “suono” diverso, più vicino alla realtà e ci si potrà rendere conto se sono ben scritti e realistici, oppure no. Capita di pensare di aver appena fatto un botta-e-risposta intenso e ritmato, per poi rileggerlo a voce alta e rendersi conto che, invece, è di una noia mortale.

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