Cartella editoriale, cos’è e come impostarla

La cartella editoriale è lo standard di riferimento che in editoria serve a misurare in modo univoco la lunghezza di un testo: equivale a 1800 battute spazi inclusi e permette di calcolare con precisione quanto sia esteso un manoscritto.

Serve davvero conoscere la cartella editoriale!

La cartella editoriale non è un’invenzione tecnica fine a sé stessa, ma uno strumento pratico e condiviso che permette di dare ordine e professionalità al lavoro di ogni autore. Dire che è cartella editoriale significa riferirsi all’unità di misura ufficiale con cui si calcola la lunghezza reale di un testo, stabilita in 1800 battute spazi inclusi.

È fondamentale perché elimina ogni possibile ambiguità: se un autore parla di “cento pagine”, non si sa se siano fitte, larghe, scritte con caratteri enormi o con margini microscopici; se invece dice che un manoscritto è composto da 250 cartelle editoriali, chiunque nel settore sa immediatamente quale sia la sua reale dimensione.

In un ambiente come quello editoriale, dove agenzie letterarie, redattori e valutatori ricevono decine di testi ogni giorno, usare la cartella editoriale è un segnale concreto di rispetto e di professionalità: non si tratta solo di mostrare il proprio romanzo, ma di presentarlo nel formato giusto, con i parametri condivisi, dimostrando di conoscere le regole di base che distinguono un autore attento da un dilettante.

Prima di tutto scopri di quante cartelle è composto il tuo manoscritto

Creare una cartella editoriale su Word non richiede programmi speciali né competenze tecniche avanzate ma basta aprire il manoscritto, andare su “Revisione” e selezionare “Conteggio parole”, quindi leggere il totale dei caratteri spazi inclusi e dividerlo per 1800.

In questo modo si conosce il numero esatto di cartelle editoriali di cui è composto il testo.

Per rendere il documento ancora più ordinato e vicino agli standard usati dalle case editrici, è utile impostare margini regolari (2,5 cm), scegliere un carattere classico e leggibile come Times New Roman o Garamond a 12 punti, usare l’interlinea doppia e inserire un rientro per ogni paragrafo.

Non è una formattazione obbligatoria, ma aiuta a presentare il manoscritto in un aspetto chiaro e immediatamente leggibile, evitando impaginazioni casuali che trasmettono trascuratezza. Molti editori non chiedono solo il numero di cartelle editoriali, ma si aspettano di ricevere un testo già ordinato e pronto per la lettura, e l’autore che si adegua a queste regole trasmette un’immagine di precisione e affidabilità.

Conosci il tuo nemico… o amico… insomma tutti

Conoscere e utilizzare la cartella editoriale è dunque un passo essenziale non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello relazionale. Un autore che invia un manoscritto senza sapere cosa sia una cartella editoriale rischia di sembrare poco preparato e di dare l’impressione di non conoscere il mestiere.

Non è un dettaglio, ma un vero e proprio biglietto da visita che indica quando l’autore prenda sul serio il proprio lavoro e che si muove con ordine all’interno di un settore che richiede disciplina e precisione. In questo senso, imparare a calcolare quante cartelle editoriali ha il proprio testo non serve soltanto per una stima tecnica, ma diventa un segnale di affidabilità, di rispetto per chi riceverà il manoscritto e di cura per il proprio progetto narrativo.

La cartella editoriale è prima di tutto uno strumento del mestiere

La cartella editoriale è uno strumento fondamentale per scrittori e professionisti del settore editoriale. Serve a uniformare i manoscritti, facilitando il lavoro degli editor di romanzi e garantendo una valutazione chiara e oggettiva del testo.

Una cartella editoriale standard contiene:

  1. 1800 battute (spazi inclusi), corrispondenti a circa
  2. 30 righe di 60 battute ciascuna.
  3. Questo formato non è solo utile per concorsi e invii a case editrici, ma è anche indispensabile per calcolare il numero totale di cartelle del tuo romanzo e i costi associati.

Le agenzie (editoriali come noi o letterarie) la usano per capire il costo di ogni servizio. Diventa quindi essenziale saperla calcolare per farsi un’idea di base.

La cartella editoriale è la misura che non mente

Nel settore editoriale tutti fingono di non guardare il numero, ma in realtà la cartella editoriale è la prima cosa che controllano. Non importa quanto tu abbia sudato sulle tue pagine: se non rientrano in un formato chiaro, verificabile e standard, stai solo rendendo più difficile la vita a chi deve valutarti.

È la differenza tra presentarsi con un abito stirato su misura e arrivare in tuta da ginnastica pensando che “tanto conta la sostanza”. Il formato di 1.800 battute, spazi inclusi, non è un capriccio: serve a togliere di mezzo ogni scusa e ad assicurarsi che tutti parlino la stessa lingua numerica, partendo dall’agenzia letteraria, all’editor freelance di romanzi, fino al tipografo.

Noi usiamo come termini il numero di caratteri spazi inclusi, come altri professionisti seri, perché più preciso e immune da qualsiasi interpretazione personale (visto che alcuni considerano una cartella editoriale, per esempio, un pagina in word di 2.000 caratteri).

Cartella editoriale e disciplina dell’autore

Usare la cartella editoriale come riferimento non è solo una questione tecnica, è una prova di professionalità. Ti obbliga a guardare il testo con distacco, a capire se una scena vale davvero lo spazio che occupa, a potare i rami secchi invece di infilarci fronzoli per “riempire”.

È la palestra in cui l’autore impara che la precisione non è nemica della creatività, ma la sua migliore alleata. E sì, significa anche rispettare richieste specifiche senza inventarsi scappatoie creative: chi lavora in editoria riconosce al volo chi segue le regole e chi crede di poterle aggirare.

Voi per la valutazione gratuita chiedete di inviare 20 pagine + sinossi in word!

Potrebbe sembrare un controsenso, in realtà è una piccola trappola con cui iniziamo a capire chi è e come si comporta l’autore.

Ci arrivano SEMPRE file che, una volta formattati, sono di almeno 30 o più cartelle editoriali. Se un romanzo è buono, lo capiamo dalla sinossi e, il più delle volte, dalla prima pagina che leggiamo.

Se indichiamo nella email di risposta che il testo ha un determinato problema (di solito il non aver seguiti i dettami dello Show don’t tell), nella maggior parte dei casi riceviamo una risposta degna di un pezzo di travertino:

Avete ragione, poi il romanzo cambia.

Non è vero. Il manoscritto rimane un’accozzaglia di pensieri e pippe mentali. Il record lo ha raggiunto un autore/autrice che ci ha inviato un file di pagine che, una volta formattato, era di ben 80 cartelle editoriali.

Quando si usa la cartella editoriale come standard

La cartella editoriale può essere vista come l’unità di misura usata in vari contesti editoriali. In modo particolare nel giornalismo o nel copywriting in modo da avere un controllo automatico e rapido sulla lunghezza del testo.

Stessa cosa riguarda l’editoria e in modo specifico per la pubblicazione di romanzi. Le agenzie letterarie, per esempio, quando vendono i loro servizi – come la valutazione manoscritti a pagamento attraverso la scheda – hanno un preziario in base al numero di carelle.

Non vogliono sapere il numero di pagine, che può variare in base alla formattazione, ma ancora più nello specifico il numero di caratteri (spazi inclusi), che compongono il testo che si vuole far valutare. La cartella editoriale è data dal numero dei caratteri diviso 1.800 (per alcuni 2.000). 

Se il tuo romanzo è di 400.000 caratteri (spazi inclusi) diviso per 1.800 = circa 220 cartelle editoriali.

La cartella editoriale e le sue “funzioni”

Infatti alcuni possono commissionarie un testo in cartelle editoriali, o in battute (di solito spazi inclusi); nei concorsi letterari una delle condizioni che spesso viene data nel regolamento è il numero di cartelle editoriali con relativa formattazione del testo.

cartella editorialeNoi di PennaRigata, per la valutazione dei romanzi, richiediamo l’invio di 20 pagine + sinossi (in Word all’indirizzo: info@pennarigata.it), non parliamo di cartelle solo per semplificare la vita al neofita che potrebbe non conoscerne il significato preciso. È anche un modo furbo per capire chi si propone, perché se invia un manoscritto con carattere 8 per farci leggere molto più del necessario, per noi è un indizio…

Molti autori credono che “più sia meglio” quando in realtà, come spesso nello scrivere, l’essenziale colpisce maggiormente. Qualsiasi cosa spedisci a una persona nel settore editoriale, fai in modo che sia snella, essenziale e soprattutto richiesta. Altrimenti rischi di venir cestinato subito, senza via di scampo.

Tornando a come si calcola la cartella editoriale, precisiamo subito che per battute si intende il numero di caratteri (spazi inclusi).

Esempio: nella frase “domani vado a casa” le battute totali sono 18 di cui 15 “lettere” e 3 “spazi”.

Una cartella editoriale standard è un foglio di 1.800 caratteri, suddiviso in 30 righe da 60 battute ognuna. Ormai sui pc è semplice impostare tale formato.

Come impostare la cartella editoriale su Word

Per avere una cartella editoriale dovrai:

  • impostare un font con carattere 12 (la dimensione delle lettere),
  • dovrai poi andare su “Generale” e scegliere come tipo di allineamento “giustificato”,
  • vai su “Spaziatura” e “Interlinea esatta” e metti il valore di 22 punti,
  • infine spunta la casella “Non aggiungere spazio tra i paragrafi dello stesso stile”,

Fatto questo ti basterà andare nella finestra “Imposta pagina”, dal menù layout di pagina e inserire i seguenti valori per i margini:

  • Superiore: 3 cm.
  • Inferiore: 3 cm.
  • Destro: 2,4 cm.
  • Sinistro: 2,4 cm.

Di quante cartelle editoriali è il tuo libro?

Se vuoi sapere di quante cartelle editoriali è composto un tuo manoscritto, che non hai ancora impostato secondo quanto detto fin qui, ti basterà  – su Word – cliccare in basso a sinistra il pulsante in cui sono indicati “numero parole” (esempio: 120.768 parole) e si aprirà una mascherina con alcuni valori tra cui Caratteri (spazi inclusi).

Dividi tale numero per 1.800 e avrai il numero di cartelle editoriali.

Come vedi la cartella editoriale è un formato standard abbastanza semplice, ti serve soprattutto per avere un’idea precisa di quanto è lungo il tuo testo e per partecipare ad alcuni concorsi.

Per esempio nel Concorso Arcimago vengono date delle indicazioni molto precise che devi seguire o verrai squalificato anche solo per una parola in più. Non chiedono cartelle editoriali ma, per esempio, una sinossi di massi o 600 parole.

E se lo supero? Che saranno mai una dozzina di termini in più?

Tipico modo di pensare all’italiana con cui nessuno vuole lavorare davvero. In questo caso specifico verrai squalificato anche per meno, perché se ti viene fatta una richiesta la DEVI accettare e non fare come ti pare perché ti credi bravo o pensi che chi sta dall’altra parte esageri.

Le regole vanno seguite, come nella scrittura che, prima di essere una forma d’arte è un mestiere. Tu non sei Van Gogh a cui era permesso destrutturare l’arte, sei un imbianchino.

Cartella editoriale: la guida rapida e completa

La cartella editoriale è l’unità di misura standard che consente a editor, agenzie e concorsi di valutare un testo in modo oggettivo.

  1. Corrisponde a 1.800 battute spazi inclusi (circa 30 righe da 60 battute) e serve a calcolare la lunghezza complessiva di un manoscritto, stimare i costi dei servizi editoriali e uniformare gli invii.
  2. Per conoscere il numero di cartelle del tuo libro basta dividere il totale dei caratteri (spazi inclusi) per 1.800.
  3. Questo formato è usato in editoria, giornalismo e copywriting proprio perché elimina variabili come margini e font, garantendo coerenza in ogni contesto.
  4. Saperlo impostare e rispettare è segno di competenza e significa presentare un testo pronto a essere valutato, senza inutili equivoci o perdite di tempo.

Non si tratta di perdite di tempo, saper impostare una cartella editoriale è sinonimo di buona volontà, precisione ed elasticità mentale. Non basta scrivere un buon romanzo, si deve anche saperlo presentare nel modo migliore.

Nel nostro servizio di lettura manoscritti chiediamo guarda caso 30 cartelle. Il problema non la sarebbero le due paginette in più, ma preferiamo da subito capire le lacune dell’autore per poterlo aiutare in ogni aspetto della proposta editoriale o ancor prima dell’editing.

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