Alcuni consigli per vendere il tuo romanzo a un editore

Ci sono sul web migliaia di blog che propongono consigli per “vendere” il tuo romanzo a un editore, vogliono farti credere che esistono dei trucchetti che aumenteranno le tue possibilità se seguiti con attenzione.

La mia idea è che un buon libro trova sempre la sua strada. E per “sua” non voglio dire che pubblicherai per forza con Mondadori o Sellerio, ma che troverai un editore serio disposto a investire su di te.

Consigli per vendere il tuo romanzo a un editore: perché li danno?

Per vendere qualcosa e darsi un tono. Le ragioni per cui ci sono personaggi di varia natura, alcuni anche bravi e seri, che danno consigli per aumentare le tue chance di pubblicazione, è che conoscono poco il mondo editoriale.

Prima considerazione: non è detto che i consigli siano sbagliati, il più delle volte sono ovvietà che però è meglio ripetere per i meno avezzi all’ambiente editoriale. Seguire le regole dettate dall’editore non è un concetto così difficile, eppure anche a me arrivano file che faccio fatica a comprendere.

Se per il servizio di lettura manoscritti chiedo 30 cartelle editoriali più sinossi, perché mi mandano 50 pagine scritte fitte e una sorta di quarta di copertina che non è per nulla una sinossi! Fai ciò che ti viene domandato, non è un gran consiglio, vero, ma spesso serve ribadirlo.

I trucchi per essere pubblicati

Il problema è che alcuni spacciano ovvietà per trucchi super potenti e, non contenti, creano vari decaloghi per aumentare le tue chance. Vediamo alcuni “consigli” proposti da questi geni (americani, Forbes, e nostrani). Non si tratta, a mio avviso, di idee campate per aria, ma di semplice e banale logica. 

Titolo breve e incisivo

Direi: “grazie al …” vabbè, meglio non essere volgare. Un titolo corto e d’impatto è meglio di uno lungo e noioso, credo ci sarebbe arrivato chiunque. Dovrà essere un titolo:

  • Unico, perché se è già stato usato non va bene. Qui siamo nel massimo livello di banalità.
  • Musicale. Invece pensavo un titolo gutturale e pieno di doppie!
  • Esplicativo. Basta il titolo per raccontare il testo, insomma parliamo di una sinossi perfetta.
  • Coerente con il romanzo. Vabbè, questa neanche la spiego.
  • Breve, come per esempio “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (mode on: ironia).
  • Affermativo, nel senso che non può contenere domande, tipo “Quo vadis?”
  • Facile da leggere e da capire, non ho capito…

A parte qualche eccesso si tratta di concetti non sbagliati, ma mi viene da chiedermi: se il romanzo è una schifezza atomica, che ci facciamo con un titolo efficace?

Usa dei beta reader

I beta reader sono uno strumento utilissimo in fase di revisione e in certi casi anche di scrittura del romanzo. Questo è un consiglio valido, anche se molti pretendono che il reader sia uno scrittore esperto!

In pratica una persona che non ha mai pubblicato dovrebbe conoscere un romanziere così bene al punto che, gratuitamente, costui legga un romanzo a caso e dia indicazioni di varia natura. Lo stesso presupposto, che uno scrittore sia anche un buon revisore, è un assunto un po’ stiracchiato.

Come dire che tutti gli scrittori possono fare gli editor e viceversa! La maggior parte degli scrittori che conosco non hanno la minima idea su come si faccia l’editing di un romanzo, dell’impegno e della fatica che costa controllare ogni singola parola. Scrivere è meno complicato, e lo posso dire per esperienza diretta (vedi: chi siamo).

Leggi più volte l’incipit

L’incipit è il tuo biglietto da visita ed è essenziale che sia ben scritto, curato, senza neanche un refuso o una virgola fuori posto. Potrebbe sembrare un buon consiglio, ma nasconde un piccolo problema: puoi rileggerlo quante volte vuoi ma alcuni problemi rimarranno invisibili per te.

Serve un occhio esterno esperto. Non dico che debba essere per forza di cose un editor freelance di romanzi ma neanche il cugino che ha fatto il liceo. Serve, come per i beta, una persona che conosca un minimo il settore e che sappia rendersi conto dei problemi effettivi del testo.

Scrivi per un target di riferimento

Tra i consigli per vendere il tuo romanzo questo è secondo me uno dei peggiori. La visione di chi lo propone, probabilmente un americano, è strettamente commerciale ma significa che sei costretto a pensare prima di tutto al lettore e poi al tuo testo.

Credo che si debba scrivere per il piacere di farlo, se non mi credi leggi anche quanto guadagna uno scrittore, per capire che non ha alcun senso, almeno in Italia. Se i ricavi sono inesistenti, tanto vale scrivere per il piacere di farlo, per comunicare il proprio punto di vista e le proprie idee.

Presenta un marketing plan

Tra i consigli per vendere il tuo romanzo ecco il più inutile e irrealistico soprattutto nel mercato italiano Anche perché, nella maggior parte delle CE, non sanno neanche cosa sia un Marketing plan, figurarsi se gliene mandi uno per il tuo manoscritto!

Non è sbagliato dare un’idea del target di riferimento né proporre delle idee che, a sistema, potrebbero aumentare le vendite. Sono elementi che hanno senso “dopo” la firma del contratto, non prima. Se hai proposto un libro orrendo, nessuno dei consigli per vendere il tuo romanzo visti fin qui servirà a qualcosa.

Consigli per vendere il tuo romanzo

Appare chiaro come la maggior parte delle proposte sono roba presa a caso da qualche articolo americano o intervista fatta a uno scrittore che ha avuto, spesso capita, più fortuna che talento. Non esistono scorciatoie, persino pagare le agenzie letterarie per farsi leggere non porta grandi risultati se non hai tra le mani un buon romanzo.

Ma non basta: 

  • è importante aver scritto il romanzo del genere del momento,
  • aver avuto la fortuna di essere valutato da una persona che conosce il genere
  • e che in quel momento ha potere in casa editrice.
  • che chi ti legge non abbia litigato con marito/moglie/fidanzat/a ecc…
  • ovviamente che abbia bevuto almeno due caffè.

Gli elementi essenziali sono quindi due:

  1. aver scritto un buon romanzo,
  2. avere una gigantesca botta di c…

Questo per quanto riguarda editori medio/grandi. I medio/piccoli, di solito, sono meno umorali e sono in grado di intercettare ottimi testi pubblicandoli perché sono belli, tutto qui. Non ci sono molti altri consigli per vendere il tuo romanzo.

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