Scouting letterario

Chi dovrebbe fare lo Scouting letterario e di cosa si tratta?

Rispondiamo subito alla seconda parte della domanda: si intende la ricerca di autori che abbiano scritto uno o più romanzi e che cercano un editore per una pubblicazione pagata*.

*Pagata dall’editore all’autore.

L’ultimo concetto potrebbe sembrare ovvio, in realtà è una precisazione più che necessaria poiché alcune agenzie letterarie propongono i loro autori, a cui hanno fatto pagare schede di valutazioni costose, alla EAP (editoria a pagamento).

In pratica, dopo aver guadagnato loro stessi su chi scrive romanzi, fanno guadagnare sulla pubblicazione anche altre realtà “editoriali”. Ma se si tratta di EAP, che pubblica qualsiasi cosa senza neanche leggerla, a che è servito lo scouting?

A fregare l’autore di turno che ha la colpa di:

  • non essersi informato a dovere,
  • di aver creduto alle lodi del primo tizio online,
  • e di avere passione per la scrittura (e lettura, spero).

Chi dovrebbe fare lo scouting letterario?

I soggetti che in questo momento governano come un triumvirato il sistema editoriale italiano.

Sto parlando delle:

Negli ultimi anni gli editori hanno deciso una strategia aziendale unica e, devo dire, troppo finalizzata alla diminuzione dei costi invece dell’aumento del mercato dove agiscono.

Hanno quindi esternalizzato alcune funzioni aziendali pensando che avrebbe permesso una diminuzione dei costi con conseguenti profitti maggiori. Significa che hanno smesso di fare loro stessi scouting perché le redazioni erano sempre più a corto di personale (in modo particolare di editor competenti).

Delle migliaia di testi all’anno che ricevevano, e che ricevono tutt’ora, solo una minuscola percentuale viene realmente valutata. Mettiamo che vuoi, chi non lo vorrebbe, pubblicare con Mondadori, che fai?

Gli invii la tua email con allegato romanzo e sinossi (per quei pochissimi che la sanno fare) e attendi speranzoso che ti ricontattino. Non capita mai. Perché il tuo romanzo è orrendo? Di solito sì, ma più spesso perché non riescono a evadere tutte le richieste che gli arrivano.

Per risolvere il problema hanno dato in appalto – in modo non troppo chiaro – ad altri lo scouting letterario.

Cosa fanno agenzie letterarie e valutatori?

Fanno scouting, in primis! Significa che sondano il Paese alla ricerca di nuovi talenti letterari per proporgli meravigliosi contratti editoriali! Pare vero…

Questo accadrebbe in un mondo fantastico con unicorni che scivolano su arcobaleni di zucchero. Gli “scout” hanno capito di avere così tanto potere da volerlo convertire in guadagni, con la scusa che il loro tempo ha un valore.

Effettivamente lo ha, non lo metto in dubbio. Dubito però nella validità delle schede di valutazione che ti obbligano a comprare per avere la possibilità di essere preso in considerazione.

Usano lo “scouting letterario” per vendere un prodotto (la scheda di valutazione) che non serve quasi a nulla e ha costi iperbolici come fosse una sorta di obolo per puntare, o sperare, alla pubblicazione con un grande editore.

Tu autore paghi per vendere un prodotto. Se non è fanta-economia questa… Il rischio d’impresa finisce sulle spalle dei propri “partner”. Ecco la gigantesca stortura che ormai permea il sistema editoriale italiano trasformandolo in una caccia al pollo.

E ricorda che il pollo sei tu.

Cosa dovrebbe fare uno scout?

Leggere tanto e capire se un determinato romanzo è proponibile alle case editrici e se, in caso, potrebbe vendere abbastanza copie per portare almeno a un pareggio di bilancio per lo stesso editore e per chi ha fatto scouting.

E l’autore? Come sempre è l’ultima ruota del carro, ma in questo caso il suo rischio imprenditoriale è di aver investito tempo per un romanzo senza sapere se venderà o meno.

Lo scouting è da sempre un rischio per chi lo fa. Immagina uno scout nel calcio che va a vedere le partite delle squadre nelle serie più basse visionando alcuni giocatori per capire se possono avere un futuro nel calcio professionistico.

Dopo la partita scende dalle tribune e va a parlare con i dirigenti della squadra e di punto in bianco gli consegna la nota spese comprensiva dei costi del viaggio che lui ha fatto (treno, cibo, albergo…). La società dovrebbe vendere il giocatore, non pagare lo scout per valutarlo!

Le agenzie – nel 99% dei casi – non accettano inediti se non attraverso il servizio di lettura e valutazione. E con malizia indicano, tra le cose da inviare, anche il file da compilare in cui sono indicati i prezzi: alcuni non hanno neanche il coraggio di mettere subito in evidenza quante centinaia di euro gli devi dare per fare scouting!

E per finire il tocco del genio: un parere positivo sulla scheda non comporta una rappresentanza.

Cosa si può fare?

Nulla, almeno finché gli editori non ricominceranno a investire su determinate figure professionali che abbiano il tempo di dedicarsi alle valutazioni gratuite dei romanzi.

Le case editrici più note hanno capito di aver lasciato troppo potere decisionale alle agenzie letterarie anche indirizzando il mercato del libro dove vogliono quest’ultime. Se hai un agente importante il tuo romanzo verrà valutato nell’arco di pochi giorni, in caso contrario potresti ricevere una risposta anche tre anni dopo!

Gli agenti, oltretutto, non fanno un vero e proprio scouting ma si limitano a usare i propri autori come esca per chi vuole pubblicare così da vendere servizi inutili e dai costi iperbolici.

Molte agenzie vendono anche l’editing del romanzo, tanto a farli fisicamente sono per lo più stagisti non pagati.

Il meccanismo è marcio, solo pochissimi fanno vero scouting con lo scopo di trovare nuove voci per ridare vita a un sistema in agonia.

Chi fa scouting letterario serio?

Intendo chi ricerca talenti senza scaricare i costi sull’autore? Personalmente e professionalmente conosco un numero limitatissimo di agenzie letterarie che non chiedono soldi e tra i valutatori proprio nessuno.

In realtà solo l’agenzia letteraria:

  • Oblique fa scouting senza richiedere il solito obolo.

Nei commenti si può indicare chi non fa pagare e sarà mia premura inserirlo, comprensivo di link, in questo articolo.

L’unico consiglio è di non focalizzarsi solo sui grandi editori ma di costruirsi una carriera da scrittore iniziando con la medio/piccola editoria che ha i suoi problemi (vedi EAP), ma ha ancora margini di manovra interessanti.

L’autore non deve pagare, mai.

È l’unica regola a cui non devono venir meno editori, agenzie e scout, se ti chiedono soldi significa che, una volta pagati, non si impegneranno più di tanto perché avranno già guadagnato su di te.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Verificato da MonsterInsights