Hai presente i tizi che ti vendono dei corsi online per diventare ricco? Li trovo geniali, ti dicono come fare per guadagnare milioni e lo fanno al costo di poche decine di euro per un webinar o un ebook.
Sono:
- filantropi,
- idioti o
- imbroglioni?
La risposta è la terza, è ovvio, e credo che tutti siano d’accordo.
Chi non sa fare insegna, si dice. Credo invece che “molti di coloro che non sanno fare” tentino di fregare chi non sa proprio nulla. Ne sfruttano l’ignoranza per fargli credere, in primis, di essere competenti in un dato ambito, per poi “vendergli” un’accozzaglia di nozioni – spesso poco sensate – guadagnandoci molto.
Cosa c’entra tutto questo con la volontà di molti di diventare uno scrittore?
Se ci si ragiona è la stessa cosa: un guru propone un “metodo in 7 passi”, “i segreti della scrittura”, “i settordici trucchi per diventare un grande scrittore” facendo credere che basti seguirli per diventare uno scrittore di successo!
Ma chi sono questi “maestri”? Se si fa una ricerca online si scopre (quasi sempre), che sono dei perfetti sconosciuti con al massimo un paio di pubblicazioni in self publishing (non è una critica al self…) o con qualche piccolo editore a pagamento.
I loro risultati nel mondo editoriale sono inesistenti o almeno non così importanti da farli assurgere a fenomeni della penna. Perché riempiono i social di pubblicità in cui promettono risultati incredibili?
Non potrebbero applicare il metodo per diventare “loro” dei grandi scrittori e vendere decine di migliaia di copie? Sai quanto guadagna uno scrittore? Molto poco. Ti stanno insegnando, nel remoto caso in cui le loro nozioni dovessero funzionare, a morire di fame!
Lo scrittore ai tempi dei social
I social mostrano solo il meglio della vita delle persone. Se guardi l’Instagram della maggior parte degli autori pubblicati da case editrici medio/grandi, sembra che girino l’Italia a fare presentazioni con centinaia di fan adoranti.
Mangiano in localetti strafighi e sono attorniati da donne (o uomini) che li adorano neanche fossero un mix tra Stephen King e Henry Cavill. Mostrano foto in cui sorridono amabilmente alla lettrice di turno mentre le firmano la copia (con copertina a favore di macchinetta fotografica, strano…) e ogni tanto moltiplicano anche il pane e i pesci.
Personalmente li preferisco quando fanno il miracolo dell’acqua in vino, ma non si può avere tutto dalla vita.
Il lato oscuro del diventare scrittore
Cazzo, no.
Soldi, soldi e ancora soldi!
Diventare uno scrittore per l’ego
Grazie, eravamo tantissimi!
Perché diventare scrittore?
Bella domanda. Abbiamo visto che di soldi se ne guadagnano pochi rispetto alla fatica profusa per completare un romanzo.
L’ego viene gratificato solo in minima parte (giustamente), anche perché non ci saranno le folle adoranti di fan o giornalisti che si spintonano per parlare con il grande autore! In Italia si legge pochissimo, quindi non gliene frega nulla a nessuno di uno scrittore che vende qualche migliaio di copie.
Interessano, invece, le idiozie scritte (nel 99% dei casi dai Ghostwriter) di qualche personaggio noto che in vita sua al massimo ha letto i titoli dei quotidiani sportivi quando l’Italia ha vinto il Mondiale di calcio (’82 o ’06, poco importa).
Si dovrebbe scrivere perché è ciò che si desidera fare, un impulso atavico che non siamo in grado di spiegare e comprendere. È così e basta.