Scrivere per il web è diverso dallo scrivere per un giornale cartaceo, romanzo o ebook. Questa è la prima regola da sapere se si vogliono creare testi efficaci che aumentino il numero di visitatori (che tu abbia un blog, un sito di e-commerce o anche solo un profilo social).
Esistono ormai delle tecniche consolidate che, e in questo devo essere chiaro, per quanto si conoscano e si applichino potrebbero non bastare. In seguito, oltre a queste, ti dirò anche cos’altro è imprescindibile, dalla mia esperienza, per avere successo online.
Quando scrivi un romanzo, ad esempio, ci sono due soggetti:
- Chi scrive.
- Chi legge (il target).
Se scrivi per il web le cose cambiano perché si aggiunge un terzo soggetto:
3. Il Motore di ricerca (es. Google).
Di conseguenza ogni frase, parola e titolo dovranno tenere in considerazione, non solo il target, ma anche il Motore di ricerca.
Le basi: content is king
Avrai letto o sentito parlare della frase “content is king“, è un concetto un po’ aleatorio ma molto semplice: scrivi per il target (il punto 2.).
Secondo molti esperti dovrebbe essere sufficiente offrire contenuti (quindi articoli, redazionali) di qualità per aumentare la visibilità online. Ma perché dovrebbe accadere?
Il meccanismo è semplice: il Motore di ricerca sonda il web per trovare e proporre sulla SERP contenuti attinenti rispetto alla parola chiave digitata.
Facciamo un esempio:
La parola chiave (o keyword) è: “Come scrivere per il web”, anche se potrebbe essere una singola parola come “Refuso“.
Se la digiti su Google ti comparirà una schermata con i primi 10 risultati, scorrendo andrai avanti per tutte le migliaia, a volte milioni, di possibilità.
Andrai a leggere i contenuti dalla prima posizione fino a scendere, ti dico subito che il 90% degli utenti si fermano alla prima pagina di 10 risultati, quindi è importante trovarsi lì!
Come si fa a stare nelle prime posizioni?
Questa è la domanda! E la risposta precisa, per quanto ti possano dire sedicenti guru del web, non la sa nessuno. Ci sono solo delle ipotesi che convergono tutte nel famoso “content is king”, ma non solo.
Di sicuro dovrai scrivere contenuti di qualità, quindi utili per il lettore. In generale ti consiglio di:
- Andare dritto al punto da subito. Nel web si cercano risposte, non giri di parole eleganti.
- Dare una risposta a un bisogno.
- Scrivere in modo semplice.
- Meno avverbi e aggettivi.
- Se non sono necessarie evita parole molto complesse o molto lunghe (non è tassativo, ma un blog scritto di avverbi oltre a essere illeggibile, non piace ai Motori di ricerca).
- Se quando scrivi un romanzo puoi comporre frasi molto lunghe, anche 7-8 righe, sul web non vanno bene. Di media devono essere di massimo 2 o 3 righe.
- Anche i paragrafi dovrebbero essere brevi, di solito proprio di 2-3 righe. Quindi potresti farne uno con una frase di 1 riga e una di 2.
- Anche se ti sembra di fare pensierini è testato che l’utente, di fronte a un textwall, fugge!
- Usa gli H1, H2 e H3 per indicare specifici contenuti.
- Non esagerare con il bold, ma usalo.
- Quando puoi, e se hanno senso, usa gli elenchi puntati (come quello che stai leggendo ora).
Basta seguire queste regole per scalare Google?
Sì… e no! Bella fregatura, lo so. Ci sono altri piccoli espedienti che dovresti sapere (oltre alle competenze tecniche sul SEO).
Di solito l’utente preferisce che tu abbia un tono amichevole, ma professionale. Che parli con lui, non a una generica terza persona.
Devi saper usare bene le parole, scegliere quelle che scatenano emozioni, che coinvolgono il lettore. Si spiega e racconta senza ergersi a grandi maestri. Dai risposte, ma metti anche la possibilità, se non ne sei certo al 100%, che ci siano altre teorie.
L’importanza della Massa Critica
Se hai un blog, ad esempio, dovrai avere un certo numero specifico di articoli. È uno dei punti che riesco a far accettare con maggiore difficoltà ai miei clienti.
Alcuni pensano che spingo sulla quantità dei contenuti perché, scrivendoli io stesso, ne trarrò beneficio per avere più lavoro. Nel mio caso non è così.
Si deve raggiungere una Massa Critica di articoli perché è stato studiato statisticamente che Google (il più importante Motore di Ricerca al mondo), regala una sorta di bonus a chi ne ha un determinato numero.
Secondo uno studio fatto da uno dei principali blog di SEO americani, Weidert, si dovrebbe raggiungere, nella creazione di un blog, una precisa quantità di contenuti per avere i migliori risultati:
- 5 Month = 77 total blog articles
- 10 Month = 150 total blog articles
- 13 Month = 215 total blog articles
In pratica, questi 3 valori (77, 150, 215), indicherebbero dei punti di svolta nei quali Google spingerà il tuo sito un po’ più in alto.
Oltre a quel dato va considerato anche il lasso temporale (5, 10, 13 mesi), ossia in quanto tempo si debbano postare quegli specifici articoli.
A livello statistico possiamo quindi desumere che dovresti inserire nel tuo blog una media di circa 15 articoli al mese! In pratica un giorno sì e l’altro no. Secondo un altro famoso blog (Moz.com) il numero potrebbe essere di poco più basso (11 o più al mese).
Questi studi sono stati fatti analizzando i risultati di migliaia di siti internet, valutandone quindi le differenti performance. Non sono “legge” assoluta, ma sono molto attendibili.
Ti aspetta tanto lavoro, anche perché a complicare le cose c’è il problema della lunghezza di questi contenuti.
Non è finita: le dimensioni contano
Si potrebbe pensare che per arrivare alla Massa Critica sia sufficiente inserire articoli di qualche centinaio di parole: errore.
Ad esempio, mentre stai leggendo questo articolo, sai a quante parole siamo arrivati in questo istante? 934. E ancora c’è molto da dire sulle tecniche per scrivere sul web, anche se sarà il più rapido possibile.
Chi fa una ricerca su Google desidera avere risposte, ma che siano:
- esaustive,
- scritte in modo dinamico,
- scorrevole
- e che non lo obblighino a saltellare su decine di blog.
Se tu dai tutto quello che gli serve accadono 3 magie:
- Legge tutto, o gran parte dell’articolo, rimanendo molto sulla pagina. Il tempo sulla pagina è un fattore che i motori di ricerca considerano molto, perché indica l’interesse dell’utente per quel contenuto, quindi di premia.
- Non andrà a cercare la stessa keyword da altri.
- Si fidelizzerà al tuo sito, leggendo gli altri contenuti pubblicati (e se hai un sito di e-commerce, comprerà i tuoi prodotti).
Ma quanto deve essere lungo un articolo? Anche in questo caso le risposte sono di ogni genere, la vecchia scuola indicava al max 800 parole (ne hanno fatta anche una serie), oppure articoli brevi di 300-600 in modo da postarne molti.
Anche in questo caso posso dire che mi sembrano risposte un po’ casuali, poco scientifiche. Perché i motori di ricerca sono fatti di algoritmi (quindi di matematica), che non conosciamo ma possiamo desumere. Come da questa tabella presa sempre dal sito moz.com (lo studio è stato fatto su 5.000 keyword):
Sotto abbiamo la posizione sulla SERP (es. #1, #2, ecc). A sinistra la lunghezza (Lenght) in numero di parole (es. 2.000, 2.150, ecc).
Appare subito chiaro come gli articoli nelle primissime posizioni propongano contenuti che variano tra le 2.350 e 2.425 parole! Hai capito bene. Stiamo parlando di circa 10 cartelle editoriali (pagine word preformattate).
Quanto ci metteresti a scrivere un articolo che sia:
- Ben scritto.
- Esaustivo.
- Editato per il SEO (quindi per Google).
- Con tutti i parametri tipo bold, H2, interlink…
- …e di almeno 2.000 parole!
Forse giorni. E il risultato potrebbe non essere quello che speravi, o almeno non da subito. Scrivere è un mestiere, anche se tutti di base lo sanno fare.
Suscitare interesse, emozioni, curiosità (e anche dubbi), solo con le parole non è qualcosa che si impara a scuola, ma si deve studiare per poterlo fare e soprattutto avendolo sperimentato nella pratica.
Non devono essere tutti così grandi, tranquillo
Lo so, ti ho un po’ spaventato, ma era per farti capire quanto lo studio e l’applicazione di princìpi per scrivere per il web sia difficile. Ho avuto decine di blog da gestire i cui contenuti già inseriti, purtroppo, non rispondevano a nessuno dei punti sopra-descritti.
E i risultati, anche a fronte di ingenti investimenti, non erano quelli sperati. La cosa difficile non è scrivere un blog di successo (o almeno non la più difficile!), ma invertire la rotta di uno già esistente che non va bene.
Uno dei difetti che vedo più spesso riguarda proprio la lunghezza degli articoli (per non parlare della qualità, quella manca quasi sempre). Il grafico sopra mostra risultati ottenuti studiando keyword in inglese, perché per Google anche la differenza di lingua è un parametro nei suoi famosi algoritmi.
In italiano, in linea di massima, si può scendere di almeno un 30% (a grandi linee), e poi dipende anche dal settore di riferimento.
Se ad esempio hai un sito aziendale nel quale parli di dolci e come cucinarli, non potrai prescindere da un blog di ricette.
E le ricette vanno spiegate in modo chiaro e sintetico però, ecco il differenziale. Se metti solo la ricetta fai un articolo di 200 parole! Un buon webcopywriter la inserisce all’interno di un contenuto accattivante che quindi aumenti il tempo sul sito, e fai felice il motore di ricerca!
Se invece fai recensioni su dei romanzi, sull’editing o tutto ciò che è scrivere, non puoi permetterti di fare articoletti di 500 parole, non saranno esaustivi neanche per spiegare concetti semplici (come una logline). Dai all’utente più contenuti che puoi, il sapere o qualcosa che risolva un problema o soddisfi un bisogno è l’arma vincente.
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