La cosa peggiore che può capitare a un autore è che, dopo neanche una pagina, il lettore pensi “ammazza che rottura de palle” o anche “questo mi risulta un romanzo alquanto noioso”.
Quali siano i termini utilizzati poco importa, ciò che conta è che la storia è di una noia mortale. Meglio andare a cena con un trapper piuttosto che continuare la lettura.
Puoi scrivere in un italiano corretto, conoscere le regole grammaticali alla perfezione azzeccando ogni singola virgola, ma la storia dove sta? In tanti si focalizzano sulla tecnica (importante, sia chiaro), ma spesso si lasciano prendere dal loro narcisismo.
Mi arrivano moltissimi romanzi che sono, già dalle prime righe, una gigantesca e roboante rottura di maracas. Sono troppo cattivo? Può anche darsi, ma il mio lavoro è di migliorare un romanzo, non di fare correzioni come fossi una maestrina delle elementari.
Romanzo noioso: forma e sostanza
Non voglio dire che la tecnica non serva, anzi. Si deve scrivere in un italiano sufficiente, corretto e senza strafalcioni eclatanti, che siano errori:
- di grammatica,
- i 10 più comuni,
- o di ortografia.
La forma conta, eppure non è tutto. Si può editare un romanzo ben scritto, ma se è noioso non si può fare molto. Al contrario, se un manoscritto è problematico dal punto di vista della scrittura, però trasmette emozioni e coinvolge da subito il lettore, lavorarci – oltre a essere piacevole – potrebbe renderlo un buon testo.
Il romanzo è noioso, mai per l’autore
Sembrano ovvietà, perché ogni singolo autore è convinto (chi più chi meno), che la storia proposta sia bella e coinvolgente. Ma non è quasi mai così, ci vengono presentate storie banali o già lette, che non hanno nulla di innovativo.
Questo perché il 99% di chi scrive non legge romanzi e chi lo fa è legato a testi dell’800 e li cita, anche negli errori, come spiegazione dei difetti dei loro libri. Anziché avere la presunzione anacronistica di scrivere come Jane Austen, ci si dovrebbe ispirare a scrittori più recenti che hanno uno stile contemporaneo.
Molti non conoscono le tecniche di scrittura (non la grammatica e la sintassi) e credono di poterne essere esentati perché “loro possono”. Per esempio non seguono il banale Show don’t tell, che non è una legge assoluta, ma se vuoi essere preso in considerazione da agenzie letterarie o case editrici, devi seguirlo.
Come evitare di annoiare a morte il lettore
Se avessi il metodo perfetto, probabilmente ora sarei ricco, famoso e pure più bello! Al massimo si possono utilizzare alcuni accorgimenti, ma il rischio di scrivere un romanzo noioso è sempre in agguato!
Leggere, leggere e se si ha altro tempo libero leggere. In Italia non si legge, è un dato di fatto, però tutti scrivono convinti di avere cose interessanti da dire e storie avvincenti da raccontare: falso.
Scrivi, scrivi e sei hai altro tempo libero scrivi. Pretendere di scrivere subito un bestseller non è sbagliato, è da idioti. È come credere di poter giocare in Serie A quando l’unico sport praticato è la caccia al telecomando o il lancio di coriandoli agonistico.
Se hai seguito i primi due consigli sei già a buon punto. Il terzo è di osservare, aprire la mente e uscire di casa. La maggior parte degli autori non hanno nulla da dire di interessante perché LORO stessi sono persone noiose. Si tratta di quei soggetti a cui, dopo pochi secondi che ci parli, vorresti dare una librata su un ginocchio e fuggire. Ognuno di noi (o almeno la maggior parte) è convinto di essere interessante e che le sue considerazioni sui vari argomenti siano valide, profonde e sagaci.
Se tutti hanno ragione, chi ha torto? Aprire la mente significa osservare gli altri, studiarne il linguaggio del corpo e valutarne con neutralità il punto di vista.
Racconta una storia, ma non solo…
Ciò che rende un romanzo noioso – nella maggior parte dei casi – non è solo la storia, ma il modo con cui la si vuole proporre. In troppi tendono a fare infiniti pistolotti pseudointellettuali per raccontare la profondità dei loro personaggi.
Spiegano che è triste, amareggiato o una persona di grande sensibilità (o coraggio o altro), indicando tale caratteristica e non mostrandola. Come si mostrano i sentimenti e gli stati d’animo? Attraverso la storia vissuta del protagonista che
fa cose, vede gente (cit.).
Sono dialoghi e azioni che qualificano e identificano – in fondo come nella vita reale – un personaggio. Un romanzo senza questi elementi è noioso, banale e ormai impubblicabile da qualsiasi editore serio.
È chiaro che la trama sia importante e, come detto, per evitare di scopiazzare troppo da scrittori noti è necessario essere dei lettori, prima che degli autori.
Lo ripeto: un testo avvincente, anche se con qualche problema di italiano, attraverso un editing può diventare un buon romanzo. Al contrario, una storia ben scritta ma così noiosa da sperare che finisca il prima possibile (di solito sono pure mattoni dalle 300 cartelle editoriali in su), neanche se editata dal più forte editor al mondo potrebbe diventare accettabile.